Cerbai Giovanni, di Andrea e Tonelli Luigia, nato a Camugnano (Bologna) il 10 settembre 1912. Bracciante, comunista. La famiglia Cerbai emigrata in Francia dal 1928 a causa anche della persecuzione politica contro il capofamiglia Andrea, antifascista. Dopo un primo periodo in Corsica, dove Cerbai si iscrive al Partito comunista la famiglia si trasferisce nel 1938 ad Algrange, (Mosella), località che nel 1940 sarà annessa al Reich, in Lorena, zona già di forte immigrazione italiana, per cercare lavoro nelle miniere locali. Il suo nome compare nella Rubrica di frontiera. Nell’ottobre del 1936 si trasferisce in Spagna e si arruola nelle forze antifranchiste. Sergente della 2. compagnia del 1. battaglione della Brigata Garibaldi, partecipa a molti combattimenti e il 16 giugno 1937 rimane ferito a Huesca. Ritornato in reparto combatte con la Brigata Garibaldi sino al ritiro dei volontari internazionali, deciso dalla Repubblica spagnola nel settembre 1938. Avviato in un campo di smobilitazione, lascia la penisola iberica alla caduta del fronte catalano il 7 febbraio 1939.In Francia viene internato dapprima a Saint-Cyprien, quindi a Gurs e infine a Vernet. Dopo l'occupazione nazista del territorio transalpino, nell'aprile 1941 è tradotto in Italia. Arrestato alla frontiera è deferito alla Commissione Provinciale e il 30 maggio assegnato a 5 anni di confino. Rinchiuso a Ventotene, viene liberato nell'agosto del 1943. Tornato a Castiglione dei Pepoli, in Emilia, dopo l'armistizio si adopera per organizzare la Resistenza muovendosi tra Roncobilaccio e Sasseta, giungendo a organizzare uno sciopero nella Todt, l’organizzazione di operai obbligati a lavorare per i tedeschi. Attivamente ricercato viene aiutato a raggiungere Sasso Marconi nascosto all’interno di un carico di legna su un camion, dove viene ricavato uno spazio per nasconderlo. Raggiunti i partigiani e divenuto vice comandante della 62. Brigata Garibaldi “Camicie Rosse”, il 7 novembre 1944 partecipa col suo reparto alla battaglia di Porta Lame, a Bologna. Il 4 dicembre 1944 è arrestato presso il comando della 1. brigata «Irma Bandiera», in via Porta Nuova. Con lui sono catturati anche Italo Cazzola e Renato Pattuelli. Alcuni giorni dopo, il 9 dicembre del 1944 entra nel carcere di San Giovanni in Monte con la matricola 12567, su ordine della Questura, passando poi a disposizione del «comando tedesco SS», ovvero della Sipo-SD dell'Aussenkommando Bologna. Il 10 febbraio 1945 è prelevato con altri 53 detenuti e consegnato ad agenti del comando di polizia tedesca per «essere tradotto altrove». Ammanettati a coppie con del filo di ferro, sono condotti in alcuni camion davanti al rudere della stazione periferica di San Ruffillo per essere fucilati e sepolti sommariamente in alcuni crateri di bomba. I compagni arrestati con lui seguiranno la stessa sorte. L’eccidio sarà scoperto casualmente poco dopo la Liberazione e anche se la sua salma non potrà essere riconosciuta tra quelle portate al cimitero della Certosa provenienti dalle “fosse di San Ruffillo”, anch'egli fu con ogni probabilità tra le vittime di quella esecuzione, che fu solo la prima delle sei che avverranno in quel luogo tra il febbraio e il marzo 1945 ad opera dei militi SS. Alla fine della seconda guerra mondiale il C.U.M.E.R. lo ha proposto per la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, che gli è stata conferita con la seguente motivazione: «Combattente di eccezionale entusiasmo e ardimento, entrato tra i primi nelle fila partigiane, dava costante prova, in un lungo ciclo operativo, di coraggio, capacità e valore, assumendo incarichi sempre più impegnativi e riuscendo a risolvere brillantemente difficili situazioni operative. In occasione di un attacco in forze dell'avversario contro la brigata ai suoi ordini, posti fuori combattimento quasi tutti i suoi uomini dopo furiosi scontri, continuava da solo, con leggendario eroismo, a fare fuoco, eliminando i nemici che tentavano l'assalto e permettendo così l'ordinato sganciamento dei superstiti e lo sgombero di tutti i feriti. Arrestato e sottoposto a inumane sevizie, nulla rivelava che potesse tradire i suoi uomini e l'organizzazione partigiana, finché non veniva barbaramente trucidato dal nemico che ne occultava anche le spoglie. Nobile esempio di fierezza e amor di Patria». Bologna, 8 settembre 1943-9 dicembre 1944.» E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno. Il Comune di Bologna gli ha intitolato una via così come il comune di Camugnano. Il fratello maggiore, Virgilio, per la sua collaborazione con la Resistenza Francese sarà arrestato e deportato dai tedeschi a Natzweiler, Dachau e Mauthausen, dove morirà.

Revisore: Igor Pizzirusso

Revisore: Igor Pizzirusso

Annotazioni: Durante la detenzione è passato a disposizione delle SS tedesche (22 dicembre 1944). Il 10 febbraio 1945 è prelevato dal carcere e fucilato alle fosse di San Ruffillo

Revisore: Igor Pizzirusso