Aldegheri Carlo di Mosè e Scartozzoni Maria, nato il 22 febbraio 1902 a Colognola ai Colli (Verona). Calzolaio, socialista e anarchico. Figlio di Mosè di professione calzolaio, ha 5 sorelle e 6 fratelli. Frequenta la scuola fino alla terza classe elementare per poi aiutare il padre in bottega. Nel 1920 si iscrive nel Partito Socialista. Emigrato clandestinamente nel settembre 1922 ad Antibes in Francia, dove esercita anche le professioni di muratore e imbianchino e partecipa all'attività antifascista nelle fila anarchiche. A Parigi nel 1924 è ferito al polmone da un'arma da fuoco sparato da un connazionale fascista nel corso di una manifestazione di protesta: ristabilitosi, è schedato in Francia come sovversivo. Si sposta anche in Belgio e Germania. Nel febbraio 1934 si trasferisce in Spagna e si stabilisce a Sabadell, presso Barcellona. Nel 1933 si sposa con Ana Cànovas Navarro (Anita), giovane operaia anarcosindacalista della CNT. La coppia ha una figlia: Primavera, nata a Sabadell nel 1933. Nel 1934 è iscritto nel Bollettino delle Ricerche (schedina 0747). Allo scoppio della guerra civile Aldegheri si arruola nell'esercito popolare spagnolo, nella colonna alpina di Sabadell, col grado di tenente, con cui combatte a Huesca sul fronte di Aragona. In una lettera al padre del 16 dicembre 1936, afferma che “…stava nascendo una nuova aurora in Spagna…”. Uscito dalla Spagna nel febbraio 1939, Aldegheri è internato ad Argelès, dove aderisce al gruppo anarchico "Libertà o Morte" e poi a Gurs prima di essere arruolato nelle 'Compagnie de travailleurs ètrangers' ed inviato ai lavori forzati. Il 10 giugno 1940 è fatto prigioniero dai tedeschi a Dunkerque ed è in seguito internato per sette mesi nel campo di concentramento di Sagan (Breslavia). Riconsegnato ai francesi è internato in un campo a Reims, da cui è rimpatriato su richiesta delle autorità italiane insieme alla moglie spagnola. Arrestato al confine del Brennero, nell'agosto 1941 Aldegheri è imprigionato a Verona nel Carcere degli Scalzi. Deferito alla Commissione Provinciale, il 3 settembre 1941 è assegnato a 5 anni di confino ed internato a Ventotene (la stessa ordinanza include procedimenti inerenti Composta Antonio e Leonardo Rizzotto, tutti combattenti antifranchisti di Spagna). Il 6 settembre 1943 è trasferito nel campo di Renicci di Anghiari, dove è ferito al braccio a causa di un bombardamento. Tenta la fuga dall'Ospedale di Arezzo, ma è presto arrestato. Evade finalmente in seguito a bombardamento e raggiunge nel gennaio 1944 Caldiero (Verona) con mezzi di fortuna. Qui Aldegheri entra a far parte del CLN locale ed è in contatto con la missione Rye. Arrestato il 10 settembre 1944 dai tedeschi è internato nel campo di Bolzano, ove è utilizzato in qualità di calzolaio. Liberato nel maggio 1945, gli viene riconosciuto il grado di sottotenente nella guerra di Liberazione. Aldegheri nel dopoguerra è attivo nell'UVAM (Unione Veronese Antifascisti Militanti). Nel 1951, deluso dalla mancata epurazione dei fascisti, si trasferisce definitivamente in Brasile, dove è raggiunto da Anita e dalla figlia Primavera. Impianta a Guarujà (stato di San Paolo) un piccolo laboratorio calzaturiero e prosegue l'attività politica. Promuove e sostiene iniziative editoriali anarchiche e contribuisce all'acquisto di una tipografia per il locale movimento libertario. Muore il 4 Maggio 1995. A Guarujà nel 2010 sono a lui intitolati un Centro studi libertari ed una Biblioteca.

Battaglia di Huesca
Annotazioni: Dati estratti da fonti archivistiche: Insmli, fondo Aicvas, b. 8, fasc. 63; Insmli, fondo Cantaluppi Augusto, fasc. 1. Dati estratti da fonti bibliografiche: Berardo Taddei, Veronesi nella Spagna repubblicana, Verona 1975; Del Pont A., Antifascisti nel Casellario politico Centrale, Quaderno n. 1, Anppia, 1988; Umanit� nova, 1993, n. 29; Giorgio Sacchetti, Renicci, 1943. Internati anarchici: storie di vita dal Campo 97, Aracne, 2013.

Revisore: Andrea Torre

Revisore: Andrea Torre

Revisore: Andrea Torre

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