Durigon Achille di Antonio e Sist Seconda, nato il 3 aprile 1913 a Pordenone. Bracciante e manovale, comunista e anarchico. E' in contatto fin da ragazzo con l'organizzazione comunista e antifascista clandestina della frazione di Torre, dove risiede, noto per essere stato “conquistato” dalle squadre fasciste appoggiate dall’esercito dopo una serie di scontri nel maggio del 1921. Nel 1931 issa una bandiera rossa sul campanile della chiesa di Torre in occasione del Primo maggio. Il 25 novembre 1931 viene condannato dal Tribunale Speciale per il reato di ricostituzione del Partito Comunista e di propaganda del Partito Comunista a sei anni e tre mesi di carcere e due anni di libertà vigilata perchè individuo socialmente pericoloso. Detenuto nel carcere di Firenze, viene liberato con indulto il 22 marzo 1933. Tornato a Pordenone non riesce a trovare un impiego fisso, per cui di deve arrangiare facendo saltuariamente l’imbianchino o lavorando nei campi. Il 4 settembre 1934, insieme al comunista di Pordenone Tranquillo Romanet, decidono di tentare l’espatrio. Attraverso Tramonti di Sopra-Rogolato raggiungono Collina ed il 7 settembre attraversano di notte il Monte Collin, giungendo all’alba del giorno successivo nei pressi della cittadina austriaca di Helmagor. Arrestato in Austria ed espulso da quella nazione, inizia una vita errabonda toccando diverse nazioni europee. Vorrebbe recarsi in URSS, poi in Medio Oriente, infine si stabilisce in Francia, a Parigi e poi a Drancy-sur-Seine (Senna-Saint Denis). Si è nel frattempo accostato alle idee anarchiche ed a Parigi è in collegamento con le organizzazioni antifasciste dell'emigrazione italiana. Allo scoppio della guerra civile, entra in Spagna nell'ottobre del 1936 ed è assegnato alla 1. compagnia, Battaglione Garibaldi, dove svolge la mansione di portaferiti. Combatte sul fronte di Madrid nella Città Universitaria. Risulta ferito il 7 gennaio del 1937 ad una gamba, durante la battaglia di Mirabueno. Ricoverato in ospedale scrive una lettera scritta il 25 aprile del 1937 e sequestrata dalla polizia, dove racconta a Margherita Furlan di Torre di Pordenone gli echi della battaglia di Guadalajara: “…Ora sto bene e quando riceverete questa lettera sarò già al fronte della libertà. Quei fascisti che sono partiti dall’Italia hanno già dimostrato di essere dei volontari forzati perché nella battaglia di Guadalajara si sono dati prigionieri un migliaio e le due divisioni di Mussolini hanno preso una buona lezione dai Garibaldini (se non lo sapete il nostro battaglione si chiama “Garibaldi”) e a Guadalajara come in tutti gli latri fronti si è saputo distinguere, ed i fascisti ci avevano attaccato con due divisioni di italiani e due miste armati fino ai denti, però l’armata repubblicana li ricacciò e abbiamo preso loro un mucchio di materiale, cioè per caricare il materiale ci occorrono 750 camion, senza contare le decine di apparecchi fatti cadere a terra, e 60 pezzi di artiglieria e più di 70 camion, insomma una dura lezione”. In seguito Durigon, polemico verso l'azione repressiva condotta contro le forze anarchiche e anarco-sindacaliste dall’esercito repubblicano dopo i moti di Barcellona del maggio 1937, si allontana dalle Brigate internazionali rientrando in Francia dove viene segnalato dalla polizia fascista nel novembre del 1937. E' arrestato in Francia nel 1940, estradato in Italia è arrestato alla frontiera e deferito alla Commissione Provinciale che lo assegna nel novembre 1941 a cinque anni di confino a Ventotene, dopo un anno in una casa di lavoro a Imperia (a cui era già stato destinato per la violazione della libertà vigilata nel 1934). Liberato il 21 agosto 1943 rientra a Torre, dove è tra i primi organizzatori delle formazioni partigiane. All'inizio del 1944 è catturato dai nazisti e internato in un campo di concentramento di Monaco, sino alla fine della guerra. Nel dopoguerra dopo aver svolto per qualche tempo attività sindacale come rappresentante anarchico nella Camera del Lavoro di Pordenone, rientra in Francia, stabilendosi nella regione di Parigi, dove sottoscrive regolarmente per il periodico anarchico «Umanità nova». Muore a Parigi il 3 novembre 1990.

Annotazioni: Dal 1934 al finire del 1936, prima del suo ingresso in Spagna, Durigon vive un periodo di continui spostamenti attraversando tutta l'Europa, fino ad arrivare in URSS. Le fonti consultate, a volte discordanti a volte poco precise, non danno la possibilità  di ricostruire il percorso effettuato. Viene segnalato, pertanto, come primo spostamento, quello tra l'Italia e l?Austria, passando poi direttamente a quello tra la Francia e la Spagna del 1936.

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

Annotazioni: In Antifascisti nel casellario politico centrale V. 7 (si veda bibliografia) viene indicato anche il soggiorno di un anno in "una casa di lavoro (Imperia)" prima del confino a Ventotene.

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini