Pagani Aniceto di Felice e Seveso Angela nato il primo febbario 1909 a Milano. Operaio, comunista. La famiglia proletaria abita nel quartiere di Niguarda in Via Hermada 8, che è il primo edificio della cooperativa di abitazioni operaie più grande di Milano. Aniceto frequenta la scuola elementare fino alla terza classe. Nella seconda metà degli anni Venti è iscritto alla cellula comunista di Niguarda, attiva fin dal 1921, nella quale militano altri futuri combattenti antifranchisti di Spagna quali Alfredo Terragni, Mario Sangiorgio, Ettore Grassi e Angelo Colombo. In via Marco Tullio Cicerone 14, nella cantina del compagno Giuseppe Magni, è installato un torchio tipografico, che permette di riprodurre stampa clandestina da distribuire nel quartiere e nelle fabbriche limitrofe: Aniceto è tra i protagonisti di queste attività. Nel 1935 è richiamato alle armi per l’avventura fascista in Etiopia. Alla metà del 1936 rientra in Italia e riprende la militanza politica nel suo quartiere. Il 4 agosto del 1936 la polizia politica fascista arresta un folto gruppo di comunisti niguardesi che comprende oltre ad Aniceto, più altri trenta compagni tra i quali Giuseppe Magni il futuro senatore della Repubblica Italiana e organizzatore degli scioperi del ’43 Giovanni Brambilla e Alfredo Terragni. L’intero il gruppo sottoposto al giudizio della Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino di Polizia: con ordinanza del 6 ottobre del 1936, Aniceto è solamente ammonito fino al 20 marzo 1937 quando i vincoli che deve rispettare vengono meno per amnistia in occasione della nascita del principe di Napoli . Nell’aprile del 1937 Aniceto, con Terragni, espatria clandestinamente valicando la frontiera in Val d’Intelvi, raggiunta Lugano i due raggiungono Basilea, varcano la frontiera francese a S. Louis, e, in treno arrivano a Parigi. Viene iscritto in Rubrica di Frontiera per l'arresto. Il 14 maggio 1937 Aniceto parte dalla capitale francese con di altri volontari internazionali antifranchisti, raggiunge Perpignano e, il giorno successivo, è a Figueras in Spagna. Giunto ad Albacete, sede delle Brigate Internazionali è inquadrato nella appena costituita XII Brigata “Garibaldi” 2. Battaglione Compagnia zappatori. Nel giugno partecipa alla battaglia di Huesca, nel luglio a quella di Brunete. Il 25 agosto del 1937 durante la battaglia di Farlete nella zona di Belchite, Pagani abbandona il fronte senza preavviso, ma dopo alcuni mesi a Quintanar de la Republica nel febbraio del 1938 rientra nuovamente in Brigata, con la quale partecipa nella compagnia Telefonisti agli scontri del marzo-aprile successivi, combattuti nel corso della ritirata da Caspe all’Ebro. Nel settembre 1938 è presente nella battaglia dell’Ebro nella Compagnia fortificazioni. Al ritiro delle brigate internazionali deciso dal governo Negrin e dopo la sua partecipazione il 28 ottobre 1938 alla “Despedida”, raggiunge il Centro di smobilitazione di Torellò, al comando di “Aldo Morandi” Riccardo Formica, ed esce di Spagna nei primi giorni di febbraio del 1939. Passato in Francia è internato nel Campo-spiaggia di St. Cyprien, e qualche mese dopo è trasferito al Campo di Gurs: qui si oppone all’arruolamento forzato nelle CTE (compagnie di lavoratori stranieri), resta a Gurs e, alla metà del 1940 è trasferito al campo di concentramento del Vernet d’Ariège secondo la scheda Marchetti dopo 40 giorni al Campo Repressione, forse da identificare con Fort de la Colliour. L’8 aprile del 1941 è consegnato, sulla base degli accordi della Commissione Italiana per l'Armistizio con al Francia (Ciaf), alle autorità confinarie di Mentone che provvedono a tradurlo a Milano nel carcere di San Vittore e il 23 dello stesso mese è sottoposto ad interrogatorio. Deferito alla Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino di Polizia, che il 3 giugno 1941, gli commina cinque anni, insieme ad Angelo Spada, da scontare a Ventotene con la causale di combattente antifranchista di Spagna. Torna in libertà il 22 agosto del 1943, rientra a Milano e, dopo l’armistizio, è inviato dal PCI in Val d’Ossola, dove combatte “come partigiano dell’85ª Brigata “Garibaldi Valgrande Martire” il cui comandante è Mario Muneghina reduce antifranchista di Spagna. Nell’estate del 1944 quando si forma la 112.a Brigata Garibaldi Sap “Guido Bernini” è richiamato a Milano perché nominato vice – comandante di questa formazione partigiana. Nel febbraio – marzo 1945 alla costituzione della 121.a Brigata Garibaldi Sap Aniceto ne diviene comandante affiancato dal commissario politico Mario Ballarati. Il 18 aprile 1945, nell’approssimarsi della fine della guerra assume il comando della 2ª Divisione Garibaldi Sap operante nella zona Magenta-Sempione. Muore il 2 settembre del 1974, le sue spoglie sono tumulate nel cimitero di Bruzzano (Mi) colombaro n°0644. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce ad Aniceto Pagani la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.

Battaglia di Huesca
Battaglia di Brunete
Battaglia di Farlete
Battaglia di Fuentes de Ebro
Ritirata di Caspe
Battaglia dell'Ebro
Annotazioni: Profilo biografico compilato in massima parte sulla base della scheda biografica di Augusto Cantaluppi nel suo libro La Ringhera in Spagna, antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola (1926-1939) Secondo la scheda Marchetti conservata nel Fondo Archivio Aicvas (b. 6, f. 37) sarebbe trasferito da Gurs a Vernet dopo 40 giorni al Campo Repressione, forse da identificare con Fort de la Collioure (cfr. Exils et migration : italiens et espagnols en France, 1938-1946 / sous la direction de Pierre Milza et Denis Peschanski ; avec la collaboration de Josefina Cuesta Bustillo et Gianni Perona. - Paris : L\\\'Harmattan, 1994. - 695 p. ; 24 cm. - Atti di tre colloqui tenuti a Salamanca, Torino e Parigi nel 1991. - ISBN 2738430538, P. 128)

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

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