Caselli Lucilio (detto da tutti Luciano) di Gildo e Goretti Domenica, nato il 22 luglio 1911 a Mercato Saraceno (Forlì). Operaio, rappresentante di commercio, comunista. Terzogenito di sette figli, la famiglia di simpatie repubblicane abita a Monte Iottone, una frazione di Monte Saraceno, nota per l’estrazione dello zolfo. Frequenta la scuola fino alla terza classe elementare in Italia. Nel 1923, emigra con la madre e alcuni fratelli in Francia, dove raggiunge il padre e altri parenti a Ottange (Moselle) al 51 di Rue Saint Paul. Tra i dodici e i quattordici anni frequenta le scuole elementari francesi e poi, nel 1925, diventa operaio metallurgico nelle miniere della società Habir. Successivamente è rappresentante di commercio alla Maison du Commerce nel dipartimento di Meurthe-et Moselle. Nel 1927 si iscrive al Partito Repubblicano italiano, adesione che manterrà fino al 1934. Tra il 1931 e il 1934 è inviato a lavorare come sterratore alla fortificazione della linea Maginot. Nel 1935 aderisce alla Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo e nel 1935 alla Gioventù Antifascista Unificata. Dopo lo scoppio della guerra civile parte per la Spagna, giungendo in treno a Barcellona il 26 dicembre del 1936. Le autorità italiane vengono a conoscenza della sua partenza dalla corrispondenza sospetta tra Francia e Italia. Raggiunta Albacete si arruola come fuciliere nella 3. Compagnia italiana del Battaglione Dimitrov nella XV Brigata internazionale, partecipando alla battaglia del Jarama nel febbraio 1937, dove viene ferito il 14 febbraio alla testa ed al piede per cui è curato negli ospedali di Murcia ed Elche. Il 18 aprile 1937, è trasferito alla XIV Brigata Internazionale fino a settembre 1937, combattendo a Valsain (Segovia) nel maggio-giugno 1937 e Cuesta de la Reina nell’ ottobre 1937. Promosso sergente maggiore nello Stato Maggiore e responsabile del servizio quadri, svolge anche attività di interprete. Combatte a Caspe nel marzo 1938 e nell’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro nel luglio 1938. A seguito del ritiro dei volontari internazionali deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, passa nella XII Brigata Garibaldi col grado di sottotenente, venendo avviato al campo di smobilitazione di Torellò e ottiene l’iscrizione la Partito Comunista Spagnolo. Il 28 ottobre 1938 partecipa alla commuovente sfilata di saluto che Barcellona offre ai volontari, la cosiddetta “Despedida”. Nel febbraio 1939 esce dalla Spagna per entrare in Francia con i resti delle Brigate Internazionali. Viene internato prima a Argelès poi a Gurs fino all’aprile 1940. Alcune fonti lo riportano internato anche a Saint-Cyprien. Viene poi arruolato, nelle Compagnie di Lavoro per Stranieri (CTE) e inviato a fortificare lo Jura, sulla frontiera svizzera. Nel giugno del 1940, con l’avanzata tedesca, viene rimandato verso l’interno nel campo T.O.E.C (Toulouse Olympique Employèès Club) fino all’agosto del 1940, quando è inviato a campo di Vernet d’Ariège. Dopo la resa della Francia, quando a settembre la Commissione Italiana per l’Armistizio visita il campo, chiede di essere rimpatriato, inviando anche una relazione della sua permanenza all’estero alla Commissione di Marsiglia. Nel maggio del 1941 la gendarmeria lo consegna alla polizia italiana di Mentone che lo arresta e lo traduce poi nelle Carceri Giudiziarie di Forlì. Deferito alla Commissione provinciale di Forlì viene assegnato con ordinanza del 13 luglio 1941 al confino per tre anni sull’isola di Ventotene, per attività sovversiva svolta all’estero. Liberato il 10 agosto 1943 dopo la caduta del fascismo, rientra a Cesena nella bassa cesenate e partecipa intensamente all’attività organizzativa dei primi nuclei partigiani con nome di battaglia di “Berto”. Il primo GAP denominato “Antonio Gramsci” viene formato da Caselli, Adriano Benini, Fabio Ricci e Leopoldo Lucchi in casa di un contadino di Bagnile che più tardi diventerà anch’egli un gappista e scoperto verrà imprigionato e fucilato nelle carceri di Forlì. Dal settembre del 1943 la rete dei GAP si estende a tutta la provincia impegnando seriamente i nazifascisti in una serie di attentati e sabotaggi. Famose le azioni della bomba alla Casa del Fascio di Cesena e l’assalto alla Rocca di Cesena del febbraio 1944, in cui i gappisti riescono a liberare numerosi prigionieri. Il 29 aprile Caselli riesce a scampare ad un imponente rastrellamento e allora i diversi gruppi GAP si riuniscono nella 29. Brigata GAP “Gastone Sozzi”, di cui è comandante, con Giulio Garolia “Pirò” vicecomandante, Luciano Lama “Boris”, capo di stato maggiore, Sergio Flamigni “Sergio”, commissario politico, Scevola Franciosi, “Scevola” vicecommissario politico. Il reparto si struttura in Battaglioni, denominati in base alle tre principali località della provincia: Forlì, Cesena e Rimini, a loro volta suddivisi in Distaccamenti. La base di appoggio viene spostata a Forlì, dove Caselli conosce Cesarina Bassetti, staffetta partigiana che diventerà sua compagna di vita. L’azione della 29. Brigata trova il suo culmine nell’estate del 1944, con la cosiddetta “battaglia del grano”, svolta in collaborazione dei contadini per impedire la trebbiatura del grano che altrimenti sarebbe stato requisito dalle truppe naziste in fuga. Il 30 novembre 1944, a seguito dello sfondamento della Linea Gotica e la liberazione della Provincia di Forlì da parte delle forze alleate, su precisa disposizione del Comando alleato, la 29ª Brigata viene definitivamente smobilitata, dopo aver sfilato per le strade di Forlì assieme alla 8. Brigata Garibaldi ed al Battaglione “Corbari”. Troviamo allora Caselli impegnato nella ricostruzione del paese, lavorando nel CLN, nell’ANPI, Partito Comunista, ecc. Nel 1945 sposa Cesarina Bassetti, tornando ad operare nel forlivese come comandante della vigilanza notturna. Muore nella Federazione del PCI di Forlì il 19 settembre 1946.

Annotazioni: Nasce a Mercato Saraceno, frazione Ciola, da Domenico e Goretti Domenica. Anche se alcune fonti riportano diverse date di nascita, ad esempio il 22 luglio 1911 o il 22 luglio 1914, quella da cui si risale nei documenti del CPC è la più frequente e data la nascita al 25 luglio 1911. Come egli stesso dichiarerà  interrogato dalla polizia, all’età  di dodici anni, dunque, nel 1923, emigra in Francia con la madre, i fratelli Alfredo, Filomena e Iole, per raggiungere il padre e alcuni parenti stabiliti a Ottange nella zona mineraria della Moselle. Qui, prima frequenta fino al 1925 la scuola elementare francese, poi inizia a lavorare come operaio metallurgico per la società  HABIR. Nel 1925, come egli stesso racconta, si iscrive a una società  musicale composta di elementi italiani vicina agli ideali repubblicani. Per questo, nello stesso anno, si iscrive al Partito Repubblicano pur senza praticare alcuna attività  politica. Tra il 1931 e il 1934, viene inviato sulla linea Maginot a partecipare ai lavori di fortificazione. Nel ’34, lavora per un’altra società  mineraria belga la G.Viener. All’inizio del 1935, invece, di nuovo a Ottange, fa il commesso per la casa commerciale MALHERS nella vendita all’ingrosso di vini.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Risulta che nel dicembre 1936, a causa delle difficoltà  economiche della sua famiglia, decide di partire per la Spagna. Il 28 dicembre giunge a Barcellona dove si presenta al CNT che lo invia col foglio di via ad Albacete e da lì a Torrelodones. Qui entra nella XIV Brigata Internazionale francese, per la quale riveste il ruolo di sergente maggiore e nel Battaglione Dimitrov sotto il comandante Carlo Penchienati (CPC, Consolato di Metz, 25 luglio 1938; 22 settembre 1941). Con lo stesso grado nel battaglione Garibaldi (poi Brigata), partecipa a tutte le battaglie intorno a Madrid e Aragona (Casa de Campo, Guadalajara, Huesca, Brunete, Ebro), tra il 1937 e il novembre del 1938. Nel gennaio del 1939 esce dalla Spagna e nel febbraio viene internato prima nel campo di Argelès-sur-Mer. Da qui, per i trenta mesi successivi, viene trasferito in altri campi.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Alcune fonti lo dicono prigioniero anche nel campo francese di Saint-Cyprien, ad ogni modo i documenti del CPC lo dicono poi arruolato nelle CTE francesi di Gurs tra l’aprile del 1940 e il giugno del 1940. In questo stesso mese, viene inviato sul confine franco-svizzero, a Doubs, per prendere parte ai lavori di fortificazione. L’avanzata dei tedeschi, spinge le autorità  francesi a rimandare tutti nell’entroterra, viene così spedito nel campo trincerato di Toulouse (TOEC), dove resta fino al 15 agosto quando viene trasferito in quello di Vernet. Qui, nel settembre, in occasione della visita della Commissione italiana, esprime la sua volontà  di essere rimpatriato e invia, in seguito, «una dettagliata relazione sulle sue vicende all’estero» alla Commissione Italiana di Armistizio a Marsiglia per essere rimpatriato. Il 13 maggio 1941 viene rimpatriato, consegnato dalla gendarmeria francese alla polizia italiana a Mentone. Qui è arrestato e traslato nelle Carceri di Forlì. Il 27 maggio è interrogato dal Commissario Domenico De Nozza che invia richiesta di assegnamento al confino politico «tenuto conto della particolare attività  sovversiva svolta dal Caselli all’estero». La Commissione provinciale riceve autorizzazione ministeriale (14 giugno 1941) e approva il 13 luglio del 1941 approva il confino per cinque anni a Ventotene per Caselli come «elemento pericoloso per gli ordinamenti politici e sociali costituiti nello Stato». Liberato nell’agosto del 1943, rientra a Cesena e entra in contatto con i primi nuclei partigiani di pianura e di montagna. Dal settembre alla Liberazione è comandante della 29. Brigata GAP Gastone Sozzi di Forlì. Stando a quanto riportato dalla fonte L' Italia al confino : le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943 ; pubblicazione patrocinata dall'ANPPIA nazionale. V. [3] / Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini. - Milano : La pietra, p.942, l'assegnazione del confino è datata 13 luglio 1941 per un totale di tre anni, da cui risulta poi prosciolto e non liberato nell'agosto 1943. La stessa fonte bibliografica, inoltre, riporta Casalli Lucilio, in luogo di Caselli Lucilio

Revisore: Erica Grossi