Balbo Luigi di Giacomo e Canova Margherita, nato il 15 settembre 1908 a Garessio (Cuneo), nella frazione Cappello. Agricoltore, manovale, comunista. Nel 1928 si arruola volontario nei carabinieri e resta in servizio fino al 5 novembre 1933, quando diserta ed espatria clandestinamente in Francia, dove risulta residente ad Avignone. Qui fa il manovale e si avvicina alle idee comuniste (da fonti del CPC, risulta che fino al 1937 avrebbe vissuto anche in Algeria). Il 7 agosto 1934 la questura di Cuneo lo segnala nel Bollettino delle Ricerche n.15 con schedina n.3555. A fine maggio 1937, dalla Francia si porta in Spagna. Intanto a luglio del 1937 viene iscritto in Rubrica di Frontiera. Combatte per la prima volta a Fuentes de Ebro con la 4. Compagnia 2. Battaglione della 12. Brigata Garibaldi. Su questo fronte viene ferito al piede sinistro il 26 settembre 1937 (secondo alcune fonti, l’11 ottobre 1937). Successivamente alla convalescenza, è trasferito alla Compagnia mitraglieri del 3. Battaglione della stessa brigata e prende parte a diversi combattimenti: dall’offensiva dell’Estremadura nel febbraio 1938, ai durissimi scontri di Caspe del marzo-aprile 1938. Nel corso della conclusiva battaglia sull'Ebro, nel settembre 1938, rimane nuovamente ferito, questa volta al braccio sinistro. Lascia la Spagna al termine della “retirada”, nella prima decade del febbraio 1939. Rientra in Francia ed è internato a Saint-Cyprien (alcune fonti riportano anche il campo di Argelès) e Gurs e viene arruolato nelle CTE (matricola n.93202) per il fronte francese e inviato in Marocco. Nel 1940 è arruola nel 2. Reggimento Stranieri - Legione Straniera, sotto una falsa nazionalità portoghese, ma viene scoperto come italiano e smobilitato è inviato in una compagnia di lavoro a Saida in Algeria (secondo altre fonti è lui che fugge dal Marocco e raggiunge l’Algeria), ma qui viene intercettato dalla Gendarmerie fedele al regime di Vichy. Assegnato ad un reparto disciplinare il promo maggio 1942, è quindi consegnato alla Commissione italiana di armistizio che il 22 ottobre 1942 lo rimpatria da Mentone. Dopo l’arresto è inviato dai Carabinieri nelle carceri di Cuneo, il 29 ottobre. Poi, il 14 novembre, è rinchiuso nelle carceri preventive di Torino (secondo fonti coeve dell’Arma dei Carabinieri). Viene proposto per il confino a Ventotene come persona pericolosa il 10 dicembre 1942, ma sottoposto a processo per diserzione il 22 gennaio 1943 dal Tribunale militare di Torino. Subisce così una condanna di 3 anni e 6 mesi di prigione da scontare nel carcere militare di Gradisca (Gorizia). Evaso dopo l’8 settembre si porta dai familiari a Padova. Arrestato a fine novembre a Cuneo è incarcerato ad Ivrea. Tradotto al campo di concentramento di Monza a disposizione dei tedeschi, si ammala e viene ricoverato all’ospedale di Noventa Padovana, da dove evade per unirsi ai partigiani del 7. Battaglione Francesco Sabatucci. Poi, partecipa alle ultime fasi della lotta di Liberazione della Zona Padova, riportando una ferita lieve il 28 aprile 1945 nei combattimenti per la liberazione della città. Nel dopoguerra, sposa la padovana Cesira Marcato e torna in Piemonte, nel Canavese, dove risiede tra Borgofranco d’Ivrea e Montalto Dora (Torino). Muore all’ospedale di Ivrea il 21 febbraio 1993.

Annotazioni: Nel 1928 si arruola volontario nei carabinieri, dove resta in servizio fino al 27 novembre 1933, data della sua diserzione dal servizio, alla quale seguirà  l'espatrio.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Lascia la Spagna al termine della “retirada”, nella prima decade del febbraio 1939. In alcuni documenti presenti in ACS, datati 5 ottobre 1971, risulta evaso dal campo di concentramento di Gurs dove finisce dopo essere rientrato in Francia dalla Spagna. Nello stesso 1939, si sarebbe quindi arruolato in un reggimento della marina francese con nazionalità  portoghese. Accertata, in seguito, la sua vera nazionalità , viene rinviato in Algeria e arruolato nella Legione straniera dove sarebbe rimasto fino all’armistizio. In altre fonti, si riporta invece che in Algeria viene intercettato dalla Gendarmerie fedele al regime di Vichy e riportato in Francia. Qui è consegnato alla Commissione italiana di armistizio che il 22 ottobre 1942 lo rimpatria da Mentone. Lui stesso, in un documento redatto per l'AICVAS, dichiara di essere stato rimpatriato dall'Algeria il questa data.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Secondo alcune fonti biografiche è detenuto nel carcere di Padova fino al 7 gennaio 1945, quando viene liberato grazie ad un'azione partigiana. Secondo alcune carte dell’Arma dei Carabinieri, invece, avrebbe concluso la sua condanna il 9 gennaio e sarebbe stato ricollocato in congedo illimitato.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Le informazioni sulla vita dopo il secondo conflitto mondiale riportano che sposa la padovana Cesira Marcato e torna in Piemonte, nel Canavese, dove risiede tra Borgofranco d’Ivrea e Montalto Dora (TO).

Revisore: Erica Grossi