22. Brigata Garibaldi Lanciotto / Divisione partigiana Potente
Descrizione: Il 24 maggio del 1944, dalla fusione dei raggruppamenti partigiani “Checcucci”, “Romanelli”, “Lanciotto” e “Fabbroni”, si costituisce formalmente la 22. Brigata Garibaldi “Lanciotto” agli ordini della Delegazione Toscana del Comando Generale delle Brigate Garibaldi. La nuova formazione, intitolata al nome di “Lanciotto Ballerini”, comandante partigiano caduto nel gennaio 1944 a Valibona in uno scontro con i fascisti della “Muti”, accorpa le quattro preesistenti formazioni che nei mesi precedenti hanno operato tra Monte Morello, Monte Giovi, il Mugello e l’Appennino tosco-romagnolo. Dopo i rastrellamenti nazifascisti e la dispersione subita in aprile sul Falterona, l’idea di accorpare queste bande sotto un comando unificato presuppone però l’abbandono di Monte Giovi, non adatto al concentramento di una nuova grande unità partigiana, per trasferirsi in un’area più idonea, individuata nel massiccio del Pratomagno. Il 23 maggio, un gruppo di circa duecento partigiani guidati da Aligi Barducci “Potente” – già membro della banda di Alfredo Bini, poi raggruppamento “Romanelli”, e al quale era stato affidato unanimemente il compito di organizzazione militare della nuova formazione – lascia Monte Giovi diretto sul Pratomagno. Qualche giorno dopo l’arrivo di Potente in Pratomagno la formazione ottiene il riconoscimento ufficiale da parte della Delegazione toscana del comando delle Brigate Garibaldi. I quattro raggruppamenti originari diventano le quattro compagnie costitutive: 1. “Checcucci” con Bruno Bertini “Brunetto” comandante militare e “Cecco” commissario politico; 2. “Fabbroni” con Lazio Cosseri comandante e Vasco Palazzeschi “Mara” commissario; 3. “Romanelli” con “Bini” comandante e “Zio” commissario; 4. “Lanciotto” con Renzo Ballerini comandante e Pietro Corsinovi “Pietrino” commissario. Il comando militare della brigata viene affidato invece a “Potente”, cui si affiancano Giulio Bruschi “Berto” commissario politico e Rindo Scorsipa “Mongolo” Capo di Stato Maggiore. L’attività partigiana nella zona è in rapida ascesa dai primi di giugno con attacchi mirati che si susseguono a danno di tedeschi e fascisti e che contribuiscono a innalzare il livello di tensione. Le azioni di disturbo dirette in particolare dagli uomini della “Lanciotto” sullo snodo viario della Consuma mettono a repentaglio i collegamenti tedeschi tra Valdarno e Casentino. La formazione rimane famosa per la nota battaglia di Cetica, piccolo centro sulle pendici del Pratomagno, al centro dello scontro tra i partigiani e il il comando della 10. Armata tedesca, in allarme per la cattura, ad opera dei partigiani della 23. Brigata “Pio Borri”, del colonnello von Gablenz responsabile del Koruck 594. Questa circostanza determina l\'inasprimento tra Pratomagno, Valdarno e Val di Chiana della repressione tedesca contro civili e partigiani. Dal 27 gli uomini del 2. Battaglione del 3. Reggimento Brandenburg avviano infatti un massiccio rastrellamento tra Montemignaio e Cetica. All’alba del 29 giugno, i reparti del Brandenburg giungono a Cetica. Il conflitto tra i due contendenti è duro e assume la forma di un vero e proprio scontro frontale, inconsueto per chi come i partigiani della “Lanciotto” è abituato a operare con attacchi a sorpresa, come è nella pratica della guerriglia. Nel poco tempo a disposizione si cerca di porre al riparo i civili mentre i tre distaccamenti delle due compagnie presenti a Cetica vengono disposti a semicerchio a monte dell’abitato. Riescono a circoscrivere l’azione degli assalitori, cercando di impegnarli verso altre direzioni e ponendo in salvo così il mulino di Cetica. L’abitato principale, tuttavia, è ridotto in macerie e alla fine della giornata si contano 13 civili (tutti uomini) uccisi dai tedeschi tra quanti erano stati presi in ostaggio. In seguito i partigiani della “Lanciotto” attaccano i tedeschi reduci dall’eccidio uccidendone molti (il contrattacco impedisce ai tedeschi di scavalcare la dorsale del Pratomagno e congiungersi con le forze provenienti dal Valdarno superiore) e decidono di occupare Cetica costituendo una “Guardia civica” per la protezione del centro abitato e distribuendo alla popolazione colpita viveri, coperte e fondi per l’assistenza. L’origine della strage rientra nel rastrellamento del Pratomagno, inasprito da alcuni scontri con la 22. Brigata Garibaldi “Lanciotto”, e va rintracciata con ogni probabilità non tanto nell’episodio del 20, quanto piuttosto nell’aggressività e nel radicamento sul territorio della resistenza locale, dimostrata in più azioni e vissuta dai comandi tedeschi come autentica minaccia. Col progressivo avvicinamento tra luglio e agosto del fronte di guerra alla linea dell’Arno, la formazione, col concorso delle altre Brigate e sotto il comando di “Potente”, si costituisce in Divisione “Arno” contribuendo in modo capitale alla liberazione di Firenze. Fonti: http://www.toscananovecento.it/custom_type/la-22-brigata-lanciotto-e-la-battaglia-di-cetica-29-giugno-1944/ http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=3182
Luogo: ToscanaData fondazione (precisa): 24-05-1944
Tipologia: Formazione partigiana (seconda guerra mondiale)
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