Pontoni Bruno di Giuseppe e Peteani Giuseppina, nato il 20 agosto 1900 a Trieste. Ingegnere elettromeccanico, comunista. Attivo fin da giovane con le organizzazioni antifasciste, nel 1919-1920 partecipa alle lotte del cosiddetto Biennio rosso insieme ai giovani socialisti - tra gli altri Vidali, Visentin, Iaksetich. Nel 1925, a seguito del delitto Matteotti, aderisce al PCd'I. Studente al Politecnico di Torino fa parte del Comitato federale del partito. Nel 1927 entra alla FIAT e dà  vita al giornaletto di fabbrica "Il Martello". Per l'attività  politica viene arrestato una prima volta a Roma. Riesce a laurearsi in ingegneria elettromeccanica nel 1928 e ritorna a Trieste. Viene di nuovo arrestato per ragioni politiche il 1. giugno 1928 insieme ad altri membri del Comitato federale del PCd'I e il 15 agosto deferito al Tribunale Speciale per ricostituzione del partito. Il Tribunale Speciale lo condanna a due anni di carcere con sentenza n.156 del 18 dicembre 1928. Scontata la pena nelle carceri giudiziarie di Arezzo, esce il 1. giugno 1930 e rientra a Trieste dove riprende il lavoro nel partito. Nel novembre 1930 viene nuovamente arrestato e il 2 dicembre 1931 la Commissione provinciale di Trieste lo destina insieme a Cumar Umberto al confino per 4 anni per attività  comunista. Viene inviato ad Agnone, Ponza e Lipari. Il 12 dicembre 1932, mentre si trova a Lipari, viene accusato di propaganda sovversiva tra i confinati e deferito al Tribunale Speciale con sentenza n.255 che però si conclude con il proscioglimento per non luogo a procedere. Il 26 novembre 1933 riesce ad evadere ed espatria clandestinamente in Francia, a Parigi. Iscritto in Rubrica di Frontiera. Da qui, nel 1934 viene inviato a Mosca dove frequenta la scuola leninista. Nel maggio 1936 rientra a Parigi e il 20 agosto dello stesso anno è tra i primissimi volontari a raggiungere la Spagna. Attraverso Giustizia e Libertà  si arruola nella Sezione italiana della Colonna Ascaso e si porta da Barcellona sul fronte di Huesca. In settembre combatte a Monte Pelato e in novembre sul fronte di Tardienta-Almudévar. Tenente dei reparti del Genio, si ferma sul fronte di Aragona sino alla primavera del 1937, poi si sposta sul fronte di Madrid, arruolandosi nelle Brigate internazionali quale istruttore dei genieri con il grado di capitano, alla base di Albacete. Riveste anche il ruolo di interprete per i consiglieri sovietici sul fronte di Madrid. Dopo la ritirata di Caspe si porta via mare a Barcellona dove dall'agosto 1938 al febbraio 1939 cura le trasmissioni in lingua italiana della radio spagnola per il Ministero della propaganda del governo repubblicano. Uscito dalla Spagna, raggiunge Parigi ma qui, dopo breve tempo, viene arrestato e internato a Saint Cyprien, Gurs e Vernet. Tradotto in Italia nel 1941, viene arrestato nel gennaio 1943 e trattenuto in carcere fino al febbraio 1943 e poi rinviato al confino a Ventotene. Liberato il 21 agosto del 1943, rientra a Torino e riprende l'attività  clandestina nel partito. Nella primavera del 1944 entra nelle formazioni garibaldine locali quale capo di stato maggiore della 17. Brigata partigiana e poi quale ispettore di polizia della 3. Divisione Garibaldi in Val di Susa fino alla Liberazione. Muore a Trieste il 7 settembre 1975.

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

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