Gasperoni Ermenegildo di Sebastiano e Casadei Adele, nato il 4 agosto 1906 a San Marino in Borgo Maggiore. Bracciante, operaio, comunista. Figlio di un sarto sammarinese con a carico sei figli. Cresciuto in fretta in grande miseria, rimane affascinato dalla rivoluzione russa, tanto che a 12 anni scrive di notte “W Lenin” sulle colonne del loggiato del Borgo. Dopo un breve apprendistato nella bottega del padre, preferisce andare a lavorare come fabbro e poi come operaio meccanico. Nell’aprile del 1924 espatria clandestinamente in Francia, dove già si trova il fratello maggiore. Stabilitosi a Parigi lavora prima come manovale in una fabbrica di motori agricoli a Suresnes (Hauts-de-Seine), poi come meccanico alla Renault di Billancourt (Hauts-de-Seine), nel reparto montaggio motori per auto e aerei. Dall’aprile 1926 aderisce alla Federazione giovanile del Partito Comunista francese a Boulogne. Billancourt ed è molto attivo nelle lotte sindacali del sindacato CGTU. Prende inoltre contatti con esponenti italiani comunisti in esilio, che gli fanno svolgere attività per il Soccorso Rosso nelle zone di Saint Claud e Suresnes Ile-de-France). Nel 1927 fa parte del comitato di sciopero della sua fabbrica in una lotta vittoriosa per ottenere aumenti salariali. Licenziato per questo, rimane disoccupato per un anno per poi essere assunto alla Peugeot, nascondendo i trascorsi sindacali, ed in seguito in altre fabbriche, dove prosegue la sua attività comunista ed antifascista. Partecipa alla campagna per tentare di salvare la vita a Sacco e Vanzetti ed alle successive proteste contro l’esecuzione. Ad aprile del 1929 è arrestato nella sua stanza a Saint Cloud (Hauts-de-Seine) ed espulso con l’accusa di complotto contro la sicurezza dello stato. Dalla frontiera col Belgio viene respinto in Germania, quindi immediatamente riportato in Belgio, dove viene arrestato e detenuto per 20 giorni a Bruxelles. Al suo rilascio, nel mese di maggio, è espulso in Lussemburgo dove viene accolto perché presenta un vecchio passaporto della Repubblica di San Marino. Incontra un compagno conosciuto a Parigi che lo porta a Differdange nella zona di Esch-sur-Alzette. Preso contatto con il Partito Comunista locale, ottiene la carta di identità ed inizia a lavorare in un garage. Ai primi di ottobre del 1936, dopo una perquisizione nella sua abitazione a Esch-sur-Alzette in cui viene trovato materiale propagandistico comunista, gli viene ritirata la carta d’identità e gli viene ingiunto di lasciare il paese. Passato in Francia nella prima decade di ottobre, decide di partire per la Spagna per unirsi alla lotta contro le forze franchiste. Portato a Perpignano con altri volontari passa clandestinamente i Pirenei a piedi. Giunto a Figueras, è portato a Barcellona ed infine ad Albacete, base delle Brigate Internazionali. Arruolato il 26 ottobre nella Compagnia italiana del 9. Battaglione misto della XIV Brigata, combatte in Andalusia a Villa del Rio nella zona di Montoro sulla Sierra Morena. Dopo la sconfitta delle truppe lealiste, riesce miracolosamente a salvarsi il giorno di Natale, raggiungendo il comando ad Andujar, traversando le linee nemiche grazie ad un contadino. Dei 600 uomini del 9. battaglione se ne salvano solo 200. Schierato a Lopera (Còrdoba) dopo aver subito una ferita, il suo reparto è trasferito a Madrid. Nel gennaio del 1937, Gasperoni passa nella XII Brigata Garibaldi, di cui diviene commissario politico e con la quale combatte in Estremadura dove lo scoppio di una granata lo scaraventa contro un albero, causandogli la frattura del braccio per cui è inviato in convalescenza a Benicàssim. Dimesso dall’ospedale gli viene assegnato un ruolo da osservatore per segnalare le posizioni e gli spostamenti del nemico. Nell’estate-autunno 1937 partecipa all’offensiva in Aragona, avente come obbiettivo Saragozza che porterà all’occupazione di Belchite. Nel marzo 1938 partecipa alla ritirata in Aragona a seguito della rottura del fronte per l’avanzata delle ruppe franchiste che finiranno per dividere in due il territorio repubblicano ed è ferito a Caspe. La base delle Brigate viene trasferita da Albacete a Barcellona. Stanco di stare in ospedale inoltra domanda di rientro al fronte ed è assegnato a Cambrils (Tarragona) al Centro di reclutamento Internazionale Militare come commissario delegato di guerra per motivare politicamente le reclute spagnole. Dopo il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, Gasperoni viene avviato in un campo di smobilitazione. Al crollo del fronte catalano lascia la Spagna con i resti delle Brigate internazionali nel febbraio del 1939 e viene internato in Francia, prima a Saint-Cyprien, poi a Gurs e infine a Vernet, da dove fa richiesta su indicazione del Partito di rientrare nel suo paese. Esce il 5 aprile 1941 ed è tradotto in Italia. Arrestato al confine di Mentone è imprigionato a Forlì per circa un mese, è diffidato ed espulso a San Marino, in quanto cittadino di quella Repubblica. Anche nel suo Paese natale è costretto a subire la detenzione, dal 15 maggio al 17 giugno 1941. Dopo la scarcerazione Gasperoni inizia a lavorare prima come meccanico e poi fabbricando anelli ed incidendo metalli pregiati. Si adopera subito per radunare intorno a sé esponenti comunisti per rifondare il partito comunista sammarinese clandestino, che prende vita ufficialmente il 7 luglio 1941. Il 28 giugno 1942 viene assalito e percosso da un manipolo di fascisti. Arrestato, rimane detenuto sino al 12 agosto. Al crollo del fascismo il 25 luglio 1943, organizza le manifestazioni di piazza sino allo scioglimento del Partito Fascista sammarinese e l’assunzione del potere da parte dei Capitani Reggenti, che avviene il 28 luglio 1943. Con l’avvento della Repubblica di Salò viene organizzato un nuovo governo fantoccio guidato dai fascisti. Nel 1944 Gasperoni viene di nuovo arrestato per essere estradato in Italia, ma riesce ad evadere durante il trasporto. Di nuovo arrestato ed interrogato dai tedeschi, viene rilasciato in quanto non si dimostrano contatti con i partigiani. Cura allora i rapporti di collegamento politico e informativo con l’organizzazione militare partigiana dell’Emilia-Romagna, fino alla Liberazione di San Marino da parte degli Alleati. Divenuto segretario generale del suo partito nel 1945, nel 1946 Gasperoni viene eletto nel parlamento sammarinese e nel 1949 diviene Ministro dei trasporti nel governo di coalizione con i socialisti, che governa la Repubblica fino al 1957. Negli anni successivi rappresenta il suo partito in numerosi incontri internazionali, come l'incontro internazionale del 1969 dei partiti comunisti e dei lavoratori a Mosca e la Conferenza del 1976 dei partiti comunisti e dei lavoratori d'Europa a Berlino. In entrambi questi eventi Gasperoni espresse critiche contro le politiche del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Nel 1978, Gasperoni è eletto per un periodo di sei mesi come uno dei due Capitani Reggenti (cioè, co-capi di Stato di San Marino), insieme al socialista Adriano Reffi. Con Gasperoni San Marino ha per la prima volta un capo di Stato comunista in due decenni. Durante una visita in Unione Sovietica nel gennaio 1983, Gasperoni e il segretario generale del Partito Comunista Sammarinese Umberto Barulli vengono decorati con l'Ordine dell'Amicizia tra i popoli durante una cerimonia al Cremlino. A partire dagli anni '80, Gasperoni è nominato presidente onorario del Partito Comunista Sammarinese. Muore a San Marino il 26 giugno 1994, poco prima di compiere 88 anni.
Eventi a cui ha preso parte:
Battaglia di MalagaRitirata di Caspe (dal marzo 1938)
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