Ricci Mario di Orazio e Mini Barbara, nato il 23 novembre 1901 a Pavullo nel Frignano (Modena) nella frazione di Sassoguidano. Impiegato, comunista. Studia fino alla terza classe elementare poi inizia a lavorare come boscaiolo e nei campi. Iscritto al Partito socialista dal 1919, è vicesegretario provinciale della Federazione giovanile dal 1920 al 1922, quando emigra in Belgio dove si avvicina agli ambienti comunisti. Ritornato in Italia nell'aprile 1923, nel 1924 aderisce alla Federazione giovanile del Partito comunista. Nel 1930 torna ad espatriare in Francia e nel 1931 si trasferisce in Algeria, ad Orano, dove fa parte del gruppo di lingua italiana del Partito comunista fino al 1936. Per la propaganda antifascista in Algeria è iscritto in Rubrica di Frontiera. Nel novembre 1936 entra in Spagna e si arruola nel 3. battaglione “Henry Barbusse” della XIV Brigata, con il quale combatte in Andalusia e a Majadahonda. In seguito passa nel battaglione Garibaldi e partecipa alle operazioni militari di Arganda, Morata de Tajuña e Guadalajara, dove rimane ferito il 14 marzo 1937. Tornato a combattere con la Brigata Garibaldi, è nuovamente ferito sull'Ebro l'11 settembre 1938. Nel febbraio 1939 rientra in Francia ed è internato nei campi di St. Cyprien e Gurs. Nel 1941 ritorna in Italia e qui è processato come antifascista e inviato al confino a Ventotene. Alla caduta del fascismo rientra nel suo paese natale, dove comincia subito ad organizzare un reparto di partigiani, portandosi poi a Montefiorino dove più forte era la lotta partigiana e dove nascerà poi la prima Repubblica partigiana in Italia, la Repubblica di Montefiorino. Molti giovani del luogo, o saliti dalla pianura, si aggregano al suo gruppo, che prende il nome di “Divisione Modena – Armando”, dal nome di battaglia di Mario Ricci che era appunto “Armando”. Questa divisione presidia il territorio del capoluogo del comune di Montefiorino e dei dintorni con le diverse Brigate di cui era formata. Agendo altri raggruppamenti partigiani in diversi comuni modenesi e reggiani vicini a Montefiorino, si decide di riunirli in un unico Corpo d’Armata, al cui comando è designato il partigiano Armando. Alla caduta della Repubblica partigiana seguita all’attacco in forze dei tedeschi le formazioni partigiane si sganciano e la Divisione Armando si trasferisce al di là del crinale appenninico raggiungendo in Toscana la 5ª Armata alleata, a cui si aggrega per continuare la lotta contro i tedeschi. La Divisione, a partire dai 600 uomini che avevano lasciato Montefiorino, per effetto dell’aggregazione di gruppi di partigiani modenesi e bolognesi raggiunge quasi 2000 uomini. I rapporti con gli americani non sono sempre idilliaci e si hanno anche contrasti non solo fra i comandi, ma anche fra le truppe; ottimi invece furono i rapporti con i reparti brasiliani aggregati alla 5ª Armata. La divisione Modena-Armando, inquadrata nelle file della 5ª Armata, rappresenta in Italia una delle poche formazioni partigiane riconosciute cobelligeranti a fianco dell’esercito alleato, assieme alla 28° Brigata Garibaldi “Mario Gordini” ed alla Brigata Maiella. E’ riconosciuto partigiano dal 15 febbraio 1944 al 19 gennaio 1945. Dopo la Liberazione, Mario Ricci è nominato sindaco di Pavullo nel Frignano (Modena) dal CLN locale. Confermato nelle elezioni del 1946 rimane ininterrottamente sindaco della città sino al 1960 e poi per un altro quinquennio. Il "comandante Armando" è stato anche deputato alla Camera, eletto nel 1948 nelle liste del PCI, nella I e II Legislatura ed è stato presidente dell'ANPI provinciale di Modena. Nel 1953 è stato decorato con medaglia d’oro al valor militare in riconoscimento della sua importante partecipazione alla lotta partigiana. Muore a Pavullo nel Frignano (Modena) il 18 agosto 1989.

Battaglia di Majadahonda
Battaglia di Arganda del Rey
Battaglia di Morata de Tajuña
Battaglia di Guadalajara
Battaglia dell'Ebro
Annotazioni: Secondo Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, vol. 5 e Storia e memoria di Bologna il 6 gennaio 1923 è arrestato a Milano mentre partecipa ai lavori del congresso nazionale della FGSI e, tradotto a Bologna, è rilasciato dopo pochi giorni. Emigra quindi in Belgio nel giugno 1923 (e non nel 1922).

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi