Farini Carlo Luciano di Pietro e Savini Malvina, nato il 27 febbraio 1895 a Ferrara. Impiegato e pubblicista, comunista. Discendente da una famiglia di tradizioni risorgimentali, nel 1903 si trasferisce con la famiglia a Terni in seguito alla nomina del padre a direttore di una farmacia cooperativa e di direttore del giornale “La Turbina”. La sua militanza politica inizia nel 1907 quando, appena dodicenne, si iscrive alla Federazione giovanile socialista locale diventando ben presto segretario provinciale di Terni fino al 1912. Trovandosi in Romagna nel 1914, partecipa alle lotte popolari della "settimana rossa''. Viene per questo condannato a due anni di carcere, condanna però estinta per amnistia. Sempre nel 1914 partecipa al XIV congresso nazionale del Psi tenutosi ad Ancona. In seguito all’intervento dell’Italia nel primo conflitto mondiale, Farini venne chiamato alle armi. Nel 1919 diviene segretario della Federazione giovanile socialista dell’Umbria e successivamente segretario regionale del Psi. Nello stesso anno partecipa al congresso di Bologna, occasione in cui sostiene le tesi della frazione comunista capeggiata da Amedeo Bordiga. Nel 1921, a Livorno, è tra gli scissionisti e partecipa alla fondazione del Pcd'I (Partito Comunista d'Italia). Ardito del Popolo, nominato nel luglio 1921 comandante regionale per l'Umbria, è però costretto a lasciare tale carica in seguito alla diffida pronunciata dall'esecutivo del Partito Comunista contro i militanti che partecipano alle formazioni degli Arditi del popolo. Tornato a Terni dopo il convegno di Roma, Farini viene aggredito dai fascisti della squadra “La Disperata” di Perugia. E’ l’inizio di una lunga serie di violenze squadriste che lo spingono a trasferirsi a Roma dove, nella veste di Componente del Comando militare nazionale di difesa proletaria, tenta di organizzare la resistenza dei quartieri popolari nei giorni della marcia su Roma. Nel 1922 per sfuggire alle persecuzioni fasciste, lascia Terni per Roma ed è nominato membro del comitato esecutivo della Federazione comunista romana e segretario per alcuni mesi. Nel 1923 dirige, insieme ad Antonio Gigante, lo sciopero degli edili svoltosi nella capitale. In questo periodo collabora alla diffusione clandestina del foglio “Il Comunista”. L’anno successivo partecipa al convegno del Pcd’I tenutosi a Como, andando progressivamente ad avvicinarsi alle posizioni di Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti. Nel febbraio 1925, considerato elemento pericoloso e accusato di propaganda illegale, viene arrestato assieme a Togliatti e ad altri dirigenti comunisti per insurrezione contro i poteri dello Stato: è rilasciato ad agosto in seguito ad amnistia dopo aver scontato nove mesi di carcere. Nel 1926 la direzione del Partito decide di farlo espatriare clandestinamente insieme ad Armando Fedeli e frequenta la Scuola leninista di Mosca. Nel 1928 è in Francia, dove diviene responsabile per l'Italia del Soccorso Rosso Internazionale. A Parigi lavora presso l’Ufficio estero creato dal Pcd’I, dove si occupa della creazione di collegamenti con i comunisti delle diverse provincie italiane, e si reca periodicamente in Lussemburgo, Belgio e Svizzera allo scopo di mantenere i contatti con i militanti residenti lì. Successivamente viene inviato a Nizza per presiedere la segreteria dei gruppi delle Alpi Marittime e nel 1932 a Parigi per dirigere l’emigrazione. Nel 1933 torna a Mosca, dove - essendo sottoposto ad inchiesta da parte dell'organizzazione comunista italiana a causa di contrasti con i dirigenti, è inviato a lavorare in una fabbrica di automobili a Gorki. Nell'aprile 1937 è chiusa favorevolmente l'inchiesta nei suoi confronti, è nuovamente inviato a Mosca dove, nel 1936, lavora prima nella Sezione biblioteca dell’Istituto Marx-Engels-Lenin-Stalin e successivamente nella Biblioteca dell’Accademia delle Scienze. Nel maggio del 1937 decide di partire come volontario per la Spagna, dove viene arruolato nelle Brigate Internazionali ed incaricato di dirigere le trasmissioni radio in lingua italiana di Radio Libertà a Barcellona. Rientra in Francia per motivi di salute nel luglio del 1938, viene arrestato e nel 1940 internato nel campo di Vernet. Nel gennaio 1942 è' estradato in Italia. Arrestato alla frontiera è deferito alla Commissione Provinciale che lo assegna al confino a Ventotene per cinque anni. Ne esce il 22 agosto del 1943 e si reca a Genova dal fratello Ferruccio. Qui partecipa attivamente alla formazione dei primi nuclei partigiani in qualità di comandante della prima e della seconda zona militare della Liguria. Nell’agosto 1944 assume la guida del Comando militare unificato della Liguria (col nome di battaglia di “Manes”). Nel marzo 1945 è uno dei membri del Triumvirato insurrezionale ligure a partire dal marzo 1945 diresse la liberazione di Genova. Per l'attività svolta nel corso della lotta di liberazione verrà decorato con medaglia d'argento al valor militare per aver combattuto nella battaglia di Badalucco. Dopo la Liberazione viene nominato responsabile dell’Unione editrice sindacale italiana. Ricopre la carica di segretario della Federazione comunista di Terni e di membro del Comitato regionale umbro del Partito comunista italiano. Eletto all’Assemblea costituente per il collegio di Perugia-Terni-Rieti, è il primo degli elettri fra le file del PCI. Deputato per la I e la II Legislatura della Repubblica, in quest’ultima prese parte alla IV Commissione finanze e tesoro e alla VIII Commissione trasporti. Fu inoltre consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), dell’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna (AICVAS), della Presidenza onoraria dell’Associazione italiana perseguitati politici italiani antifascisti (ANPPIA) e infine presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Imperia. A partire dagli anni ’60 è costretto a ridurre drasticamente il suo impegno politico a causa delle sue condizioni di salute. Ciononostante mantiene la carica di consigliere comunale di Terni fino al 1964. Muore a Roma il 30 gennaio 1974.

Annotazioni: Socialista, scissionista, partecipa attivamente alla fondazione del Pcd'I nel 1921.

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

Revisore: Lorena Tadini

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