Fornasiero Flavio Ribelle di Ferruccio e Ferrarese Geltrude, nato il 28 luglio 1913 a Adria (Rovigo). Operaio, antifascista. Di famiglia contadina del Polesine, il primo agosto 1931 viene diffidato per un poemetto da lui scritto in onore di Matteotti e il 17 novembre 1931 è denunciato in stato d'arresto per aver promosso e partecipato a uno sciopero di disoccupati ad Adria. In attesa della sentenza della magistratura, la Commissione provinciale per i provvedimenti di polizia assegna a Fornasiero, con sentenza del 27 gennaio 1932, cinque anni di confino a Lipari dove giunge nel marzo del 1932. Il 20 maggio 1932 la Corte di appello di Venezia emette la sentenza: è condannato per “violenza e resistenza a pubblici ufficiali ed istigazione alla disobbedienza delle leggi” ad un anno di carcere, ridotto in appello a sette mesi. Nell'ottobre 1932 fruisce dell'indulto concesso da Mussolini per il decennale del regime: l'11 dicembre lascia Lipari per tornare ad Adria dovendo però chiedere autorizzazione scritta dei carabinieri per potersi allontanare dalla città. L'anno successivo, nell'agosto 1933, raggiunge l'Austria con l'dea di recarsi in Unione Sovietica, ma viene fermato in Cecoslovacchia. A novembre 1933 è in Francia prima a Mulhouse, poi a Parigi. Il 31 gennaio 1934 gli viene imputata la condanna, dal pretore di Silandro (Bolzano), di tre mesi di arresto e 2.000 lire di ammenda per espatrio clandestino. Tra giugno e novembre 1934 si reca a Bruxelles, poi ritorna a Parigi. Nella primavera del 1935 torna in Belgio e nel mese di luglio gli viene riconosciuta la qualifica di rifugiato politico dall'apposita commissione interministeriale. Allo scoppio della guerra civile in Spagna, nell' agosto del 1936 parte per Barcellona ed entra a far parte della Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso delle CNT-FAI, come soldato. Prende parte ai combattimenti di Monte Pelato e a quelli sul fronte di Huesca, dove è ferito, per errore, da un compagno alla gamba sinistra. Affetto anche da pleurite è costretto a rientrare in Belgio dove viene ricoverato a Chateau de Fallais presso Huy (Liegi) tra il dicembre 1936 e il gennaio 1937. In questo periodo non riesce ad ottenere il passaporto per rientrare in Italia, torna quindi a Parigi dove, minacciato di arresto e di un conseguente procedimento penale, viene convinto dal funzionario di polizia ad arruolarsi nella Legione Straniera. Imbarcato a Marsiglia nel maggio 1937 viene inviato a Sidì Bel Abbès in Algeria ed inquadrato in una compagnia di mitraglieri. Nella primavera del 1938 passa in Marocco e vi resta fino alla fine del 1941. Nel 1942 è di nuovo in Algeria dove viene catturato, internato nei campi di concentramento di Baudens e consegnato alla Commissione Italiana di Armistizio con la Francia (Ciaf). Il 31 marzo 1942 viene consegnato alla polizia di frontiera italiana di Mentone. Il 12 aprile viene tradotto a Rovigo e rinchiuso in carcere. Il 6 giugno 1942 la Commissione provinciale per i provvedimenti di polizia gli assegna cinque anni di confino a Ventotene, ne esce il 16 agosto 1943. Alla caduta del fascismo. Nel periodo di detenzione gli viene imposto di cambiare il suo nome “Ribelle” i quello di “Flavio”. Nello stesso periodo aderisce al comunismo. Una volta libero, torna inizialmente ad Adria e poi è organizzatore della Resistenza nel Polesine. Dopo la Liberazione è nominato ufficiale dal governo Parri e incaricato di dirigere un campo di prigionieri fascisti. Nel dopoguerra, tra le altre cariche, è eletto consigliere comunale di Adria e segretario della Camera del Lavoro, responsabile degli Enti locali per la federazione Comunista di Rovigo. Collabora, inoltre, con vari giornali e riviste comuniste. Membro del Consiglio Nazionale dell’ANPPIA, nel 1977 pubblica il libro di memorie "Cantavamo l'Internazionale" e nel 1985 un’interessante ricerca critica sul Congresso socialista di Livorno del 1921 dal titolo “Cronaca di un congresso”. Muore a Rho (Milano) il 21 settembre 1999.

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

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