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Singolo ente | Antifascisti combattenti e volontari della Guerra di Spagna

Banda Turani

Descrizione: Mentre giunge la notizia dell'armistizio dell'8 settembre 1943, contemporaneamente a Bergamo e dintorni giunge quella dell'arrivo dei tedeschi, con l'intento di occupare i territori del nord Italia insieme ai repubblichini di Salò. Così, nello stesso giorno l'Associazione degli ex Combattenti di Bergamo lancia un appello a quanti vogliano partecipare alla difesa della città arruolandosi volontari nelle forze militari di difesa, l'appello è in particolare rivolto alla "gioventù studiosa". I giovani non ancora compromessi, gli stessi che hanno preso parte alle manifestazioni dell’8 e del 9 settembre, possono restare in città e dare il via ad un nuovo sistema di vita: accordare il normale svolgersi della loro attività con la clandestinità. I primi giovani ad avere un’attività clandestina sono coloro che hanno preso parte al disarmo del drappello della prefettura: la maggioranza di loro, non collegata ancora all’organizzazione di Giustizia e Libertà ed al partito comunista, dà vita alla prima formazione di lotta clandestina operante in forma organizzata nell’interno della città: nata il 9 settembre dalla volontà dell'architetto socialista Arturo Turani, questa prima formazione terrà anche a seguito del suo scioglimento il nome di Banda Turani. Da allora, il raggruppamento del Turani fino alla sua morte, avvenuta per fucilazione da parte della Gestapo il 23 marzo 1944, seppe catalizzare e assorbire gran parte dei gruppi antifascisti formatisi spontaneamente all’annuncio dell’occupazione tedesca. Turani riesce a fare della sua formazione il centro propulsore di una sempre più vasta attività antifascista sul piano militare e a convogliare nelle sue file le forze antifasciste della borghesia cittadina. Significativo si dimostra essere lo stretto rapporto fra l’attività di Turani e il lavoro del prof. Vacha, il quale, già capitano dei carabinieri, opera per la costituzione di una catena di staffette capace di accompagnare dalla città al confine, fino all’espatrio, quei carabinieri che non intendono restare nell’arma agli ordini del governo di Salò. In breve tempo la formazione diventa una forte organizzazione che ingrossa le sue file e conta su elementi che fin dai primi giorni dell’occupazione si sono fatti un’esperienza in diversi settori della cospirazione e della lotta. L’influenza della banda Turani, estesasi anche alla periferia della città e in provincia, permette la formazione di una serie di distaccamenti in località importanti sia della città che delle valli bergamasche. L’azione che certo porta la banda Turani all’attenzione dei gruppi isolati è il rapido colpo condotto contro il distretto di Bergamo, quasi sotto gli occhi dei tedeschi che giungono per occuparlo, e che permette a Turani di distruggere documenti, impossessarsi di mappe e di una notevole quantità di armi e di munizioni utilissime per l’equipaggiamento delle squadre d’azione e dei primi distaccamenti di montagna. Il gruppo d’assalto, inoltre, non subisce perdite di alcun genere, né è possibile ai fascisti stabilire quali persone vi abbiano preso parte. La brigata di Turani, a causa della fragilità della sua struttura e dei cattivi rapporti con il CLN per via del diverso approccio politico alla lotta di Liberazione (la formazione Turani è apartitica, o multipartitica, essenzialmente antifascista), ha breve vita, ma vive questa vita in maniera spericolata. Numerose sono le azioni di attacco effettuate nel giro di poche settimane, il tempo della sua esistenza. Tuttavia, è importante sottolineare la continuità degli attacchi portati contro obiettivi militari di grande interesse per i tedeschi, come il campo d’aviazione di Orio al Serio. Ma è una manifestazione popolare, cui partecipano centinaia di persone, il 4 novembre, a lasciare un segno profondo nella città. La dimostrazione è preparata dalla diffusione di numerosi manifestini effettuata a cura non solo della formazione del Turani, ma di tutte le organizzazioni attive. L’appuntamento è fissato alla Torre dei Caduti per le ore 14 del 4 novembre. La piazza si riempie di gente e molti fiori vengono gettati ai piedi della Torre in omaggio ai caduti della Grande Guerra combattuta contro i tedeschi. La polizia è colta di sorpresa e gli agenti sopravvenuti usano tutti i mezzi per disperdere la folla che, invece di andarsene, si incammina verso il monumento a Garibaldi, alla rotonda dei Mille, intonando l’inno garibaldino, mentre i tedeschi, dalle finestre dei loro comandi, osservano la scena dalla finestra. Ad intervenire è, invece, il segretario federale fascista fino al 25 luglio, tornato ora a Bergamo sotto la scorta delle baionette tedesche. Ben protetto anche ora, imitando nelle pose Mussolini, tenta un discorso, ma, dato l’umore della folla, si limita a calpestare i fiori gettati in omaggio di Garibaldi. Due arrestati vengono più tardi rilasciati per interessamento dello stesso Turani. Quindici giorni dopo questa manifestazione antifascista Arturo Turani veniva arrestato. Nella notte fra il 19 e il 20 novembre elementi della gendarmeria tedesca insieme ad alcune comparse fasciste si presentano al n. 13 di via Pignolo, dove abita. Quella notte si è rifugiato nella casa anche un ex prigioniero jugoslavo, il quale avrebbe dovuto ripartire la mattina seguente per accompagnare oltre il confine un gruppo di suoi commilitoni. Tra gli arrestati il commissario Moretti, i comandanti dei distaccamenti di Rovetta, Roberto Pontiggia, di Lallio, Marino Mazzucconi, di Fiohbio, Gabriele Castellini; il capitano Bellotti, e altri membri di minore importanza, ma tutti al corrente di molte cose. La colonna degli arrestati viene fatta salire a piedi, scortata dai tedeschi, verso il convitto Baroni. Turani inoltra, senza risultato, la domanda di grazia e attende nel carcere-caserma di Sant'Agata dove intanto è stato trasferito insieme agli altri. Alle ore 15 del 23 marzo un ufficiale tedesco si presenta da lui annunciandogli che la domanda di grazia è stata respinta e che la sentenza sarà eseguita quello stesso giorno. L’esecuzione della sentenza avviene il 23 marzo 1944 al tramonto, nel cortile della caserma Seriate. Fonte: Inizi della Resistenza a Bergamo / Adolfo Scalpelli. - [S.l. : s.n., 1961?!. - 16 p. ; 25 cm. - Estr. da: Il movimento di Liberazione in Italia, ottobre-dicembre 1961, N.65, fasc. 4.

Luogo: Bergamo
Data fondazione (precisa): 09-09-1943
Data soppressione (precisa): 20-11-1943
Tipologia: Formazione partigiana (seconda guerra mondiale)
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