Tomat Domenico di Michele, nato il 28 agosto 1903 a Venzone (Udine). Muratore, comunista. Nel 1916 lavora col genio militare nella val Raccolana come manovale. Dalla primavera all'ottobre 1917 lavora ancora per il genio militare presso Moggio sempre come manovale. Alla fine del 1917 si reca a lavorare in Sicilia nel comune di Castell'Umberto in provincia di Messina, fino alla primavera del 1919. Nello stesso anno, torna in Friuli dove lavora alla stazione di Carnia sul Tagliamento. Lavora fino al 1921 con altre ditte di Venzone come manovale: l'impresa Pittini di Gemona presso la val Venzonetta; e anche in Cadore, a Campolungo in provincia di Belluno, con la ditta Valent. Attivo nel corso delle lotte operaie ed antifasciste del Biennio rosso del primo dopoguerra in Friuli, tra il 1921 e il 1922 espatria una prima volta clandestinamente in Francia. Rientrato in Italia, viene arrestato con altre 164 persone per un episodio di lotta antifascista, il 17 febbraio 1923 a Venzone - nel frattempo si iscrive al Partito Comunista d'Italia - e viene trattenuto nel castello di Gemona per sei mesi. Nello stesso anno viene liberato per svolgere il servizio militare nell'8. Reggimento alpini di stanza a Gemona. Smobilitato nel 1924, ha un nuovo scontro con i fascisti a Portis di Venzone, finendo nuovamente in carcere per altri tre mesi. Viene assolto nel processo ed espatria nuovamente nella primavera dello stesso anno portandosi clandestinamente in Francia attraverso il passo del Moncenisio, Susa e Modane, dapprima a Troyes e poi a Parigi dove lavora come muratore e ottiene la naturalizzazione di cittadino francese il 17 luglio 1928. Qui frequenta gli ambienti dell'emigrazione comunista italiana e partecipa al Congresso degli italiani a Bruxelles nel 1935 contro la "guerra in Abissinia". Il 10 ottobre 1936 entra in Spagna, assegnato al Battaglione Garibaldi, 2. Compagnia, mitragliere. Combatte su tutti i fronti: Boadilla, in dicembre, Mirabueno e Majadahonda nel gennaio 1937 e Arganda in febbraio. Viene promosso sergente e comandante della sezione mitraglieri. Giovanni Pesce lo ricorda nel suo libro “Garibaldino in Spagna” in un episodio rimasto incancellabile nella sua memoria:” …eravamo impegnati sul Jarama nella difesa di Madrid, gli attacchi su susseguivano con ritmi sempre più impressionanti. Tomat ad un certo punto si mise sulla strada principale, con la mitragliatrice puntata in direzione del nemico che avanzava con centinaia di uomini da tutte le direzioni. All’improvviso apparvero i “mori” del Tercio, le truppe coloniali che Franco si era portato dal Marocco. Erano a cavallo, avvolti nei loro splendidi mantelli scuri foderati di rosso, le sciabole sguainate. Tomat non si perse d’animo: fermo dietro la mitragliatrice sparò, ed io con lui, fino all’esaurimento dei colpi. Fu una vera mattanza. Ho chiaro negli occhi l’immagine dei cavalli e dei cavalieri centrati dal fuoco cadere a terra nella polvere, senza vita.” A marzo Tomat entra nella Brigata Garibaldi promosso tenente, poi capitano e partecipa all'attacco a Huesca nel giugno 1937 e all'offensiva di Brunete in luglio per il cui comportamento eccellente viene promosso maggiore comandante del 1. Battaglione. Combatte con questo sul fronte di Saragozza tra l'agosto e l'ottobre 1937. Nel numero 20 de “Il Garibaldino” organo della Brigata Garibaldi del 30 novembre 1937 è pubblicato un articolo a lui dedicato in lingua spagnola: “Vecchio muratore che conserva le caratteristiche della sua professione. Uno che non conosce il limite del suo coraggio, buono come il pane e incapace di fare del male…a meno che si tratti di un fascista. Ha conquistato la fronte i gradi di capitano: ma come proletario preferisce ai galloni la pala ed il piccone. Ha sempre grande fiducia, fiducia in tutti e in tutto. E’ un mitragliere che non può dimenticare le lotte gloriose della sua arma. Quando impugna la mitragliatrice prende la mira con gusto e con quattro colpi mostra al nemico che i vecchi tiratori della Garibaldi sono pericolosi…almeno quanto i giovani. Tutti gli vogliono bene perché sorride sempre ed è stato sempre il primo ad uscire dalla trincea. Ora che comanda il primo Battaglione soffre pensando che invece di essere il primo deve dedicarsi al comando ed al telefono. Gli spagnoli lo chiamano “Tomate” [in spagnolo pomodoro] e gli vogliono bene. “Tomate” non si offende ed il suo Battaglione marcia vittoriosamente ai suoi ordini. Viene poi promosso dal 9 settembre al 26 marzo 1938, comandante interinale della 12. Brigata Garibaldi. Ferito sul fronte di Caspe - il 28 marzo 1938 a Guadalupe - da schegge alle braccia e alle gambe, viene ricoverato negli ospedali di Murcia, Benicàssim - dal 28 marzo al 2 aprile- e di Barcellona dal 3 al 18 aprile, rimanendo mutilato del braccio sinistro. Rientra in Francia, a Chateauroux, tra il luglio e l'agosto del 1938, passando provvisoriamente dal Lussemburgo. Partecipa alla Resistenza francese dal 1940 al 1944, come responsabile della zona libera del MOI e poi con i FTP. Dal giugno 1942 viene incaricato dall'Ufficio Estero del PCI di realizzare il passaggio clandestino di dirigenti comunisti dalla Francia in Italia, attraverso il monte Clapier (3000 metri) sulle Alpi marittime raggiungendo il piccolo centro di Vernante in provincia di Cuneo - perfino facendoli evadere dal campo di Argelès. Passano tra gli altri: Celeste Negarville, Antonio Roasio, Amerigo Clocchiatti, Angelo Leris, Agostino Novella, Giorgio Amendola, Aldo Lampredi, Alighiero Bonciani, Alfredo Mordini, Giuliano Pajetta, Felice Platone. Per questa attività viene decorato al Valor Militare in Francia. Passato egli stesso alla fine del 1944 in Italia, dopo un breve internamento in un campo svizzero, è commissario politico con il nome di battaglia Silvio della 40. Brigata Matteotti di Dionisio Gambaruto operante in bassa Valtellina, con riconoscimento della qualifica dal 3 luglio 1944 al 25 aprile 1945. Alla Liberazione - si trova a Sondrio con a 1. Divisione Garibaldi Valtellina. Il 5 maggio del 1945 partecipa con altri partigiani alla fucilazione di due squadristi. Per questo fatto, nel 1952, viene condannato all'ergastolo in contumacia. Espatriato clandestinamente per sfuggire all'arresto, torna a risiedere in Francia, a Les Pennes Mirabeau, vicino Marsiglia, impossibilitato a rientrare in Italia. Ricopre comunque la carica di consigliere nazionale dell'AICVAS. Muore in ospedale a Marsiglia il 20 dicembre 1985.

Biennio Rosso (dal 1919 fino al 1920)
Congresso degli italiani contro la guerra d'Etiopia (dal 12 ottobre 1935 fino al 13 ottobre 1935)
Battaglia di Boadilla del Monte (dal dicembre 1936 fino al dicembre 1936)
Battaglia di Mirabueno (dal gennaio 1937 fino al gennaio 1937)
Battaglia di Majadahonda (dal gennaio 1937 fino al gennaio 1937)
Battaglia di Arganda del Rey (dal febbraio 1937)
Battaglia di Huesca (dal giugno 1937)
Battaglia di Brunete (dal luglio 1937 fino al luglio 1937)
Battaglia di Farlete (dal agosto 1937)
Battaglia di Fuentes de Ebro (dal ottobre 1937)
Combattimenti sul fronte dell'Estremadura (dal febbraio 1938)
Ritirata di Caspe (dal marzo 1938 fino al 28 marzo 1938)

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Rimane incerta la data di uscita dalla Spagna: il mese indicato nei vari documenti oscilla da maggio ad agosto del 1938.

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Risulta processato e condannato in contumacia nel 1952 per la fucilazione di due squadristi, avvenuta il 5 maggio 1945. Non viene indicato quale sia il tribunale che lo giudica.

Revisore: Erica Grossi