Perpiglia Marco di Rocco e Sergi Caterina, nato il 13 marzo 1910 a Roccaforte del Greco (Reggio Calabria). Falegname ebanista, comunista. Secondo di sei figli, la madre è figlia di un garibaldino che a 17 anni combatte con Garibaldi in Aspromonte. Dopo le elementari, il padre lo affida a don Domenico Spanò, stimato sacerdote, nominato canonico-teologo dal vescovo Cognata di Bova. All’età di 17 anni viene convocato in caserma dai Carabinieri, sottoposto a un interrogatorio e accusato di disinteresse verso il regime. Risponde che il suo tempo è impegnato nelle terre del padre con i fratelli e quindi non ha tempo di interessarsi di politica. I carabinieri lo minacciano, ed egli fa presente che la gente era sempre più povera, cammina scalza e in una casupola vicina un ammalato sta morendo perché i familiari non hanno neanche un soldo per comprare una pastiglia di chinino. Ancora minorenne s’innamora di Giuseppina Russo che sposa nel 1930 e che sarà la sua compagna di vita, partigiana anche lei durante la Resistenza. Abbandona gli studi, contro il volere del padre che deluso, lo manda a Bova Superiore presso un suo amico ebanista ad apprendere un mestiere. Dopo Bova va a Reggio Calabria e a 21 anni è già un esperto artigiano. All’età di 23 anni si trasferisce con la moglie a La Spezia, lavorando all’Arsenale come ebanista nella produzione di mobili pregiati per le navi. La moglie invece trova lavoro presso lo jutificio della Montecatini. A La Spezia prende contatto con le organizzazioni clandestine antifasciste e nel 1934 si iscrive al Partito Comunista d’Italia, ma è costretto, perché nel mirino della polizia fascista, a trasferirsi nel febbraio 1937 in Francia a Marsiglia con il fratello Ninì, lasciando un lavoro sicuro, la moglie e un bambino di due anni, Rocco. In Italia viene iscritto in Rubrica di Frontiera e nel Bollettino delle Ricerche - Supplemento Sovversivi. Dopo lo scoppio della guerra civile si porta in Spagna attraversando a piedi i Pirenei e ad Albacete è arruolato nel 4. Battaglione Garibaldi della XII Brigata Internazionale. Combatte a marzo 1937 nella battaglia di Guadalajara. Notato da Longo viene nominato il primo maggio 1937 commissario politico della Compagnia mitraglieri e combatte a Brunete, Farlete, Fuentes de Ebro, Estremadura, Caspe e sull'Ebro. Qui il 20 settembre 1938 rimane ferito alla gola da una pallottola che fuoriesce dalla spalla destra. Viene ricoverato negli ospedali militari di Barcellona e Granollers. Al 1938 risale l'iscrizione al Partito comunista spagnolo. Passato in Francia il 7 febbraio 1939, viene internato a Saint-Cyprien, Gurs e al Vernet. Rintracciato dal fratello tramite la Croce Rossa, scrive alla madre: “ Mia cara mamma sono rinchiuso in un campo di concentramento a Vernet nel sud della Francia. Intorno a noi silo montagne, fa freddo. Ogni mattina la neve è sempre più alta, ogni giorno dimagrisco sempre più. Sono come una spiga di grano al sole e ogni giorno di questo inverno le mie forze diminuiscono. Mi hanno rasato i capelli e mangiamo pochissimo. Ho sempre freddo. Quello che vi chiedo è di mandarmi qualcosa da mangiare con la Croce Rossa Italiana. Mi sveglio ogni mattina e trovo un compagno morto per la fame, per il freddo. La notte la temperatura arriva a molti gradi sotto lo zero. Dormiamo in alcuni capannoni sulla della poca paglia bagnata con solo una coperta. In ciascuno siamo in duecento, tra cui donne e anziani. Negli altri capannoni vi sono zingari, ebrei. Ogni capannone è diviso da filo spinato. Le trincee di divisione sono ormai ricoperte dalla neve. Lavoriamo tutto il giorno, ma sempre circondati dal filo che non permette nemmeno ai pensieri di scappare. Ogni giorno seguo con lo sguardo il filo cercando una via d’uscita, ma continua senza interruzioni. Anche con la neve la recinzione rimane alta, inutile scappare. Quello che mi tiene in vita è il desiderio di libertà e il desiderio di rivedervi presto. Scusatemi per il dispiacere che vi provoco. Mandatemi quello che potete. Un abbraccio. Vostro figlio Marco.” Tradotto finalmente in Italia, l'8 aprile 1941 viene arrestato al confine di Mentone, e trattenuto nel carcere di La Spezia. Il 18 giugno la Commissione provinciale locale lo assegna al confino a Ventotene per 5 anni per l’attività sovversiva svolta all’estero. A Ventotene incontra altri combattenti di Spagna e antifascisti di tutte le categorie tra cui Pertini, Scoccimarro, Terracini, Parri e Altiero Spinelli. Liberato il 22 agosto 1943, alla caduta del fascismo, rientra a La Spezia nel quartiere del Canaletto, dove raggiunge la sua compagna, ma non l'unico figlio Rocco, morto in un incidente stradale all'età di quattro anni (la coppia aveva già perso la primogenita Adelina, nata subito dopo il matrimonio e morta pochi mesi dopo). Entra subito nelle organizzazioni antifasciste, operando in seguito nel CLN, in qualità di segretario del PCI. Con i vecchi compagni organizza i Comitati sindacali clandestini e con la moglie diviene uno dei principali promotori delle lotte sindacali della città. Arrestato ai primi di gennaio 1944 viene torturato dai nazifascisti. Dopo alcuni mesi di prigionia, riesce a fuggire e organizza lo sciopero clandestino del primo marzo 1944. Braccato dai fascisti raggiunge la montagna ed entra nella Brigata Gramsci con il nome di battaglia “Pietro”. Si adopera per raccogliere mezzi, armi e uomini e fonda insieme ad altri sei compagni la Brigata Centocroci, nella IV zona operativa ligure, di cui diventa Ispettore di zona sino alla Liberazione. Anche la moglie milita nella Brigata Gramsci. Dal novembre 1944 all'aprile 1945 è inoltre membro per il PCI del CLNP e anche segretario dello stesso. Durante la guerra partigiana collabora con le altre brigate e con la Brigata del “Battaglione Internazionale”, formata da prigionieri evasi di diverse nazioni, al comando del maggiore Lewis Ross, nome di battaglia dell’inglese Gordon Lett, di stanza a San Rossore. Il 25 aprile del 1945, con tutti i comandanti, entra a La Spezia liberata con 2.500 partigiani, accolti dagli spezzini in festa. Dopo la Liberazione fa inizialmente politica attiva a La Spezia, prima di rientrare in Calabria nel 1945 per un breve periodo per ricostituire il Partito nella sua città natale, dopo aver rifiutato la candidatura alla Costituente. In Calabria riabbraccia i genitori, fratelli e sorelle e poi s’insedia nella Federazione provinciale del PCI di Reggio Calabria, collaborando con vari esponenti del partito, e aprendo varie sezioni del partito tra cui Roccaforte del Greco, Palmi e Siderno. Nel 1946 è di nuovo a La Spezia, dove lavora all'Arsenale e assume la direzione della Sezione Sud-Arsenale del PCI. Nel 1948 gli viene offerta la candidatura al Senato ma nuovamente la rifiuta. Nel 1962 ritorna definitivamente in Calabria con la moglie e si stabilisce a Roccaforte del Greco, accanto ai genitori. Continua a mantenere rapporti con i compagni di partito della provincia, ma non trovandosi d’accordo con la linea politica di alcuni di loro si ritira definitivamente dall’attività di partito. Con gli anni comincia a non stare bene per problemi asmatici e cardiaci. Quando comprende che non vi sono speranze di guarigione, decide di togliersi la vita il 23 ottobre 1983. L’Amministrazione comunale di Roccaforte del Greco gli ha dedicato una piazza e una targa marmorea con la sintesi della sua vita; un’altra targa nella casa natale è stata posta dall’Associazione LiberaMente. Alla moglie è stata intitolata la Sala del Consiglio Comunale di Roccaforte del Greco. Nel 2005, il regista reggino Maurizio Marzolla ha realizzato un docufilm sulla sua vita e quella della moglie Giuseppina con il titolo «La spiga di grano e il sole» sulla base della biografia pubblicata dal nipote di Perpiglia, Carmelo Azzarà dal titolo “ La spiga di grano e il sole, Marco Perpiglia, il partigiano Pietro, e la moglie partigiana Giuseppina Russo. Una vita per la Libertà“ (2018).

Battaglia di Guadalajara
Battaglia di Farlete
Battaglia di Fuentes de Ebro
Ritirata di Caspe (dal marzo 1938 fino al marzo 1938)
Combattimenti sul fronte dell'Estremadura
Battaglia dell'Ebro
Sciopero generale 1. marzo 1944 - La Spezia
Annotazioni: Le informazioni circa le dinamiche della morte risultano dall\\\'articolo a firma del nipote Carmelo Azzara . Il film sulla sua vita è disponibile su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=D0HYaKyQLXs

Revisore: Erica Grossi

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Revisore: Erica Grossi

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