Suardi Emilio di Carlo e Carminati Giacomina, nato il primo aprile 1905 a Romano di Lombardia (Bergamo). Operaio, comunista. Di famiglia operaia, resta orfano di padre a 11 mesi e a 13 anni è costretto a interrompere gli studi per trovarsi un lavoro, si trasferisce, quindi, a Milano. Trova un impiego in un'impresa di manutenzione delle ferrovie statali, diretta da un tale Viola, uno degli assassini di Matteotti. A Milano, intanto, bencheè non iscritto a nessuna organizzazione, partecipa a tutte le manifestazioni operaie antifasciste. Viene arrestato una prima volta nel 1923 in seguito ad un attentato al treno Parigi-Roma, sul quale viaggia il sottosegretario agli esteri del governo fascista. Interrogato e trattenuto in carcere, è rilasciato e sottoposto a tre mesi di sorveglianza speciale. Viene comunque licenziato ed è costretto nuovamente a cercarsi un lavoro. Ma alla fine del 1923 parte per il servizio militare. Rientrato a Milano, trova lavoro alla Breda ferroviaria di Sesto San Giovanni: è il 1925. Tenta di mettere in piedi un’organizzazione sindacale clandestina all'interno della Breda ma scoperto, viene licenziato in tronco. Dopo molti tentativi di ritrovare un lavoro, nel settembre 1930 emigra in Francia. E a Sathonay, vicino a Lione, oltre a trovare lavoro milita anche nei Gruppi proletari antifascisti (GPA). Dopo una spedizione punitiva presso un bar frequentato dai fascisti, viene denunciato e per sfuggire all'arresto si reca a Villerbanne, ospite di una famiglia di antifascisti. Qui entra in contatto con gruppi di comunisti italiani fuoriusciti e prende la decisione di iscriversi al PCd'I. èè arrestato il 26 ottobre 1932, durante una manifestazione a Lione contro l’arrivo di un gerarca e deputato fascista, Giarratana, venuto dall'Italia per le celebrazioni del decennale della marcia su Roma. Sottoposto per vari giorni a interrogatorio in commissariato, dopo dodici giorni, è privato dei documenti e colpito da espulsione come èelemento pericolodo e indesiderabile. Col nome di Alfredo Sassi resta clandestino in Francia e si trasferisce a Digione dove assume la direzione dei Gruppi di lingua italiana della zona. Il 17 giugno 1933 è iscritto (per attivitè antifascista all’estero) nella Rubrica di Frontiera. Nel 1936 matura la decisione di partire per la Spagna ma viene prima incaricato di reclutare volontari tra gli italiani. La missione si rivela fallimentare. Parte nella seconda metà  dell'ottobre 1936 da Digione, arrivando ad Albacete, centro di reclutamento delle Brigate Internazionali e successivamente al Pardo di Madrid, dove incontra Picelli, organizzatore della prima compagnia di quello che sarè il Battaglione Garibaldi. Lascia il Pardo a dicembre e si reca al fronte per combattere col gruppo Picelli - giè incluso nel Battaglione Garibaldi - a Boadilla del Monte, dove viene gravemente ferito alla spalla destra. Dopo le prime cure all'ospedale da campo di Madrid, viene ricoverato per la convalescenza a Benicasin, qui assume l'incarico di commissario politico del centro sanitario per diversi mesi. Nell'ottobre del '37 torna alla Brigata Garibaldi dove mantiene l'incarico di commissario politico del 2. Battaglione, partecipando all'offensiva in Estremadura. Durante l'offensiva fascista in Aragon è commissario del 4. Battaglione, che ha riorganizzato in poche settimane. Quando nel marzo 1938, dopo la ritirata di Caspe, si pone il problema della riorganizzazione della brigata, Suardi viene affiancato come commissario politico a Vaia, ma affinchè entrambi i massimi incarichi di comando non fossero occupati da italiani, egli viene presto sostituito da uno spagnolo e inserito nello stato maggiore della 45. divisione, che raggruppava le Brigate Internazionali, come commissario istruttore. Quando il 15 agosto 1938 Vaia viene sostituito nel comando, Suardi torna come commissario alla Garibaldi e combatte tutta la battaglia dell'Ebro. Dopo la decisione di ritirare le Brigate Internazionali, Suardi è alla testa del gruppo di garibaldini italiani nel campo di smobilitazione di Torellè. Per ordine del partito, prima che la maggioranza sia condotta nel campo di Saint-Cyprien, rientra in Francia clandestinamente, è il febbraio 1939. Dopo il rientro in Francia, lavora al Centro Estero del PCd'I di Marsiglia e opera con incarichi di collegamento fra i vari esponenti comunisti. Ai primi del ’40, viene incaricato di dirigere i gruppi di lingua italiana nella zona di Tolosa nel sud della Francia. Arrestato, viene rilasciato con l’ingiunzione di lasciare la Francia ma, poco prima che l’Italia entri in guerra, con nome di battaglia di Rino, organizza i primi nuclei FTP. Entrate le truppe italiane in Francia, gli viene affidato dal partito il compito di mantenere il collegamento tra il centro del partito a Lione e Emilio Sereni che da Nizza dirige il lavoro di propaganda fra i soldati italiani. Sfugge per poco all’arresto quando al luogo di un appuntamento è Vittorio Manini (altro reduce di Spagna ferrarese, mantovano d’adozione), ad essere scambiato per Battista (nuovo nome assunto per l’incarico). Nella primavera del 1944, il partito lo fa rientrare clandestinamente in Italia, sostando qualche giorno a Milano, per poi trasferirsi a Parma. Assume l’incarico di commissario politico del comando unico militare del Nord Emilia - di nuovo prende il nome Rino - e di membro del triumvirato insurrezionale dell'Emilia Romagna (FGS), col nome di Verdi. Sfugge due volte all’arresto in modo rocambolesco e, nonostante abbia preso il nome di battaglia Alfredo, nel febbraio 1945 è “bruciato” per l’Emilia. Il comando generale della Garibaldi lo vuole utilizzare a Torino come comandante della divisione SAP. Da Milano, insieme con Scotti, partono in quattro su una macchina. All’altezza di Novara la vettura è presa dal fuoco di un’imboscata preparata contro i tedeschi ma che erroneamente individua nella loro auto quella dell'obiettivo dell'assalto. L’equivoco è risolto ma Suardi rimane colpito gravemente alla mascella superiore e perde conoscenza. Cosè è escluso dalle ultime battaglie in atto per la Liberazione e passa quei giorni sotto falsa identitè all’ospedale dopo una difficilissima operazione compiuto da un chirurgo appartenente al Partito d'Azione che gli salva la vita. Riconosciuto partigiano combattente fino al 28 aprile 1945, riportando ferite, ècon grado equivalente a tenente colonnelloè. Nel giugno del 1945 e fino al dicembre 1946, assume la segreteria della Federazione comunista di Bergamo. Alla fine del 1947 passa al comitato centrale pugliese. Dopo qualche mese è nel comitato di organizzazione a Roma, mentre nel dicembre 1947 assume l’incarico di segretario della federazione di Grosseto e dal 1951 viene eletto presidente dell’amministrazione provinciale di Grosseto. Secondo l’atto dello Stato Civile, il 4 luglio del 1953 si sposa con Tovo Alma nel Comune di Grosseto. Nel settembre 1954 è chiamato a Roma come funzionario con incarichi particolari presso il comitato centrale del partito, mantenuti fino al 1967 quando, dopo tre anni di passaggi in cliniche italiane e sovietiche - ceche e ungheresi - le condizioni di salute lo obbligano a tornare a Romano di Lombardia. Il 7 novembre del 1976 è insignito a Milano della Medaglia d'Oro del Consiglio Regionale della Lombardia nel corso delle celebrazioni del 40. Anniversario della Guerra di Spagna. Muore il 4 febbraio 1983 a Romano di Lombardia (Bergamo).

Battaglia di Boadilla del Monte (dal dicembre 1936 fino al dicembre 1936)
Ritirata di Caspe (dal marzo 1938 fino al marzo 1938)
Battaglia dell'Ebro (dal luglio 1938 fino al novembre 1938)
Annotazioni: Secondo la fonte Brighenti-Cordioli entra in Spagna nel settembre 1936 e si arruola direttamente nel Battaglione Garibaldi Il 3 febbraio 1965 la Commissione per le provvidenze ai perseguitati politici antifascisti gli riconosce questo statuto dal 17 giugno 1933 (data di iscrizione alla Rubrica di Frontiera) al 25 aprile 1945. Da una lettera della moglie all’AICVAS risulta che gli sia stata dedicata la Sezione del Partito comunista di Romano Lombardo. In seguito, la figlia Carla chiede la reversibilit� dell’assegno vitalizio concesso agli ex combattenti di Spagna come da legge 932 del 22.12.1980. � insignito della Medaglia d’Oro del Consiglio Regionale della Lombardia - nel corso delle celebrazioni del 40� Anniversario della Guerra di Spagna, a Milano il 7 novembre 1976 (cfr. Gli antifascisti lombardi alla guerra di Spagna : 1936-1939. - [Milano] : Consiglio regionale della Lombardia, stampa 1977. - 54, [8] p. : ill. ; 24 cm. - Sul front.: Celebrazioni del quarantesimo anniversario, Milano, Palazzo Marino, 7 novembre 1976., p.54) In parte le informazioni biografiche sono state incrociate con le ricerche oggetto della tesi di laurea: Tra guerra civile spagnola e Resistenza : esperienze di volontari bergamaschi : tesi di laurea / di: Matteo Cefis ; relatore: Emma Scaramuzza ; correlatore: Maurizio Punzo. - [S.l. : a cura dell\\\'A.!, a.a. 2002-2003. - 230 c. ; 30 cm. - In testa al front.: Universit�� degli studi di Milano, Facolt�� di lettere e filosofia, Corso di laurea in storia., p. 81-86.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Dalle fonti in AICVAS (b.51 - fasc.194) e Archivio AICVAS (b.7 - fasc.45), risulta rientrato in Francia dalla Spagna nel febbraio 1939

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Per quanto riguarda le informazioni sulla residenza dopo la fine del secondo conflitto mondiale, el giugno del 1945 e fino al dicembre 1946, risulta impegnato politicamente a Bergamo. Poi in Puglia. Dopo qualche mese è nella commissione d’organizzazione di Roma e dal dicembre 1947 alla federazione di Grosseto. Dal 1951 è eletto presidente dell’amministrazione provinciale di Grosseto. Secondo l’atto dello Stato Civile, il 4 luglio del 1953 si sposa con Tovo Alma nel Comune di Grosseto. Nel settembre 1954 è chiamato a Roma con incarichi presso il comitato centrale del partito, mantenuti fino al 1967 quando rientra per gravi motivi di salute a Romano Lombardo dove risulta residente fino alla morte il 4/02/1983

Revisore: Erica Grossi