Bifolchi Giuseppe di Ferdinando e Cianfarani Filomena, nato il 20 febbraio 1895 a Balsorano (L’Aquila). Cementista. Anarchico. Nasce da una famiglia di contadini abbastanza agiata e frequenta il ginnasio. In età di leva, si arruola nel settembre 1913 nel 18. Cavalleria. Promosso sottufficiale nel novembre 1914 raggiunge il Corpo coloniale a Tripoli. Combatte, quindi, come tenente di fanteria nel Regio Esercito italiano nella Prima guerra mondiale, ottenendo l'onorificenza di cavaliere di Vittorio Veneto, per aver partecipato all'offensiva del Piave. Congedato nel maggio 1920, per ragioni politiche espatria con regolare passaporto in Francia. Anche in Francia s'impegna nei gruppi antifascisti anarchici e nella stampa libertaria, pur essendo stato precedentemente un convinto repubblicano. Aveva già scritto nel 1920 per «Il Libertario» di La Spezia e nel 1924 contribuisce al numero unico pubblicato a Parigi (15 Dicembre) del giornale italiano "L’Agitazione" a favore di Mario Castagna ed Ernesto Bonomini per accusati di aver ucciso 2 fascisti. Nel 1926 Bifolchi collabora alla redazione del giornale anarchico francese «Le Libertaire» traducendo articoli dalla stampa italiana. Collabora anche per il giornale svizzero «Il Risveglio» di Ginevra, continuando a risiedere in Francia. Nel 1926 subisce un decetero di espulsione a cui non ottempera. Nel 1927 partecipa alle riunioni della Piattaforma Organizzativa dei Comunisti Anarchici di Arshinov, Makhno, Mett ed è uno dei fondatori della 1. Sezione italiana della Federazione internazionale comunista-anarchica. Nel 1927 lavora in un cementificio e abita al n° 47 di rue Rebeval nel 19° arrondissement di Parigi con la sua compagna Argentina Gantelli. Il 7 Agosto 1927 prende parte alla manifestazione in Bois de Vincennes del Comitato Internazionale Anarchico di Difesa per Sacco and Vanzetti. Nello stesso anno è vittima di una ordinanza di espulsione in settembre e costretto a trasferirsi a Bruxelles. Lì, tra il 1929 ed il 1931 fu l'editore del mensile anarchico italiano "Bandiera Nera" (Bruxelles, 17 numeri dall'aprile 1929 al maggio 1931). Nell'aprile 1928 sotto la falsa identità di “Viola Luigi!”, viene localizzato ancora a Parigi presso la Libreria Internazionale. Arrestato in agosto 1929 è di nuovo espulso. Si sposta allora in Belgio, dove risiede a Bruxelles unendosi ad altri fuoriusciti abruzzesi come Nunzio Marinangeli e Ottorino Perrone. Nel 1932 si trasferisce nella cittadina di Namur dove apre un negozio e si dedica all'attività di esercente, con scarsi risultati, così, dopo sei mesi, rientra a Bruxelles. Nel 1933 lo si trova a Parigi, nonostante il decreto di espulsione. Allo scoppio della guerra civile in Spagna, pochi giorni dopo l'inizio degli scontri con i militari golpisti, è tra i primi volontari ad accorrere ai primi di agosto del 1936, partendo da Bruxelles. Prende immediatamente contatto con Buenaventura Durruti (conosciuto a Parigi insieme ad Ascaso) sul fronte di Saragozza, poi torna a Barcellona ed apprende da Abad de Santillàn della costituzione, all'interno della Colonna Ascaso della CNT-FAI, della Sezione italiana promossa da Camillo Berneri e Carlo Rosselli. Alla caserma Pedralbes (ribattezzata caserma Bakunin) addestra i volontari e dopo meno di quindici giorni la Sezione italiana parte per il fronte di Huesca. Il 28 agosto partecipa al primo scontro con i nazionalisti nella battaglia di Monte Pelato, nella quale resta ucciso Mario Angeloni. Le qualità militari di Bifolchi sono subito evidenti e riconosciute e nel corso della battaglia assume il comando della sezione fucilieri. Alla metà di settembre è vicecomandante della Sezione. Alla fine di novembre la battaglia di Almudèvar, che acuisce i contrasti tra la componente anarchica maggioritaria e quella di Giustizia e Libertà. Il 6 dicembre Rosselli rassegna le dimissioni ed il comando passa a Bifolchi. All’inizio di aprile del 1937 gli viene offerto il comando effettivo del 19. Reggimento della 126. Brigata, dalla quale dovrebbe dipendere anche il battaglione italiano (ex Sezione italiana) al comando del quale è stato nominato Antonio Cieri. Tanto lui che Cieri declinano i rispettivi incarichi non accettando la militarizzazione delle formazioni combattenti imposta dal governo repubblicano. Durante gli scontri del maggio 1937, tra gli anarchici e i comunisti dissidenti del POUM ed il Governo autonomo catalano, è membro della sezione italiana del Comitato di Difesa della CNT. Poi parte da Barcellona nel giugno 1937 in licenza di 15 giorni, per recarsi a Parigi, dove continua ad aiutare i combattenti repubblicani. In una lettera a suo fratello del 14 Agosto 1937, egli scriveva: "Posso dire che in Spagna ho passato gli anni più felici della mia vita, se devo morire morirò contento". Si porta dietro passaporti spagnoli che vengono in seguito usati per aiutare i compagni esuli in Belgio ad emigrare in Sud America, alla vigilia della II Guerra Mondiale. Così il passaporto di Giovanni Aragno, ucciso il 7 gennaio 1937 sul fronte di Mirabueno, viene usato per l'anarchico Emilio Marziani che, nel 1940, parte dal porto di Anversa per il Sud America, e quello di Luigi Falda, ucciso nel gennaio 1937 a Majadahonda (Madrid), che viene dato all'anarchico Aramis Cremonini per lo stesso scopo. Bifolchi è arrestato nel settembre 1937 a Perpignan, mentre cerca di rientrare in Spagna su un camion di indumenti e viveri per la popolazione e dopo pochi giorni rilasciato. Nel periodo tra il 1937 e il 1940 continua a scrivere per «Le Libertaire» e per «Il Risveglio». Per infrazione al decreto di espulsione, ritorna a Bruxelles dove resta fino al 10 maggio 1940 - con saltuari passaggi a Parigi dove incontra il gruppo anarchico Pro Spagna - quando viene arrestato dalla polizia belga perché sospettato di spionaggio a favore dei tedeschi. Durante la traduzione in Francia - verso il campo di internamento di Saint-Cyprien - il treno viene bombardato all’altezza di Ath (Hainaut). Egli resta ferito da una scheggia alla spalla destra e ricoverato nell’ospedale di Ath dove rimane per una decina di giorni. Dimesso, si reca a Bruxelles dove vive, facendosi curare presso l’ospedale di Ixelles. In seguito all’occupazione del Belgio, lavora come carpentiere per la costruzione di depositi di carburanti per il genio militare nazista a Bruxelles. In data 25 novembre 1940 è accompagnato alla frontiera italiana del Brennero per essere rimpatriato. Arrestato il 16 dicembre dalla polizia di confine è deferito alla Commissione Provinciale de L’Aquila, e il 28 gennaio 1941 assegnato al confino di tre anni. Giunge prima a Ponza poi, l’8 febbraio 1941 arriva a Ventotene. Dopo la caduta del fascismo il 25 luglio, subisce la sorte degli anarchici al confino, non viene liberato dal governo Badoglio ma spedito al campo di concentramento di Renicci d’Anghiari (Arezzo) alla fine di agosto. Da qui riesce ad evadere con gli altri e torna a Balsorano dove partecipa nella Resistenza, pare nelle file della Brigata “Maiella”, attraversando il fronte sulla linea Gustav - sopra Cassino - per coordinare i contatti con gli inglesi e la lotta dietro le linee tedesche. Pare che, forte dei suoi contatti con gli Alleati, abbia fatto loro richiesta di non bombardare Balsorano che invece subirà questa sorte il 4 giugno 1944. Dopo la fine della guerra, è il primo sindaco "della Liberazione" di Balsorano per qualche tempo, continuando l’attività di collaborazione per la stampa anarchica («Umanità nova», «L’Adunata dei refrattari»). Fonda una cooperativa ortofrutticola sul territorio, gestita secondo i principi del libertarismo anarchico. Negli anni ’70 collabora con l’edizione «Antistato» di Cesena e con una tipografia di Sora (Frosinone), stampando per questi un suo libretto sulla rivoluzione sociale intitolato «Spartaco. La rivolta che dura» (1971). Negli stessi anni, risulta residente negli Stati Uniti, da cui rientra in Italia dove muore all’ospedale di Avezzano (L’Aquila) il 16 marzo 1978.

Annotazioni: Non risulta chiaro il periodo in cui contrae matrimonio con Cantelli Argentina, ma si hanno notizie della loro "convivenza maritale" fin dai tempi dell'emigrazione in Belgio.

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Le informazioni sulla formazione di appartenenza nella Resistenza non sono verificate da tutte le fonti. Nelle riviste AICVAS dedicate alle biografie dei combattenti si parla di Divisione Maiella - ovvero Brigata. Tale informazione sarebbe plausibile se confrontata con le più certe e diffuse informazioni circa l'attività  di comunicazione con gli Alleati sui due fronti della linea Gustav, sopra Cassino, dove si attesta l'attività  resistenziale della formazione indipendente della Maiella.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Nelle fonti relative a questo periodo non è indicata la località  di residenza, ad eccezione della pagina lui dedicata dalla banca dati dei partigiani dell'ANPI (http://www.anpi.it/donne-e-uomini/2530/giuseppe-bifolchi) nel quale si dice che emigra negli Stati Uniti e rientra in Italia a morire. Morte che avverrà  all'ospedale di Avezzano (AQ) il 16 marzo 1978.

Revisore: Erica Grossi