Cattura e fucilazione del Sottotenente d'artiglieria Achille Barilatti (comandante Gilberto Della Valle)
Data di fine: 23 Mar 1944
Periodo storico: 2a guerra mondiale
Il 22 marzo, lo stesso giorno dell'eccidio di Montalto - trentadue uomini tra, antifascisti, partigiani di vecchia data e renitenti alla leva giunti in montagna da meno di un mese persero la vita nelle località di Vestignano di Caldarola e Montalto di Cessapalombo, per mano di un reparto del Battaglione M - IX Settembre, inquadrato nella divisione tedesca Brandenburg - pattuglie nazifasciste procedono a mirati rastrellamenti nella frazione Valle di Montalto, catturando il Sottotenente di Artiglieria Achille Barilatti, entrato a far parte del Gruppo Patrioti Nicolò con il nome di battaglia Gilberto Della Valle, divenendo comandante del distaccamento di Montalto, e la sua compagna di origine greca Dita Maraschi. Catturato all'alba del 22 marzo, è costretto ad assistere all’esecuzione di ventisei dei suoi uomini. Nel contempo alcuni fascisti fanno irruzione nel palazzo Formaggi dove, nella soffitta, trovano rifugio Capponi Nazzareno, Bendetti Ezio, Bocci Piero, Baldoni Nicola e Bartocci Feltre, membro della Brigata Spartaco attiva nel maceratese. Bartocci, armato di pistola, è pronto a reagire, qualora i fascisti facciano ingresso nella soffitta tuttavia, gli spari conseguenti all'arresto di Barilatti inducono i fascisti ad uscire dal palazzo permettendo ai rifugiati di guadagnare la fuga saltando dalla finestra e facendo perdere le loro tracce. Interrogato sia dai tedeschi che dagli italiani, rifiuta di rispondere alle domande, così il comandante fascista del presidio ne decreta la condanna a morte senza processo. Alle ore 18,25 del giorno successivo (23 marzo), dopo aver scritto alla madre ed alla fidanzata Dita (che ha anche l’occasione di incontrarlo per un ultima volta), Barilatti è scortato al cimitero di Muccia e fucilato contro il muro di cinta. Dopo la liberazione gli è stata conferita la Medaglia d’oro al valor militare e alla memoria con la seguente motivazione: "Comandante di distaccamento partigiano sopraffatto dopo strenua difesa da ingenti forze fasciste, fieramente rifiutava di avere salva la vita pur di non tradire i compagni. Il massacro di ventisette partigiani barbaramente trucidati sotto i suoi occhi non lo intimorì ed il suo animo acceso da sdegno per tanto scempio non tremò innanzi al martirio. Dopo avere rinfacciato al nemico l’insulto di traditore della Patria cadeva sotto il piombo fratricida gridando: "Viva l’Italia!" ". Fonti: http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1131/achille-barilatti ; http://www.ultimelettere.it/?page_id=35&ricerca=220 ; http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=544 .
LEGATE A QUESTO EVENTO
Persone
- Bartocci Feltre (6 maggio 1903 - 3 settembre 1979) , dal 22 marzo 1944 fino al 22 marzo 1944