Bartocci Feltre di Ilario, nato il 6 maggio 1903 a Camerino (Macerata). Licenza elementare. Muratore, comunista. Tra le figure piè attive di tutto l’antifascismo maceratese, a soli quindici anni svolge propaganda politica tra gli operai di Camerino. Il 1. maggio del 1919 fonda il circolo socialista di Camerino e ne diventa segretario. Nel 1920 si trasferisce a Roma dove per vivere fa il muratore. Nel 1921 entra negli Arditi del Popolo e si avvicina agli ideali comunisti, tanto che a partire dal 21 gennaio è tra i fondatori del PCd’I e assume i compiti di direzione nella Federazione giovanile. Nel 1923 è al servizio dell’onorevole Mingrino, in comizi e riunioni. Presta regolare servizio militare fino al congedo, quando ritorna a Camerino dove organizza il locale gruppo giovanile comunista - suddiviso in tre cellule di strada di ventiquattro iscritti. èè il 1924 e giè ha assunto il nome di battaglie Biella con cui combatterè in Spagna. L’8 giugno del 1925 ottiene il passaporto dalla sotto-prefettura di Camerino e si reca in Lussemburgo, a Esch-sur-Alzette. Qui continua la sua opera antifascista che insieme alla partecipazione a manifestazioni contro il governo italiano gli costa l’espulsione dal paese, il 1. luglio 1926. Ripara in Francia a Villerupt e continua nella sua attivitè antifascista, quindi, viene espulso anche da qui. Rientra in Lussemburgo ma il 23 settembre 1928 è arrestato per infrazione del decreto di espulsione e condannato a 15 giorni di reclusione. Torna in Francia, dove si stabilisce a Audun-Le-Tiche (Moselle) e riprende l’attivitè comunista. Trascorre poi un breve periodo in Belgio, a Engis, dove il 5 luglio 1930 sposa Giovanna Gregori, nata in Francia da genitori italiani dalla quale ha una figlia. Torna in Francia dove resta stabilmente negli anni 1930 e 1931 a Audun-Le-Tiche, svolgendo attività sindacale per i migranti. Intanto, nel 1932 viene iscritto in Rubrica di Frontiera. L’iscrizione alla LIDU gli permette di risiedere in Francia, almeno fino al 1936. Tra il 29 e il 31 ottobre, infatti, è tra i volontari partiti da Audun-le-Tiche per la Spagna. Qui viene incorporato in una compagnia zappatori mista, in quanto esperto di fortificazioni; successivamente è inserito nel Battaglione italiano Garibaldi. Qui è nel plotone Genio Zappatori, aggregato alla 4. Compagnia del battaglione, sotto il comando del socialista Silvio Bianchi. Partecipa alla battaglia del Cerro Rojo e poi alla difesa della Città Universitaria di Madrid. Il 21 novembre 1936, durante questa operazione, una pallottola di mitraglia gli passa vicino alla bocca, dalla parte destra, ed esce vicino all'orecchio senza lesioni gravi. Viene subito trasportato con altri feriti meno gravi prima all'ospedale della milizia catalana di Madrid, poi il 23 è trasportato a Valencia e poi a Barcellona all'ospedale proletario, dove resta ricoverato fino al febbraio 1937. Poi, per decisione del partito, rientra in Francia per sostenere la propaganda pro-Spagna. è nominato dirigente del Comitato Regionale del Partito comunista nella Mosella. Il 28 maggio 1937 partecipa a Lione al congresso antifascista, in quanto responsabile propaganda e reclutamento per la Spagna in giro tra Francia, Belgio e Lussemburgo. Nel gennaio 1938 ritorna in Spagna - un suo passaggio dalla base militare di Albacete è registrato il 4 febbraio 1938, in arrivo dalla Francia - e raggiunge la Brigata Garibaldi in Estremadura, qui è nominato commissario politico della Compagnia zappatori fino allo scioglimento nell'ottobre 1938 delle Brigate Internazionali. Non lascia subito la Spagna, ma resta a Barcellona per continuare nella sua attività antifascista. Fugge poco prima dell'arrivo dei franchisti e ripara in Francia, a Hayange dove è nominato segretario dell'Unione Popolare Italiana della Mosella. Viene però arrestato e internato nel campo di concentramento di Gurs nell'estate del 1939 e qui, con il compagno marchigiano Giuseppe Tomassini, continua l'attività di propaganda marxista e antifascista. Viene poi trasferito al Vernet dove fa domanda di rimpatrio. Solo il 20 marzo 1942 è trasferito in Italia e consegnato alla polizia italiana che lo arresta immediatamente a Mentone. è proposto per il confino di cinque anni dalla Commissione provinciale di Macerata, il 9 maggio 1942. Inviato a Ventotene il 26 maggio, è liberato il 21 agosto 1943. Fa ritorno nelle Marche e dopo l'8 settembre è uno tra i membri più attivi nell'organizzazione della Resistenza nell'alto maceratese - zone di Camerino e Visso. Il 22 marzo, stesso giorno dell'eccidio di Montalto, pattuglie nazifasciste procedono a mirati rastrellamenti nella frazione Valle di Montalto, catturando il Sottotenente di Artiglieria Achille Barilatti, "Gilberto della Valle" e la sua compagna di origine greca Dita Maraschi. Nel contempo alcuni fascisti fanno irruzione nel palazzo Formaggi dove, nella soffitta, trovano rifugio Capponi Nazzareno, Bendetti Ezio, Bocci Piero, Baldoni Nicola e Bartocci Feltre, ormai membro della Brigata Spartaco, attiva nel maceratese. Bartocci, armato di pistola, è pronto a reagire, qualora i fascisti facciano ingresso nella soffitta tuttavia, gli spari conseguenti all'arresto del Ten. Barilatti inducono i fascisti ad uscire dal palazzo permettendo ai rifugiati di guadagnare la fuga saltando dalla finestra e facendo perdere le loro tracce. Il giorno successivo, a conclusione di un sommario processo svoltosi presso il palazzo Paparelli di Muccia (sede del Battaglione "M"), il Ten. Barilatti verrà fucilato contro il muro di cinta del cimitero di Muccia. Intanto l'attività partigiana di Bartocci continua, diventa membro del triumvirato insurrezionale delle Marche, ruolo che lo porta a partecipare e elaborare piani di lotta locale tra l'aprile e il maggio 1944, quando il CLNAI invia alcuni suoi esponenti per guidare l'attività delle formazioni a seguito della ormai avanzata risalita dei tedeschi dopo lo sbarco alleato. Diventa quindi commissario di guerra dei gruppi partigiani che confluiscono nella Spartaco a partire dal maggio e fino al giugno 1944, data della Liberazione di Macerata, quando alla brigata sotto la Divisione Garibaldi Marche è affidato il compito di disperdere i tedeschi e arrestarne la fuga. Dopo la Liberazione, è vicesindaco e per tre legislature consigliere comunale e uno dei sindacalisti piè attivi della provincia di Macerata: ricopre l'incarico di segretario provinciale degli Edili nella CGIL, di cui è anche membro nel Comitato Centrale. Muore a Camerino il 3 settembre 1979.

Annotazioni: Prima giovanissimo antifascista a Camerino e nel maceratese, dal 1919 avvicina il Partito Socialista e, dopo il trasferimento a Roma nel 1920, entra negli Arditi del Popolo, iniziando a simpatizzare per le idee comuniste. Così fin dalla sua fondazione, il 21 gennaio 1921, Bartocci entra nel PCd'I. In seguito, presta regolare servizio militare ma, dopo il congedo, rientra a Camerino dove organizza la federazione giovanile del partito. Le notizie sul suo matrimonio dicono che, dopo cinque anni di vita da migrante tra Lussemburgo e Francia, ripara in Belgio, a Engis, dove il 5 luglio 1930 sposa Giovanna Gregori, nata in Francia da genitori italiani.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: A seguito del ferimento nel gennaio 1936 e per accelerare le operazioni di ripresa, per decisione del partito, è inviato in Francia per la convalescenza nel corso della quale sostiene la campagna di propaganda pro-Spagna e quella di reclutamento volontari anche in Belgio e Lussemburgo. Nel gennaio 1938 ritorna in Spagna e raggiunge la Brigata Garibaldi in Estremadura, qui è nominato commissario politico della Compagnia zappatori fino allo scioglimento nell’ottobre 1938 delle Brigate Internazionali. Non lascia subito la Spagna, ma resta a Barcellona per continuare nella sua attività  antifascista. Fugge poco prima dell’arrivo dei franchisti e ripara in Francia, all'inizio del 1939, quando si può considerare conclusa la sua esperienza in Spagna e dunque l'espatrio definitivo dal Paese.

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi