Croce Emilio di Ercole e Colombo Adele nato il 5 maggio 1906 a Milano. Macellaio, carrettiere, comunista. Di famiglia benestante, proprietaria di due stabili di via Canonica, abita nella medesima via al numero 37. Dopo la costituzione del PCd’I, la federazione milanese ha provveduto a suddividere il territorio cittadino in zone ed Emilio abita nella 7ª “Sempione”. Tra il 1923 e il 1925 in questa zona si costituiscono due cellule della federazione giovanile comunista, una nella stessa via Canonica e l’altra nel quartiere di Musocco in viale Certosa n.279. I milanesi Emilio Croce e Riccardo Molina, il mantovano Cesare Roda e il bolognese Vittorio Ghini, quattro futuri combattenti antifranchisti di Spagna, e il milanese Manfredo dal Pozzo, futuro partigiano della 3.a GAP che sarà fucilato a Fossoli il 12 luglio del 1944, sono attivi in quelle due cellule, che operano anche congiuntamente. Nel 1924, a ridosso delle elezioni politiche nazionali, nel corso di una azione di propaganda-affissione di manifesti e distribuzione di volantini, Croce, Roda e Dal Pozzo ingaggiano uno scontro a fuoco con militi fascisti del gruppo rionale di Piazzale Baracca, nel corso del quale Roda rimane ferito alla mano destra. Nella notte del 1° Maggio del 1925 i fratelli Croce insieme a Domenico Princigalli, responsabile della cellula di via Canonica, riescono a issare una grande bandiera rossa sulla sommità della torre Stigler situata nel Parco Sempione: i pompieri riescono a rimuoverla solo il giorno successivo. Dall’aprile del 1926 al settembre del 1927 Emilio presta servizio militare nel 59° Reggimento di Fanteria di stanza a Civitavecchia. Tornato alla vita civile, lavora come macellaio e carrettiere e riprende l’attività politica. Il 23 novembre del 1927 una parte di compagni dell’organizzazione comunista della zona Sempione, tra cui Vittorio Ghini e Angelo Aliotta, cade nelle mani della polizia fascista. Gli interrogatori degli arrestati coinvolgono anche Emilio, che subisce la medesima sorte. Vengono tutti inviati al giudizio del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, che con sentenza n.99, emessa il 24 settembre 1928, commina a Croce la pena di due anni di carcere, anni tre di libertà vigilata e interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di costituzione di una cellula comunista e per propaganda sovversiva. Scontata integralmente la pena detentiva, rientra a Milano, sottoposto al vincolo della vigilanza. Tra il settembre e l’ottobre del 1930, a causa dei continui fermi operati dalla Questura di Milano, espatria clandestinamente in compagnia del fratello Giuseppe e di Luigi Porraneo, futuro combattente antifranchista in Spagna. Raggiunge la Svizzera dalla provincia di Como, e subito si reca in Francia. Dapprima soggiorna per alcuni mesi a Parigi, in rue Criméè n.120, per poi trasferirsi a Caen in Normandia, in rue St. Pierre n.27. In questa località rimane fino al gennaio del 1935 lavorando come macellaio. Nel frattempo, organizza con gli espatriati ed emigrati italiani, a copertura dell’attività politica, una squadra di calcio. Il fiduciario fascista del luogo pretende che i giocatori s’iscrivano al PNF, ma l’energica reazione all’imposizione, organizzata e sostenuta da Emilio, espone quest’ultimo ad un possibile arresto, date le connivenze tra polizia francese e funzionari fascisti. Per sottrarsi a questa eventualità, Emilio, insieme all’amico Porraneo, si vede costretto a ritornare a Parigi. Nel 1935 il Croce si sposta dalla Francia in Algeria e, precisamente, a Orano, dove continua a essere sottoposto a sorveglianza da parte delle spie fasciste. Poco dopo lo scoppio della Guerra Civile spagnola lo si trova a Marsiglia, raggiunta non si sa come, inserito in un comitato di aiuti Pro Spagna composto, tra gli altri, da Emilio Strafelini, Italo Oxilia, Ovidio Pessi, Cesare Giorgi, Mazzini Chiesa, che si occupa dell’invio, via terra o via mare, di volontari, armi e materiali utili per la difesa della Repubblica spagnola. Alla fine di agosto del 1936 “Lucifero” si porta in Spagna a Barcellona, dove giunge il 28 dello stesso mese. Il 3 settembre successivo a Barcellona si costituisce la Centuria Gastone Sozzi, formata per la maggior parte da italiani e in misura minore da polacchi, facente parte della Colonna “Libertad”, costituita dal PSUC e comandata da Lopez Tienda. Vicecomandante della Centuria è Vittorio Ghini col nome di battaglia “Naso”, compagno di lotte di “Lucifero” nella citata zona milanese del Sempione. Croce è inquadrato nella “Sozzi” e con essa partecipa agli scontri di Talavera, Real Cencientos, alla battaglia di Pelahustan il 13 e 14 settembre e, nei giorni dal 16 al 18 ottobre, alla battaglia di Chapineria. Alla fine di ottobre del 1936 i superstiti della Centuria “Gastone Sozzi” confluiscono nel Battaglione Garibaldi, che è in costruzione, eccezion fatta per Angelo Antonini, già comandante della “Gastone Sozzi”, ed Emilio Croce: entrambi entrano come mitraglieri a far parte della squadriglia “España” comandata da André Malraux. In questa formazione “Lucifero” ritrova Cesare Roda, l’antico compagno di lotta della cellula di via Canonica, e, come mitragliere, combatte a bordo dei bombardieri Potez 540 e prende parte agli scontri aerei legati alle operazioni militari su Teruel e Malaga fino al febbraio del 1937, quando la squadriglia cessa di esistere. Subito dopo entra a far parte della Aviazione Repubblicana spagnola di stanza a Cartagena, quale addetto alla manutenzione degli aerei. Nella primavera del 1937, nel corso di una licenza, si trova a Marsiglia, dove le spie dell’OVRA documentano il suo esser presente nella città allegando una fotografia, che lo ritrae con indosso la divisa di tenente dell’Aviazione Repubblicana spagnola. Il grado rivestito è confermato dal “Carnet de Identitad” rilasciato dalla “Junta de Defensa Nacional”, che ne certifica la veridicità e insieme la riconosciuta cittadinanza spagnola. Nell’estate del 1937 lo si trova di stanza nell’aeroporto di San Clemente, inserito nell’organico della 2ª Squadriglia di bombardieri del Gruppo 24. All’inizio di dicembre dello stesso anno detta squadriglia si porta alla base di Villar de Arzobispo in appoggio alla progettata offensiva repubblicana su Teruel del dicembre 1937-gennaio 1938. Croce rimane nella stessa formazione fino al luglio del 1938, poi si trasferisce a Camporrobles in una squadriglia comandata dal capitano Mendiluce, che è impegnata nel luglio e nell’agosto dello stesso anno nelle prime fasi della battaglia dell’Ebro. In settembre con l’unità aerea del Levante, si sposta a Figueras, dove poco dopo si scioglie. Quale cittadino spagnolo Croce, non essendo soggetto all’obbligo di ritiro delle Brigate Internazionali, può assumere particolari incarichi agevolati da un salvacondotto, datato 29 settembre e rilasciato dallo Stato Maggiore dell’Esercito del Levante, che gli permette di circolare liberamente. Croce esce di Spagna nel febbraio del 1939, non si sa con quali modalità: certo è che riesce ad evitare l’internamento nei “campi della vergogna” francesi. Del seguito si sa che riesce a mantenersi in libertà fino al luglio del 1942, quando è arrestato a Parigi dagli occupanti tedeschi. Con tutta probabilità la Gestapo non riesce ad individuare l’identità reale e la storia personale di chi ha tra le mani e, verificata la sua cittadinanza italiana, viene rilasciato in libertà. Caduto il fascismo, Emilio decide di rientrare in Italia nei giorni del governo Badoglio. Il 25 agosto del 1943 si presenta alle autorità confinarie italiane di Mentone, che, nello stesso giorno, lo sottopongono ad interrogatorio nel locale ufficio di Pubblica Sicurezza ferroviaria. Nonostante non nasconda il suo passato politico, è immediatamente rilasciato e ritorna dopo 13 anni di fuoruscitismo nella sua città natale. Dopo l’8 settembre ricopre incarichi di rilievo nelle fila della Resistenza milanese, in particolare mantiene i collegamenti con la resistenza valtellinese e, nello specifico, con la 40ª Brigata Garibaldi “Matteotti” comandata da Dionisio Gambaruto “Nicola”, con la 55ª Brigata Garibaldi “Fratelli Rosselli” comandata da Vando Aldrovandi “Al”, con la 52ª Brigata Garibaldi “Luigi Clerici” comandata in un primo tempo da Luigi Canali “Neri” poi da Pier Luigi Bellini delle Stelle “Pedro”. Muore in seguito a un incidente automobilistico nell’agosto del 1971. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Emilio Croce la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del 40° anniversario della Guerra Civile Spagnola.

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

Annotazioni: Il 7 novembre 1976, in occasione del 40° anniversario della Guerra di Spagna, viene consegnata a Croce Emilio una medaglia d'oro al valore dal consiglio regionale della Lombardia. Gli antifascisti lombardi alla guerra di Spagna : 1936-1939. - [Milano] : Consiglio regionale della Lombardia, stampa 1977. - 54, [8] p. : ill. ; 24 cm. - Sul front.: Celebrazioni del quarantesimo anniversario, Milano, Palazzo Marino, 7 novembre 1976, p. 53.

Revisore: Lorena Tadini