Leonardi Alcide di Clemente e Fontana Cisilda, nato il 18 luglio 1905 a Monchio, frazione di Ciano d'Enza (Reggio Emilia). Verniciatore e bracciante, comunista. Si iscrive nel 1923 alla Federazione giovanile comunista. Perseguitato per la sua attività politica, il 5 settembre 1926 lascia Reggio Emilia rifugiandosi in Francia presso il fratello Claudio. Fra il 1931 e il 1934 è corriere del Partito Comunista d'Italia, incarico che lo porta a rientrare sette volte in Italia fra il 1931 e il 1934, per portare le matrici di stampa de “l’Unità” clandestina. Aderente all’UPI (Unione Popolare Italiana, dopo lo scoppio della guerra civile in Spagna, parte in treno il 17 settembre 1936 insieme ad un folto gruppo di 273 italiani e giunge in Spagna da Port Bou. Giunto ad Albacete, sede delle Brigate Internazionali, incontra Luigi Longo e Felice Platone che diviene l’istruttore militare durante la preparazione del Battaglione Garibaldi. Il 10 dicembre è inquadrato nella 1. Compagnia comandata da Guido Picelli ed assume il nome di battaglia di “Luigi”, utilizzato anche durante la Resistenza. Inviato sul fronte di Madrid, combatte a Cerro de los Angeles, Casa de Campo, Pozuelo, Boadilla e Mirabueno, dove alla morte di Picelli (gennaio 1937) diviene comandante del Battaglione con il grado di capitano. Rientrato sul fronte di Madrid combatte a Majadahonda, Arganda ed a Guadalajara, dove il 18 marzo 1937 è ferito all’avambraccio sinistro e ricoverato in ospedale a Madrid e poi a Murcia. Guarito, per ordine del Partito Il 15 maggio 1937 rientra in Francia e poi inviato in Unione Sovietica dove frequenta una scuola politica. Nel gennaio 1938 rientra clandestinamente in Italia e riprende la sua attività di organizzatore e corriere nella zona di Pescara. Dopo due mesi rientra in Francia per poi tornare a Milano per ricostituire i contattai con i compagni comunisti, interrotti dai numerosi arresti. Lasciata Milano per Roma cerca di rientrare in Francia, ma il 9 aprile 1938 è arrestato alla frontiera franco-svizzera di S. Louis per possesso dei documenti contraffatti: due documenti italiani intestati a Pietro Ferrari, Agostino Ferrari ed un passaporto belga intestato a François Verdune. Tra 9 aprile e 10 dicembre 1938 è in carcere in Francia. Rifiuta la richiesta delle autorità francesi ad entrare nelle Compagnie des travailleurs étrangers (CTE), che esuivano lavori di difesa per l’esercito francese, ed espatria clandestinamente in Belgio, a Liegi. In città rappresenta il PCd'I nel Comitato centrale della Federazione del Belgio dell'Unione popolare italiana ed è responsabile dell’organizzazione di difesa degli emigranti italiani. Durante l’occupazione nazista è arrestato dalla polizia belga ed imprigionato a Saint Léonard (Liegi) e poi a Saint Gilles (Bruxelles). Il 12 dicembre 1940 è tradotto in Italia e arrestato al confine del Brennero. Deferito alla Commissione Provinciale, le autorità fasciste lo assegnano il 27 gennaio 1941 a 3 anni di confino a Ventotene. Liberato il 18 agosto 1943, torna a Reggio Emilia dove è immediatamente chiamato a comporre il comitato provinciale del PCI ed incaricato dell'organizzazione dei “Gruppi di Difesa”. Dopo l'8 settembre fa parte del Comitato militare comunista reggiano, incaricato di costituire i primi gruppi armati partigiani. Comanda dal 1° ottobre il gruppo da cui ha origine la 37. brigata GAP e contemporaneamente organizza e comanda dal primo maggio 1944 la brigata Garibaldi “Walter Tabacchi. L’8 aprile 1944 Leonardi è arrestato a Piacenza dove si era recato, ma con altri 5 compagni riesce ad evadere dal carcere il 20 durante un bombardamento, costringendo il guardiano ad aprire un cancello. Nel giugno raggiunge Bologna e diviene comandante della 7. Brigata Gap “Gianni”. Questa è la sua testimonianza di quel periodo: ”Quando ebbi l’incarico di comandante, la 7. Brigata GAP era già da tempo attiva. Si era formata infatti subito dopo l’8 settembre 1943 riunendo un primo gruppo di giovani operai (10 o 12 in tutto) e anche uno studente. L’attività di questo gruppetto fu fin dall’inizio estremamente intensa e spericolata tanto da creare gravi preoccupazioni ai comandi fascisti e nazisti. Il gruppo faceva colpi di mano, liquidava le spie, recuperava le armi, attaccava depositi e spesso avvenivano anche degli scontri a fuoco nel pieno centro della città. Si trattava di colpi rapidissimi, effettuati da piccoli gruppi che subito facevano perdere le loro tracce. Il primo di questi colpi fu effettuato la notte del 4 novembre 1943 all’esterno del ristorante “Fagiano“, contro un gruppo di tedeschi e il fatto diede luogo ai primi dissidi tra tedeschi e fascisti a proposito dell’“ordine pubblico” nella città. I primi morti della 7. GAP in queste attività volanti furono Ermanno Galeotti che morì il 20 aprile 1944 alla Croce del Biacco in uno scontro coi fascisti, poi lo studente Carlo Jussi che morì il 5 luglio 1944 dopo un’azione partigiana compiuta nei pressi di via Solferino, che finì con uno scontro a fuoco coi fascisti, e poi Massimo Meliconi che morì in combattimento 10 giorni dopo in via Oberdan. Della 7. GAP facevano parte, anzi l’avevano costituita, alcuni compagni più anziani, già da molti anni attivi nel movimento antifascista e alcuni reduci dalle prigioni e dal confino (Gaiani, Nerozzi, Scarabelli, Busi, Venturoli, Bacchilega, Benfenati, Pasquali, Gombi e altri) tutti, naturalmente, schedati dalla Questura e quindi sempre sotto controllo. Perciò, dopo ogni azione nascevano grandi difficoltà per il pericolo di arresti e così tutta la Brigata era sempre in allarme. Le maggiori difficoltà in questo senso la Brigata le ebbe dopo l’azione del 26 gennaio 1944 che portò alla morte del segretario del fascio repubblichino Facchini: i fascisti fecero grandi rastrellamenti e misero in pericolo le basi del gruppo, allora situate nella zona della Crocetta, a Corticella, alla Castellata, in via Barberia 22, in via Mascarella 2 e in via San Felice 119. In seguito poi si estesero in altre zone A seguito dell’interruzione delle comunicazioni tra Modena e Bologna, nell’ottobre 1944 Leonardi abbandona il comando della “Tabacchi” per dedicarsi esclusivamente alla 7. GAP. Già nel luglio 1944 la 7. GAP, solo a Bologna città, raggruppa già circa una quarantina di giovani armati, considerando solo quelli in permanente attività, senza contare, cioè, i molti collaboratori, le staffette, quelli che si interessavano della stampa e dei collegamenti.” Sotto il comando di Leonardi la formazione compie a Bologna azioni audaci, quali la liberazione di 240 detenuti politici dal carcere di San Giovanni in Monte (9 agosto), due attacchi all’Hotel Baglioni, sede del comando tedesco e la battaglia di Porta Lame (7 novembre 1944). Comanda la 7. GAP fino al 21 aprile 1945, giorno della Liberazione di Bologna. E' riconosciuto partigiano dal 9 settembre 1943 alla Liberazione. Per l'attività partigiana è insignito della medaglia d'argento al valore militare con la seguente motivazione: “Animatore ed organizzatore della lotta partigiana in Emilia e successivamente a Bologna, emergeva per e doti di decisione e di ardimento, raggiungendo posizioni di responsabilità e di comando. Particolarmente si distingueva alla testa dei suoi uomini nell’epico combattimento di Porta Lame e nell’assalto alle carceri di San Giovanni in Monte a Bologna, nell’agosto 1944, riuscendo a liberare 240 patrioti detenuti. In ripetute circostanze infliggeva gravi colpi all’organizzazione nemica, sempre dimostrando alto spirito combattivo e di esemplare valore.” Nel dopoguerra è presidente dell'AICVAS Emilia Romagna. Muore a Bologna nel 1983.

Battaglia di Cerro de los angeles (Cerro Rojo)
Battaglia di Pozuelo de Alarcón
Battaglia di Boadilla del Monte
Battaglia di Mirabueno
Battaglia di Majadahonda
Battaglia di Guadalajara
Battaglia di Porta Lame (dal 07 novembre 1944 fino al 07 novembre 1944)
Battaglia di Casa de campo
Battaglia di Arganda del Rey
Liberazione dei detenuti politici dal carcere di San Giovanni in Monte di Bologna
Annotazioni: Fonti archivistiche: Insmli: fondo Aicvas, b. 34, fasc. 140; fondo Archivio Aicvas, b. 5, fasc. 50; fondo Cantaluppi Augusto, fasc. 16. Rgaspi, fondo 545, op. 6, d. 498; Acs: fondo Casellario politico centrale, b. 2764, fasc. B14160. Fonti bibliografiche: A. Lopez, Il Battaglione Garibaldi, Aicvas, Quaderno n. 7, p. 32; Enciclopedia dell\\\'antifascismo e della Resistenza, vol. III, Milano, La Pietra, p. 320; L. Arbizzani, Antifascisti emiliani e romagnoli in Spagna e nella Resistenza, Milano, Vangelista, p. 88-89; Anppia, Gli antifascisti nel Casellario politico centrale. Quaderno n. 11, Roma, 1993, pp. 125-126; L. Arbizzani, Gli antifascisti, i partigiani le vittime del fascismo nel Bolognese. Volume 3. Dizionario biografico, D-L, Bologna, Comune, 1986 (copia reperita on line in data 28/08/2016 alla pagina http://www.iperbole.bologna.it/iperbole/isrebo/strumenti/L2.pdf).

Revisore: Andrea Torre

Revisore: Andrea Torre

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