Rossetti Adriano di Giovanni e Porta Variolo Maddalena, nato il 29 gennaio 1894, a Mongrando (Biella), allora sotto la provincia di Novara. Muratore, comunista. Il padre muratore trascorre ogni anno 8-9 mesi nei cantieri in Francia. Adriano, fin dall'età di 12 anni lavora come garzone di manovale insieme al padre, come molti dei suoi coetanei di paese, vivendo anche l'esperienza del lavoro stagionale oltralpe. Nel 1909, quando Adriano ha 15 anni, dopo aver dato in affitto la terra che possiede, la famiglia decide di trasferirsi a Grenoble (Savoia) spostandosi poi sul territorio francese per seguire le possibilità lavorative - da Chalon-sur-Saène, a Le Creusot e poi di nuovo Grenoble. Nel 1914, lo scoppio della Prima guerra mondiale li costringe a rientrare in Italia, a Mongrando. Così, nel 1921 Adriano lascia il partito socialista a cui aveva aderito ed entra in quello comunista di Biella. Poi torna a lavorare a Reims (Alsazia) con il padre, mentre il resto della famiglia resta a Mongrando. Nel 1923, Adriano torna in Italia per sposare in febbraio la fidanzata Giuseppina, detta Fifina, nata a Saint Andrè de Maurienne nel 1899, anche lei della stirpe dei Rossetti da un altro ramo della famiglia. Già il giorno dopo le nozze ripartono insieme per la Francia stabilendosi a Aulnauy-sous-Bois (Senna-Saint-Denis), dove è attivo nel sindacato e partecipa a manifestazioni e scioperi facendosi notare dalla polizia francese. Così nel dicembre 1924 viene fermato durante una manifestazione e colpito da mandato di espulsione. Invia quindi a Mongrando prima la moglie e la figlia di pochi mesi e 15 giorni dopo parte anche lui insieme all'amico e compaesano Giovanni Calligaris, anche lui espulso dalla Francia. Tra il 1925 e il 1926 è in Italia dove lavora e continua a svolgere attività politica. Viene arrestato nel 1927 e deferito al Tribunale Speciale insieme a molti membri della sua famiglia con l'accusa di propaganda clandestina sovversiva (ordinanza n.44 del 5 luglio 1927). Sconta pochi mesi di prigione ma viene poi assolto per insufficienza di prove (sentenza n.46) e sottoposto a diffida. Torna a Mongrando e riprende a lavorare finché tre anni dopo, nel 1930, si presenta la possibilità di emigrare di nuovo grazie al lasciapassare concesso da Mussolini per quanti abbiano urgenti necessità economiche e di lavoro. Adriano sfrutta la situazione anche se le sue reali ragioni non sono lavorative, ma di tipo politico: in Italia è ormai sottoposto a controllo, per svolgere qualsiasi attività antifascista e sindacale deve emigrare. Riesce a convincere la polizia fascista che emigrerà a Mulhouse nell’Alto Reno, per lavorare come muratore nell'impresa di uno zio della moglie, invece va a vivere insieme al fratello Mario, anche lui attivo antifascista, a Villeparisis (Senna e Marna), dove nel giugno 1931 anche la moglie e la figlia riescono a raggiungerlo, fingendo di voler visitare l’Esposizione Coloniale di Parigi. A Parigi è attivo nei gruppi del sindacato CGT e nel Soccorso Rosso internazionale, riuscendo a tenere nascosta alle autorità italiane la sua attività antifascista fino al dicembre 1933 quando la polizia fascista lo scopre essendosi rimessa sulle sue tracce. Nella sua casa di Villeparisis passano molti militanti e antifascisti, anche esponenti del Centro estero del partito. Dopo lo scoppio della guerra civile in Spagna, Rossetti parte da Villeparisis il 21 novembre 1936, insieme ad altri compagni tra i quali il compaesano Giovanni Calligaris, portandosi in Spagna dove viene inquadrato prima nella Formazione Picelli e poi, come commissario politico, nella 2. Compagnia del Battaglione Garibaldi. Combatte a Boadilla, Mirabueno, Majadahonda e Arganda, poi a Guadalajara, e su questo fronte rimane gravemente ferito al ventre il 14 marzo 1937. Viene decorato con la medaglia d'oro al valore sul campo con questa motivazione: "Bravo e coraggioso commissario politico, che tutti i miliziani stimano e ammirano ferito gravemente sul fronte di Guadalajara". Il 13 luglio 1937 il giornale della Brigata Garibaldi "Il Garibaldino", pubblica nel numero 5 la notizia della medaglia al valore. Ritornato per cure in Francia, a fine maggio, passa molto tempo a Parigi in ospedale. Essendo ormai molto noto alla polizia si trasferisce a Montreuil (Senna-Saint-Denis). Dopo la morte del cognato Arialdo, nel 1943, si sposta a Modane (Savoia) su indicazione del Partito, per passare la frontiera e rientrare in Italia. A maggio viene arrestato al confine a Bardonecchia e inviato a Vercelli dove la Commissione provinciale, in data 9 luglio 1943, lo assegna al confino per 3 anni per attività sovversive in Italia e all'estero. Il 26 luglio ne viene iniziata la traduzione a Subbiano (Arezzo) ma, in seguito alla caduta del fascismo, viene fermato a Milano e trattenuto in carcere. Liberato nella seconda metà di ottobre, è tra gli organizzatori della 2. Brigata Garibaldi, di cui è il primo commissario politico. Il 2 marzo 1944 viene arrestato da agenti della Questura di Novara ma, non essendoci nulla a suo carico, viene rilasciato. Trasferito in Valle d'Aosta, diventa il commissario politico della 2. Brigata “Biella” e successivamente della 7. Divisione Garibaldi, attiva nel Canavese. Nel dopoguerra ricopre posti di responsabilità nell'organizzazione comunista in Valle d'Aosta e nel Biellese; è anche assessore comunale a Mongrando e dirigente dell'ANPI biellese. Muore a Mongrando il 9 giugno 1962.

Revisore: Erica Grossi

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