Castiglioni Vittorio di Vincenzo e Rota Amelia nato il 3 dicembre 1901 a Milano. Verniciatore, falegname comunista. Le prime notizie su di lui risalgono al 1912 quando è confinato per un periodo di tempo, non precisato, nel riformatorio “Principe di Napoli” in Ascoli Piceno. Durante il “biennio rosso” 1919-1920, ha dei problemi con la giustizia, sia per le sue idee politiche che per reati comuni. Nel 1922-23 Vittorio presta servizio di leva inquadrato nel 59° Reggimento Fanteria di stanza a Civitavecchia. Negli anni Venti risulta schedato prima come oppositore del regime, poi come comunista e, probabilmente, si iscrive al Partito Comunista d’Italia solo nella seconda metà del periodo appena indicato, senza ricoprire ruoli o incarichi di rilevanza. A seguito del fallito attentato dell’11 settembre del 1926 alla vita di Mussolini a Roma, tentato dall’anarchico Gino Lucetti, Vittorio è arrestato perché “attivista comunista” l’8 ottobre 1926. In attesa di giudizio, rimane in galera per circa sette mesi, dopo di che, essendo stato deferito al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, da quest’ultimo, con sentenza n. 102 del 21 maggio del 1927, lo proscioglie dall’imputazione di mancato omicidio nei confronti di Mussolini per “insufficienza di indizi”. Come conseguenza resta schedato dalla polizia politica nell’elenco dei possibili attentatori del Duce. Il 9 settembre 1927, in altro procedimento giudiziario penale, è condannato a due anni e sette mesi di reclusione per furto e truffa: scontata la pena è sottoposto a vigilanza speciale. Dopo queste vicissitudini, Vittorio, sentendosi sotto tiro, cerca di espatriare clandestinamente alcune volte e, nel 1932, in occasione di uno di questi tentativi, è arrestato a Teglio in Valtellina. Processato per contravvenzione della libertà vigilata, e per tentato espatrio clandestino, è successivamente inviato alla colonia agricola penale sita nell’isola di Gorgona. Vi rimane dal novembre 1934 al maggio 1936, quando gli è accordata una licenza per buona condotta fino al luglio, periodo che trascorrerà a Milano. Alla scadenza, pur avendo ottenuto una proroga fino a novembre, appresa la notizia dello scoppio della Guerra Civile Spagnola, Vittorio decide di non tornare a Gorgona, e nell’agosto espatria clandestinamente assieme al varesino Giovanni Zangrilli, anche lui futuro combattente antifranchista. Raggiungono Lione e con altri volontari antifascisti vanno in Spagna. Il 7 ottobre del 1936 Castiglioni è arruolato nel Battaglione “Garibaldi”, nel quale partecipa ai combattimenti del 13 novembre di Casa de Campo. Fino al maggio del 1937 non si hanno altre notizie che lo riguardano, il che induce a ritenere che in quel combattimento sia stato gravemente ferito. Alla costituzione della XII Brigata Internazionale “Garibaldi” il primo maggio del 1937, Vittorio è inquadrato nella Compagnia mitraglieri del 4° Battaglione. In seguito è inviato al Centro delle Brigate Internazionali di Albacete, come furiere, alle dipendenze del Servizio istruzione, che si occupa di addestrare i combattenti della “Garibaldi”. Poi, è nominato responsabile del deposito armi e munizionamento della 45ª Divisione, che comprende anche la XII Brigata Internazionale “Garibaldi”. Nel marzo del 1938 torna al fronte con la stessa e partecipa alla ritirata da Caspe all’Ebro. Nel corso di quei combattimenti rimane ferito all’occhio sinistro e di conseguenza perde la vista. Nel settembre successivo, nonostante il grave problema intervenuto, partecipa alla battaglia dell’Ebro. Dopo il ritiro delle Brigate Internazionali dal fronte, è plausibile che raggiunga il campo di smobilitazione di Torellò e che, da lì, passi la frontiera spagnolo-francese con il gruppo di volontari antifranchisti italiani comandato da Riccardo Formica “Aldo Morandi”. Ai primi di febbraio del 1939, con questo gruppo raggiunge il territorio francese ed è internato nella Campo-spiaggia di S. Cyprien. La delusione che gli deriva della sconfitta della Repubblica spagnola gli procura un periodo di abbattimento psicologico, come è certificato da chi lo ha frequentato in quel periodo. A confermare questa affermazione, si ricorda il suo atto di sottomissione al fascismo, redatto con l’intenzione di ottenere il rientro senza conseguenze nel Regno d’Italia. Questa sua richiesta non trova soddisfazione e, perciò, Vittorio si ritrova ancora presente nel Campo di concentramento di Argelés-sur-Mer, come certifica, in data 25 gennaio 1941, un funzionario del Ministero degli Interni italiano, probabilmente il Pettinati, che si occupa dell’applicazione degli accordi della Commissione Italiana Armistizio con la Francia (CIAF). Il suo trasferimento in Italia viene attuato qualche mese dopo e, esattamente, nel maggio del 1941, quando è consegnato alle autorità confinarie italiane di Mentone. Tradotto a Milano e rinchiuso nel carcere di San Vittore, è inviato davanti alla Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino di Polizia, che, il primo agosto del 1941, gli commina cinque anni da scontarsi nell’isola di Ventotene in quanto combattente antifranchista in Spagna. Nel 1942 è trasferito alla Casa di Lavoro di Imperia e, nel luglio dello stesso anno, alla Colonia Penale dell’Asinara, per finire di scontare la quantità di pena non subita alla Gorgona. Dopo il 25 luglio del 1943, su disposizioni del governo dei 45 giorni, riacquista la libertà. Tornato a Milano, durante la Resistenza, ha contatti e collabora con la 113ª Brigata Garibaldi SAP “Martiri di via Tibaldi”. Si ritiene da alcuni documenti che sia venuto a mancare a Milano il 25 agosto 1976. Il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo gli conferisce la Medaglia d’Oro alla memoria nel 40° anniversario della Guerra Civile Spagnola,

Battaglia di Casa de campo (dal novembre 1936 fino al novembre 1936)
Battaglia dell'Ebro
Annotazioni: Scheda biografica compilata da Augusto Cantaluppi per il suo libro La Ringhera in Spagna, antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola (1926-1939) Non si ha riscontro se e quando il Castiglioni diviene ufficialmente membro del Partito Comunista. Il Pavanin, in una nota del 28 febbraio 1940, afferma che nel 1938 il Castiglioni non ha ottenuto la tessera del P.C.S. perchè non abbiamo mai potuto avere una autobiografia particolareggiata del suo passato che ci spiegasse le contraddizioni delle sue dichiarazioni. Archivio nazionale russo di storia sociale e politica (RGASPI), fondo Brigate dell\\\'Esercito repubblicano spagnolo - fondo 545, fasc. F. 545. Op. 6. D. 491. Estremi cronologici: 01.02.1940 - 30.09.1940. Annotazioni: Presente come Castiglioni Vittorio. Nonostante il Castiglioni sia stato assolto dal Tribunale speciale, in un documento riservato della Prefettura di Milano con data 13 aprile 1933, risulta essere stato compreso nello schedario degli attentatori. INSMLI - Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, fondo Cantaluppi Augusto, fasc. 36. Presente come Castiglione Vittorio.

Annotazioni: In questo periodo viene schedato dalla Prefettura di Milano come "comunista" anche se in realtà  non è ancora membro del partito. INSMLI - Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, fondo Cantaluppi Augusto, fasc. 36. Annotazioni: Presente come Castiglione Vittorio..

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

Annotazioni: Il 7 novembre 1976, in occasione del 40° anniversario della Guerra di Spagna, viene consegnata ai familiari una medaglia d'oro alla memoria del consiglio regionale della Lombardia. Gli antifascisti lombardi alla guerra di Spagna : 1936-1939. - [Milano] : Consiglio regionale della Lombardia, stampa 1977. - 54, [8] p. : ill. ; 24 cm. - Sul front.: Celebrazioni del quarantesimo anniversario, Milano, Palazzo Marino, 7 novembre 1976, p. 53.

Revisore: Lorena Tadini