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Singolo ente | Antifascisti combattenti e volontari della Guerra di Spagna

Brigata Maiella

Descrizione: Nel settembre del 1943 l’Abruzzo è attraversato dalla Linea Gustav, che stanzia per lunghi mesi lungo i fiumi Sangro ed Aventino. Le prime forme di resistenza popolare nascono qui in modo embrionale, spontanee ed istintive, per sottrarsi ai bandi di reclutamento per i lavori coatti ed evitare il prelevamento forzoso di beni indispensabili alla sussistenza, ma si organizzano presto in resistenza armata. Alla macchia, rifugiati nei boschi, nelle stalle e nei casolari sperduti, gli uomini della Majella - il massiccio montuoso che domina il territorio - coltivano l’idea di un’opposizione aperta all’esercito invasore. L’occasione si concretizza quando alla fine di novembre il 5. Corpo inglese, attraversato il Sangro, si attesta a Casoli, distante pochi chilometri dalla zona montana e pedemontana della Majella, dove sono trincerate le divisioni germaniche e dove il 16 novembre del 1943 sono già  stati distrutti 16 comuni nel corso della ritirata tedesca secondo la strategia della “terra bruciata” (stragi di Sant’Agata e Pietransieri). Dai paesi devastati si avvia una lunghissima scia di sfollati verso le aree liberate. Ettore Troilo, avvocato torricelliano, antifascista di lungo corso, è tra loro. Attivo fin dalle prime ore nella resistenza Romana, anche in Abruzzo è tra i primissimi a comprendere la necessità  di reagire. Dal dicembre del 1943 si prodiga per superare le diffidenze del comando alleato di stanza a Casoli, riuscendo a far accettare un plotone di volontari italiani che coadiuvi gli inglesi nelle operazioni di pattugliamento e di sostengo ai civili. Nasce così il Corpo Volontari della Maiella (5 dicembre 1943), in seguito denominato Banda Patrioti della Maiella (28 febbraio 1944). Grazie alla fiducia del Maggiore Lionel Wigram, la Banda è aggregata al 5. Corpo britannico dell’8. Armata e diventa operativa militarmente, accogliendo via via i gruppi spontanei formati in altri centri della medesima area (Gessopalena, Lama dei Peligni, Civitella Messer Raimondo, Palombaro, Pizzoferrato ed altri). Le condizioni per l’accettazione della Banda da parte degli alleati si basano su due fondamentali presupposti: la subordinazione militare al comando inglese e l’apoliticità . Ne deriva che le prime operazioni dei partigiani della Maiella avvengono sotto la direzione di ufficiali inglesi, segnatamente di Lionel Wigram, incaricato dei rapporti con i volontari e del loro utilizzo. àˆ lo stesso ufficiale a decidere gli attacchi su Quadri, Fallo, Montelapiano e Pizzoferrato, dove perde la vita. Le operazioni iniziali intendono spezzare i collegamenti tedeschi con le retrovie, con Palena e Roccaraso. Colpiti in questa direzione, infatti, i tedeschi avrebbero dovuto non solo abbandonare la valle del Sangro-Aventino, ma anche aprire agli alleati la strada verso Pescara e quindi verso Roma. Avvenuto ciò, il generale Montgomery dal fronte adriatico avrebbe anticipato Clark sul tirrenico nella liberazione della capitale. Com’è noto tuttavia, nonostante i durissimi scontri, anche sul caposaldo di Ortona, la linea del fronte rimane inamovibile fino alla primavera successiva. Il requisito dell’apoliticità  rimane comunque una caratteristica della Maiella. Ettore Troilo, di solida fede socialista (allievo di Turati e collaboratore di Matteotti), evita di esercitare qualsivoglia influenza politico-ideologica sui suoi uomini. Lo stesso atteggiamento, del resto, è tenuto dal vice comandante Domenico Troilo, che pure, nella primavera del 1944, aderisce al partito comunista. Orientamento esplicito è invece quello istituzionale a favore della Repubblica, che consente a Ettore Troilo di resistere alle esortazioni del capo di stato maggiore Messe di entrare a far parte dell’esercito regolare che in via di ricostituzione, conservando in tal mondo autonoma libertà  di ispirazione e d’azione per la propria Banda. Pertanto la Maiella viene ufficialmente riconosciuta dal Regio Esercito come il primo reparto autonomo di volontari italiani. Gli Abruzzesi, ricordando l’abbandono del Re Vittorio Emanuele III di Ortona, combattono nell’organico strutturale dell’Esercito senza portare le stellette, indossando solo il tricolore. Per tutto il corso dell’inverno e della primavera i Patrioti della Maiella sostengono molti scontri contribuendo in modo determinante alla liberazione definitiva dell’Abruzzo. Dopo la morte di Wigram, il collegamento è affidato al tenente inglese Lamb. In accordo con lui vengono occupate Torricella Peligna e in particolare Fallascoso, presidio più avanzato di tutto lo schieramento alleato. Il 9 giugno del 1944, attraverso il Guado di coccia, la Maiella oltrepassa il contrafforte montagnoso omonimo, dilaga nella Valle Peligna e raggiunge L’Aquila, Campo di Giove e Pacentro. Sulmona è liberata il 13 giugno. Gli abitanti, che attendono l’arrivo delle truppe inglesi e avevano tappezzato la città  di manifesti di benvenuto in lingua anglosassone, rimangono meravigliati nel vedere i partigiani italiani; passata l’incredulità  si abbandonano ai festeggiamenti ed aderiscono in massa alle fila della formazione. La Banda registra così un forte incremento. Da questo momento viene aggregata al 2. Corpo polacco del colonnello Wilhem Lewicki. La Maiella, che rappresenta ormai la forza e lo spirito dell’intero Abruzzo, continua a combattere all’inseguimento dell’esercito germanico. Passa dal proprio territorio alle zone del Chienti e dal Chienti all’Esino fino alla linea del Senio, liberando nelle Marche: Tolentino, San Severino, Serralta, Cingoli (coi partigiani locali anch’essi arruolati), e ancora Apiro, Cupramontana, Arcevia, Caldarola e Montecarotto, fino allo sfondamento della Linea Gotica, avvenuto con la liberazione di Pesaro il 2 settembre 1944. Nella risalita d’Italia, la Maiella opera in costante offensiva tattica, spesso in completo isolamento dai reparti più prossimi e coprendo settori di ampiezza di 15-20 km, di fronte ad un nemico enormemente più forte per mezzi ed unità  disponibili. I suoi uomini maturano così in esperienza militare e coscienza politica. A settembre 1944, durante una breve sosta a Recanati, il comando alleato decide l’aumento degli effettivi di circa mille unità , affidando all’aiutante maggiore del Gruppo, il dr. Vittorio Travaglini, il reclutamento in Abruzzo di nuove leve e graduati. Il consistente incremento di organico, raggiunto sempre su base di volontarismo, comporta la ristrutturazione delle compagnie e viane segnato dall’assunzione del nome definitivo di Gruppo Patrioti della Maiella (settembre 1944). La notte del 20 novembre 1944 la Maiella torna di nuovo in linea. Il Gruppo continua a distinguersi per il coraggio e l’ardimento nelle azioni: impiegato in Romagna occupa d’assalto Monte Castellaccio, Pietramore, Monte Ceparano, Bicocca, Brisighella (5 dicembre 1944), Monte Mauro e Monte della Volpe, tutti posti su terreni minati, fortemente presidiati e logisticamente impervi. Nell’avanzata verso il fiume Senio, la posizione di Monte Mauro è giudicata “impossibile” da prendere. A colloquio con Generale Wisniowski della Divisione Carpazi, il 13 dicembre 1944, il vice comandante e responsabile militare Domenico Troilo si offre di scalare il monte frontalmente, rinunciando all’appoggio dell’artiglieria e riuscendo così a cogliere i tedeschi di sorpresa. La manovra, veloce e silenziosa è impeccabile, costringendo i difensori alla resa. Dopo la battaglia gli ufficiali tedeschi, esterrefatti, vogliono stringere la mano agli uomini che li hanno sconfitti con perdite inconsistenti. Per i polacchi, i volontari guidati da Domenico Troilo, diventano la più formidabile unità  di fanteria da montagna dello schieramento alleato. Gli ultimi combattimenti vedono impegnata la Maiella da Faenza a Bologna: lungo la via Emilia i partigiani abruzzesi giungono ad Imola, occupano Castel San Pietro, Ozzano Emilia e superano il fiume Indice, alle porte di Bologna. All’alba del 21 aprile 1945 la 1. e la 4. Compagnia sono a San lazzaro. La Maiella è tra le primissime formazioni ad entrare da Porta Mazzini, accolta dalla popolazione tra manifestazioni di giubilo. Alcuni plotoni si spingono fino ad Asiago, che liberano insieme alla Brigata Sette Comuni il primo maggio 1945. Lo scioglimento del Gruppo avviene il 15 luglio 1945 a Brisighella, alla presenza delle maggiori autorità  politiche e militari. La Maiella raggiungerà  l’organico massimo di 1326 unità . Verrà  lasciata sempre in condizione di inferiorità  numerica e di equipaggiamento rispetto alle altre unità  alleate e italiane. Alla fine del conflitto conterà  56 caduti, 19 prigionieri e 151 feriti. Venti mesi quasi ininterrotti di combattimento ne fanno la formazione partigiana con il più lungo ciclo operativo. Gli innumerevoli atti di eroismo dei suoi uomini sono attestati, solo tra le decorazioni italiane, da 1 medaglia d’oro, 1 encomio solenne, 16 medaglie d’argento, 45 medaglie di bronzo, 145 croci di guerra. La Bandiera della Banda Patrioti della Maiella è decorata di Medaglia d’oro al valor militare il 14 novembre 1963 ed è conservato nel Sacrario delle Bandiere presso il Vittoriano a Roma. Fonte: http://www.fondazionebrigatamaiella.it/storia2.html

Luogo: Abruzzo; massiccio della Majella
Data di fondazione: 5 dicembre 1943
Data di soppressione: 15 luglio 1945
Tipologia: Formazione partigiana (seconda guerra mondiale)
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