Zanella Marino di Pietro e Biasuz Maria, nato il 16 luglio 1908, a Segusino (Treviso). Minatore, comunista. Nel novembre 1930 con regolare passaporto per motivi di lavoro emigra in Belgio, a Seraing-sur-Meuse, nella provincia di Liegi, dove lavora come minatore. Nel 1936 parte per raggiungere la Spagna, passando la frontiera da Perpignano e dirigendosi da lì a Barcellona. In ottobre è inquadrato nella 3. compagnia del Battaglione Garibaldi, con la quale partecipa alla battaglia di Guadalajara. Passato nella Brigata Garibaldi, è tenente del 2. battaglione. L’11 aprile 1938 è promosso capitano sull'Ebro e dall'8 aprile al 2 agosto comanda il 2. battaglione sui fronti di Ginestar e Tortosa. In seguito è comandante della Compagnia speciale, alla cui guida è leggermente ferito il 6 settembre 1938. Nel numero 82 de “Il Volontario della Libertà”, organo delle Brigate Internazionali del 22 giugno 1938, è pubblicato un articolo a lui dedicato, dal titolo “ I nostri capi” di Giacomo Calandrone con lo pseudonimo di Canapino: “Il secondo battaglione è comandato dal capitano Marino Zanella, un vecchio garibaldino, un “picelliano”. Il capitano Marino Zanella ha preso parte – dopo Boadilla del Monte – a tutti i combattimenti della Garibaldi. E’ un ufficiale che si è guadagnato i galloni sui campi di battaglia. Amatissimo da tutti i suoi soldati, Marino afferma per ischerzo che ha già nel corpo almeno un chilogrammo di “mitraglia”, di schegge. Infatti, egli è rimasto ferito più volte leggermente, ma non ha voluto abbandonare i suoi compagni, la sua unità. Prima della formazione della Brigata apparteneva alla gloriosa Terza Compagnia del Battaglione, la compagnia comandata dall’indimenticabile capitano Ferrari, caduto eroicamente a Morata de Tajuña, nel nobile tentativo di salvare il milite abissino “Il Moro”, ferito a pochi metri dalle nostre linee. Educato alla scuola e all’eroismo di Guido Picelli e di Ferrari il capitano Marino Zanella è uno dei migliori ufficiali della “Garibaldi”, è uno dei migliori figli del popolo italiano. Sotto la guida le nostro comandante di Brigata Martino Martini e del commissario Pacha, sotto la guida del capitano Marino Zanella e del Commissario politico Miranda, i valorosi soldati del Secondo Battaglione sapranno scrivere sui campi di battaglia della Spagna martoriata, delle nuove fulgide pagine di gloria e di eroismo…delle pagine garibaldine.” Dopo il ritiro dei volontari internazionali dal fronte deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, nel corso della battaglia dell’Ebro, Zanella è avviato con gli altri iatliani nel campo di smobilitazione di Torellò. A crollo del fronte catalano nel gennaio 1939, torna ad impugnare le armi nella ricostituita XV Brigata Internazionale e combatte per rallentare l’avanzata dei franchisti e poter consentire a centinaia di migliaia di civili di riparare in Francia, L'8 febbraio passa in Francia, dove è internato nei campi di St. Cyprien e Gurs con l'amico Giuseppe Robazza. Autorizzato a rientrare in Belgio nel giugno 1939, torna a Seraing, dove riprende il lavoro in miniera ed è attivo nella propaganda antifascista. È iscritto in Rubrica di Frontiera e nel Bollettino delle Ricerche. Nel maggio 1940 è espulso con altri comunisti italiani, tra cui Robazza, per aver tentato di ricostituire la disciolta Unione Popolare Italiana. Dopo essersi mantenuto in clandestinità insieme all'amico tra Francia e Belgio, nel febbraio 1941 è arrestato dalla Gestapo e consegnato all'Ufficio di P.S. del Brennero. Tradotto nelle carceri di Treviso, il 18 marzo 1941 la locale Commissione provinciale lo condanna insieme a Robazza, in quanto combattenti antifranchisti in Spagna, a cinque anni di confino a Ventotene. Liberato nell'agosto 1943, torna a Segusino. Incaricato dal Partito comunista di organizzare le prime bande partigiane in Veneto con Pietro Dal Pozzo, è uno dei primi organizzatori della Resistenza nel Trevigiano. Comandante della Brigata Garibaldi “Mazzini”, da lui fondata, è arrestato dai nazifascisti durante un rastrellamento nel Cansiglio, lungo la strada tra Miane e Follina, ad opera dei fanti di marina del Battaglione “Sagittario” della Decima Mas. Condannato a morte da un Tribunale di guerra formato da ufficiali della Decima Mas il 25 gennaio 1945, è fucilato il giorno successivo contro il muro del cimitero di Pieve di Soligo (Treviso) insieme a cinque partigiani della sua brigata. Con decreto presidenziale 29 marzo 1952 gli è conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria per l'attività di partigiano combattente.

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi