Pellizzari Giovanni di Gaetano e Pellizzari Luigia, nato il 7 ottobre 1911 a Preone (Udine) in Carnia. Muratore, comunista. Di famiglia di lavoratori migranti, frequenta la scuola fino alla quarta classe elementare. Nel 1928, a 17 anni, raggiunge a Parigi il padre, di simpatie anarchiche, schedato dalla polizia politica già dal 1904. In seguito il padre rientra in Italia, ma Giovanni rimane a Parigi dove lavora come muratore, stabilendosi nel XII arrondissement. Nel 1930, da una sua cartolina, risulta residente a Belleville nell’XI arrondissement dove presumibilmente si è trasferito. Lo stesso anno entra a far parte delle organizzazioni antifasciste - prima la Gioventù comunista poi nel 1932 nei Gruppi di lingua italiana del Partito comunista francese - prendendo parte a tutte le manifestazioni politiche, in particolare a quelle del 1934 e del 1936. Il 9 settembre del 1937 risulta arruolato nella 1. Compagnia del 3. Battaglione della XII Brigata internazionale Garibaldi col soprannome di “Giuannin”. Combatte sul fronte dell'Estremadura nel febbraio 1938 e poi nella ritirata di Caspe nel marzo-aprile, dove è citato all’ordine del giorno della divisione per il suo coraggioso comportamento. In estate partecipa a un corso alla scuola ufficiali in Catalogna, a seguito del quale viene nominato commissario di compagnia. A settembre prende parte all'ultima grande offensiva sull'Ebro e nei combattimenti sulla Sierra de Caballs, nella notte tra il 5 e il 6 settembre, come narra Italo Nicoletto che è con lui durante un assalto alle trincee nemiche, rimane ferito gravemente alla spalla sinistra, con fuoriuscita del proiettile dalla spalla destra e conseguente paralisi dei nervi. Viene ricoverato prima nell'ospedale da campo e poi negli ospedali di Barcellona e Matarò, dove resta fino al 20 gennaio 1939. In gennaio 1939 sembra sia arruolato nella improvvisata XV Brigata, costituita da volontari internazionali già smobilitati, schierata a proteggere l’esodo della popolazione. Esce dalla Spagna il 7 febbraio con i resti delle Brigate Internazionali. Rientrato in Francia viene internato nei campi di Argelès, Gurs e Vernet. Dopo l’occupazione della Francia da parte dell’esercito tedesco, in base agli accordi con la CIAF (Commissione Italiana per l’Armistizio con la Francia), e su invito del Partito che vuole quadri fidati in Italia, accetta di rientrare, ed il 30 aprile 1942 è consegnato dalla polizia francese a quella fascista che lo arresta alla frontiera. Giunge a Udine il primo maggio 1942 e viene rinchiuso nel carcere della città. Dopo gli interrogatori di rito è deferito alla Commissione provinciale di Udine. Questa, in data 8 luglio 1942, lo assegna in quanto combattente antifranchista in Spagna, al confino per 5 anni a Ventotene, dove rimane fino all'agosto 1943. Liberato, torna, quindi, in Carnia e riprende i collegamenti con i compagni di partito a Cussignacco. Dopo l'8 settembre e fino alla primavera del 1944 partecipa all'organizzazione delle prime formazioni partigiane garibaldine. In seguito opera come responsabile del settore intendenza per le formazioni della Brigata Garibaldi Carnia fino alla Liberazione, noto con il nome di battaglia “Ugo”, orientato alla collaborazione con le altre forze partigiane non garibaldine come la “Osoppo”. Risulta avere anche partecipato a numerose azioni di sabotaggio, almeno una diretta personalmente. Nel dopoguerra si porta in Jugoslavia per partecipare al tentativo di costruzione di una società socialista, stabilendosi a Capodistria (oggi Slovenia) e poi a Fiume (oggi Croazia). Nel 1948 inizia il conflitto tra la Jugoslavia di Tito ed il Cominform (che ha sostituito il Comintern) controllato dai sovietici. Pellizzari si schiera inizialmente con il Cominform. Ormai in una situazione difficile, nel 1949 rientra in Italia con una relazione destinata alla direzione del partito nascosta in un libro. In seguito raggiunge il fratello Galliano che era già emigrato in Venezuela dove avvia un'impresa edile, continuando al contempo a sostenere i suoi ideali politici. Durante un rientro temporaneo in Friuli, muore improvvisamente a Udine il 30 marzo 1977, il giorno prima di ripartire per il Venezuela.

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Relativamente alle indicazioni sul Paese di residenza al termina della guerra, dopo Capodistria nella allora Jugoslavia, si trasferisce col fratello in Venezuela per poi tornare in Italia, in Carnia.

Revisore: Erica Grossi