Fibbi Romeo di Enrico e Bollea Florentina, nato il 30 agosto 1915 a Fiesole (Firenze). Operaio, comunista. Appartenente ad una famiglia di antifascisti di Campiobbi, (Fiesole), emigra dal 1923 con il padre Enrico in Francia, a Lione, dove entra nella Gioventù Comunista nel 1929 e nel Soccorso Rosso Internazionale dal 1932. Già nel 1931 aderisce al Partito Comunista d'Italia e nel sindacato CGT nel 1935. In Italia viene iscritto in Rubrica di Frontiera. Allo scoppio della guerra civile spagnola parte volontario con il padre Enrico nell'ottobre 1936. Il 20 novembre entra nel Battaglione Garibaldi, 2. Batteria Picelli e combatte a Boadilla, Mirabueno, Majadahonda e Guadalajara. Poi passa alla XII Brigata Garibaldi, come sottotenente della Compagnia genio zappatori. Nel numero 16 de “Il garibaldino” organo della Brigata Garibaldi del 15 ottobre 1937, Giacomo Calandrone con il suo pseudonimo di Canapino, pubblica un ritratto umoristico del volontario: “Vissi con il padre di Romeo nel Sud e nel Centro della Francia. Divisi le delizie di un lungo periodo di immigrazione, il che significa molta propaganda e poco pane. Espulsi tutti e due dalla Francia, vivevamo a Saint- Etienne, con altri, in una stanza a pian terreno, in una via periferica, lontani dagli occhi dalla Polizia. II padre mi parlava sempre dei figli, di Romeo e di Giulietta. "Romeo, il mi’ ragazzo, iI mi’ piccino." Io, Morelli e Magnagnocca eravamo convintissimi che i figli di Tempesta fossero dei ragazzetti, o, nella più azzardata delle ipotesi, degli adolescenti. Ma una sera di neve, si presentò alla Bourse du Travail. un pezzo di giovanottone, tarchiato, dalla faccia rotonda come una luna piena, piena da scoppiare." Che vuoi?" "Mi padre. Tempesta." All'anima del mi’ ragazzo! Andammo assieme ad una festa dei Patronati per le vittime del fascismo, Rincasai verso mezzanotte. I Fibbi vennero a casa, alle due. Discutevano. Mi risvegliarono. A Romeo. si era staccato un bottone delta camicia. II padre insisteva perchè andasse a letto: io mentalmente inviavo un'intera costellazione di accidenti al figlio che si ostinava a volere attaccare un bottone, non riusciva ad infilare il cotone nell’ago per la poca luce. ”Per tutte le vergini del serraglio di Maometto, vai a letto!“ Infine vi andò. Ebbene, vedete, il ragazzone che non riusciva ad infilare l’ago; in Ispagna, come comandante interinale del Reparto Genio Zuppatori della Brigata, ha realizzato delle cose magnifiche, dei miracoli di ingegnosità e di costruzione. Ha diretto dei lavori difensivi, ha costruito trincee, rifugi, E’ un asso della costruzione, ed è molto coraggioso. Un suo miliziano ha cantato le sue lodi sul "Garibaldino" della settimana scorsa. Ma tant’e, quando lo vedo mi viene sempre in mente quell’ago che non voleva subire contatti ibridi, pardon, che si ostinava a non farsi infilare…”. Dopo aver combattuto in Estremadura, a Caspe e sull'Ebro, sembra venga retrocesso per aver perduto contatto con la sua unità nel corso di un combattimento. Risulta iscritto al PCE nel 1938. Esce dalla Spagna - secondo il foglio notizie - il 13 settembre 1938, diretto a Vénissieux nella regione metropolitana di Lione. Arrestato al rimpatrio in Italia nel maggio 1943, viene proposto per l'internamento. Liberato nell'agosto 1943, entra nella della 22. Brigata “Lanciotto Ballerini”, divenendone comandante dopo che Aligi Barducci “Potente” passa nella Divisione partigiana “Arno”, operando nella zona del monte Giovi. L’attività partigiana è caratterizzata da azioni di sabotaggio contro le forze tedesche e dal recupero di armi. Il gruppo partecipa inoltre sotto il suo comando alla liberazione di Firenze insieme agli alleati: “Il centro della città era stato liberato dall'insurrezione dell'11 agosto, ma parte della città era ancora preda dei cecchini e dei tedeschi. Il 15 agosto il fronte era ancora molto vicino e la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella era terra di nessuno. Urgeva bonificare la zona, anche per impedire ulteriori distruzioni. Vennero identificati alcuni nidi di mitragliatrici fra il deposito del Romito e la Fortezza da Basso che coprivano tutti i binari e i caseggiati adiacenti. Con un'azione coordinata i partigiani cominciarono ad avvicinarsi sia da dentro la stazione che da fuori. La squadra capeggiata da Romeo Fibbi si attestò nell'atrio delle partenze e cominciò ad avanzare. Dal tetto del deposito locomotive partì una raffica di proiettili esplosivi che inchiodò "Pierino" Valenzano sui binari assolati a ridosso della torre rossa (la vecchia centrale termica della stazione). Vistisi rifiutare l'appoggio dei blindati inglesi i partigiani arrischiarono comunque di raggiungere Valenzano, vi riuscì lo stesso Fibbi che constatò che oramai non dava alcun segno di vita, ma venne a sua volta ferito. Solo dopo una riorganizzazione delle forze e un contrattacco coordinato i partigiani riuscirono a sopraffare la mitragliatrice tedesca e a recuperare il corpo di Valenzano.” Residente a Firenze, nel dopoguerra è molto attivo nell'ANPI locale. Nel 1956 lavorava alle officine delle Ferrovie dello Stato di Porta al Prato e risiede a Fiesole con il padre Enrico. Nessuna ulteriore notizia.

Battaglia di Boadilla del Monte
Battaglia di Mirabueno
Battaglia di Majadahonda
Battaglia di Guadalajara
Combattimenti sul fronte dell'Estremadura
Ritirata di Caspe
Battaglia dell'Ebro
Annotazioni: Le date relative all\\\'ingresso e all\\\'uscita dalla Spagna risultano incerte: stando al questionario AICVAS compilato da Fibbi (in INSMLI - AICVAS, b.28, fasc.121) sarebbe entrato in Spagna il 18 settembre 1936 e uscito il 10 dicembre 1938. Dagli elenchi di volontari in partenza da Lione (in RGASPI, F.545, Op.6, D.477), sarebbe partito il 21 novembre 1936. Allo stesso modo, relativamente alla formazione in cui si arruola prima di entrare nella 12. Brigata Garibaldi, risulta già nella Formazione Picelli prima che questa diventi Battaglione Garibaldi.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Le date relative all\'ingresso e all\'uscita dalla Spagna risultano incerte: stando al questionario AICVAS compilato da Fibbi (in INSMLI - AICVAS, b.28, fasc.121) sarebbe entrato in Spagna il 18 settembre 1936 e uscito il 10 dicembre 1938. Dagli elenchi di volontari in partenza da Lione (in RGASPI, F.545, Op.6, D.477), sarebbe partito il 21 novembre 1936.

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi