Brau Stefano di Salvatore e Carta Salvatorica, nato l' 11 agosto 1912 a Oniferi (Nuoro). Operaio, comunista. Espatriato senza passaporto, dal 1924 risiede con la famiglia in Costa Azzurra (Francia), dove entra in contatto con gli ambienti antifascisti. Nel 1931 si iscrive alla Gioventù comunista francese e nel 1934 al Partito comunista francese, per cui lavora fra i giovani italiani a Marsiglia e nella zona del Rodano. Nell'ottobre 1936 entra in Spagna e si arruola nel reparto d'assalto del battaglione Garibaldi. Una fotografia sul volume “Garibaldini in Ispagna” edito dal Commissariato delle Brigate Internazionali, lo ritrae insieme a Stefano Brau, Antonio Scanu e Giovanni Maria Puggioni con la didascalia “I militari sardi nel Reggimento d’Assalto della XII Brigata Garibaldi”. Poi è nel reparto d'assalto della brigata omonima, compagnia di Stato Maggiore. Combatte sui fronti di Madrid, Fuentes de Ebro, Estremadura, Caspe ed Ebro e raggiunge il grado di sergente. Ferito il 13 dicembre 1936 da schegge di bomba a mano al Pardo, sul fronte di Madrid, è ricoverato all'Hotel Palace a Madrid fino al 12 gennaio 1937. Rientrato in formazione, il 16 giugno 1937 è ferito al piede destro da una scheggia di proiettile anticarro a Huesca e viene ricoverato all'ospedale militare di Vallfogona de Riucorb. Il 12 settembre 1938 esce dalla Spagna. In Francia si stabilisce a Marsiglia, dove milita nell'Unione popolare italiana (UPI). Partigiano nei FTP-MOI (Francs-Tireurs et Partisans de la Main d'Oeuvre Immigrée) nei dipartimenti delle Bocche del Rodano, del Var, delle Alpi Marittime fino al 20 settembre 1943, quando rientra in Italia clandestinamente. Al 25 novembre 1943 il bollettino generale delle azioni del Comando dei distaccamenti e delle squadre d’assalto Garibaldi attesta il proliferarsi delle squadre disseminate in tutta la città. Brau è dirigente militare, con Oreste Ghirotti “Orestino” o “Secondo”, un ex operaio trentaduenne che fa l’ortolano in via Venini, commissario politico, delle squadre che nel gennaio 1944 avrebbero costituito il distaccamento Gap 5 Giornate. Il 20 dicembre 1943 cade in mano ai fascisti che sorvegliano il negozio di Arturo Capettini, precedentemente arrestato all'insaputa dei compagni. Rimasto in carcere a San Vittore fino al marzo 1944, quando è deportato il 28 gennaio 1944 da Trieste al campo di concentramento di Mauthausen in Austria, dove resta fino alla Liberazione, quando torna in Francia. Rientrato in Sardegna, lavora alla ricostruzione del locale Partito Comunista ed è dirigente dei minatori. In seguito si trasferisce a Roma, dove lavora per l'apparato centrale del PCI e dove muore il 9 giugno 1989.

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

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