Cao Vittorio di Giovanni e Lena Teresa, nato l'11 agosto 1901 a Rivignano (Udine). Muratore e minatore, comunista. Si trasferisce nel 1906, con la famiglia, nel comune di Codroipo (Udine). Militare nell'Arma di Cavalleria tra il 1920-1922 emigra con regolare passaporto in Austria nell'agosto del 1922, per poi passare in Belgio e risiedere definitivamente nel Granducato di Lussemburgo, a Dudelange. Lavora inizialmente come manovale per le costruzioni ferroviarie e poi, fino al maggio 1937, in una fonderia ed in questo periodo entra in contatto con le organizzazioni comuniste. E' iscritto in Rubrica di Frontiera. Nel 1929 si sposa con la cittadina lussemburghese Holtz Marguerithe e ha 4 figli, Giovanni, Suzanne, Mario e Pierre. Segnalato quale “accanito sovversivo anarchico”, è ammonito dalla polizia lussemburghese. Dal 1935 al 1937 è regolarmente iscritto alla LIDU (Lega Italiana dei diritti dell’uomo). Nel maggio 1937 parte per la Spagna attraversando clandestinamente i Pirenei. Arriva a Figueras e poi alla Base delle Brigate Internazionali ad Albacete dove è assegnato alla XII Brigata Internazionale “Garibaldi,” compagnia Stato Maggiore. Da Albacete è poi trasferito a Huesca. E' ferito nel luglio del 1937 al ginocchio sinistro nel corso dell'offensiva di Brunete. E' in seguito nominato tenente e commissario politico della Batteria Anticarro. Nel settembre dello stesso anno dirige la piccola banda musicale della Brigata Garibaldi componendone la musica dell’inno “Doce Brigada, Bandera de Gloria” (le parole sono invece di un soldato spagnolo Garcìa y Garcìa). Nel numero 81 de ”Il Volontario della Libertà”, organo delle Brigate Internazionali, del 12 giugno 1938, compare l’articolo “ Una figura popolare: il maestro Vittorio Cao” di Teresa Noce, con lo pseudonimo di Estella: “ Qualche giorno fa ho rivisto i musicisti garibaldini e ho riudito un’altra volta la loro musica. Sono venuti a Barcellona in occasione di una festa organizzata in onore dei garibaldini, dalle operaie che patrocinavano la Brigata Garibaldi. Ho parlato per alcuni istanti con il maestro Vittorio Cao, creatore ed organizzatore della banda musicale e figura popolarissima tra i garibaldini. Parlando di lui pochi giorni prima il comandante della brigata mi aveva detto ridendo: “ Se lo lasciassi fare mi trasformerebbe tutta la brigata in una banda musicale!” E mi sono accorta che il comandante aveva veramente ragione. Il “maestro” - come lo chiamano tutti familiarmente – ama con passione il suo lavoro, la banda musicale e non sogna che nuovi e migliori strumenti, nuovi inni, nuovi musicisti…E’ lui l’autore della musica dell’inno della Brigata Garibaldi, premiato al concorso “Siamo fratelli d’Italia e di Spagna”. Segue un latro pezzo sempre della Noce “Un concerto improvvisato”: “ Alcuni compagni del Commissariato delle Brigate Internazionali hanno pregato Vittorio Cao di far suonare qualche cosa alla sua banda, prima di andare alla festa organizzata dalle operaie della fabbrica. Ed ecco nel giardinetto del Commissariato improvvisato un magnifico concerto. Vittorio Cao dirige, dai gradini dell’entrata, l’orchestra garibaldina. Nella dolce aura primaverile risuonano le norte dell’inno repubblicano spagnuolo, dell’inno Catalano, di Bandiera Rossa, dell’Internazionale, della Guardia Rossa…Poi ad un cenno del maestro, la banda attacca “Siamo fratelli d’Italia e di Spagna…” Non la suonano solo, la cantano anche. E tutti noi facciamo coro, entusiasticamente, mentre scoppiano gli applausi.” Uscito dalla Spagna il 17 settembre 1938, rientra in Belgio a Dudelange. Qui è arrestato nell'agosto del 1939 dai nazisti e incarcerato a Esch-sur-Alzette (Lussemburgo), Poi consegnato alle autorità italiane alla Frontiera del Brennero. Arrestato è portato a Udine e deferito alla Commissione Provinciale per il confino che lo assegna per 4 anni alle Isole Tremiti con ordinanza del 30 ottobre 1940. Durante il confino il Tribunale di Lussemburgo emette sentenza di divorzio in data 15 settembre 1942. Durante il periodo di confino, le autorità scrivono: “…non ha dato prova indubbia di ravvedimento” e “…mantiene inalterate le sue idee”. Prosciolto dal confino dopo l'8 settembre 1943 rientra in Friuli, a Codroipo. Subisce successivamente un breve arresto dal 19 ottobre al 18 novembre 1943 per non aver ottemperato agli obblighi del foglio di via. Nel marzo 1944 risulta essersi allontanato “per ignota direzione”. Raggiunge infatti il Friuli e combatte nelle formazioni partigiane: prende parte alla costituzione del battaglione “Matteotti” ed, in seguito, della brigata “Garibaldi-Tagliamento” (operante tra Meduno e Arzino - Pordenone), diviene poi commissario politico e Maggiore della divisione “Picelli -Tagliamento”, con il nome di “Biella”. Alla fine della guerra rientra a Dudelange (Lussemburgo) dove muore il 24 luglio 1956, folgorato da una scarica elettrica mentre è al lavoro in miniera.

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

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