Roda Cesare di Adelmo e Santelli Marcellina, nato il 14 gennaio 1907 a Montanara, frazione di Curtatone (Mantova). Operaio meccanico, comunista. Settimo di otto fratelli e sorelle, il padre è socialista, mentre la madre alleva i numerosi figli. Frequenta le sei classi elementari per poi iniziare il lavoro di apprendista fabbro. Nel 1923, a sedici anni, lascia la famiglia per raggiungere il fratello Dante a Milano, dove lavorano insieme in una bottega di bronzista in Via Paolo Sarpi. Qui entra a contatto con il Partito Comunista nella cellula di Via Canonica. Per anni assolve compiti difficili e rischiosi nell'attività clandestina per conto delle organizzazioni comuniste, subendo anche bastonature da parte dei fascisti. Nel 1925 apre una bottega propria in Viale Certosa 279. Il 4 maggio 1929 è chiamato a svolgere il servizio di leva a Siena, A seguito dei massicci arresti di comunisti, operato dal regime, il 5 maggio 1935 emigra a Parigi, con regolare passaporto. Per poter rimanere in Francia è costretto anche a lavorare nella produzione artigiana di medaglioni che riproducono il volto del Negus d’Etiopia e del leader cinese Chang Kai-Shek, poi trova lavoro come meccanico motorista e progettista in una piccola azienda aeronautica di Parigi. Entrato in contatto con il Soccorso Rosso, riprende la sua attività politica antifascista nei Gruppi di lingua italiana del Partito comunista francese. Nel 1935 incontra a Parigi una ragazza italiana conosciuta a Milano, Virginia Mapelli “Ginetta” con la quale va a convivere nel 1936. Allo scoppio dell'insurrezione franchista, deciso a combattere come volontario, dal momento che il Partito Comunista d'Italia e il PCF non hanno ancora deciso come intervenire, si mette in contatto con Giustizia e Libertà ed ottiene un passaporto spagnolo a nome di Julio Valbuena Managua, impiegato di Madrid ed uno speciale lasciapassare dello scrittore Andrè Malraux. Con questo parte con tre compagni il 2 agosto 1936 per la Spagna, giunge a Cerbère per arrivare a Port Bou in territorio spagnolo. Le istruzioni sono di presentarsi all’ambasciata francese di Barcellona da saranno portati all’aeroporto per andare a Madrid. A Barcellona però sono fermati dalle milizie del POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista) che li portano all’Hotel Falcòn, quartier generale dei comunisti antistalinisti di Barcellona, ritirando loro i documenti. Vengono portati alla caserma Pedralbes dove si trova Mario Angeloni che vorrebbe arruolarli nella Sezione Italiana della colonna Ascaso della CNT/FAI. La situazione viene risolta da un componente del gruppo, il torinese Raimondo Fasano, che riesce ad ottenere un permesso d’uscita collettivo. Riescono così a raggiungere l’ambasciata francese che li porta all’aeroporto, dove vengono di nuovo arrestati da elementi della FAI (Federaciòn Anarquista Iberica) che li sospettano di spionaggio. Grazie ad un francese che lo riconosce vengono tutti rilasciati e finalmente può partire per Madrid, dove entra a far parte come mitragliere della Squadriglia aerea “España” organizzata da André Malraux, costituitasi all’aeroporto di Barajas. Alloggia a Madrid all’Hotel Florida e partecipa a settembre su un bombardiere Potez 54, a numerose azioni di bombardamento su Talavera e Toledo e poi alla difesa di Madrid. Allo scioglimento della squadriglia a metà ottobre 1936, legato alla riorganizzazione dell’aviazione repubblicana, Roda è incaricato di rientrare in Francia per acquistare armi, esplosivi e parti di ricambio, portandole da Parigi a Madrid. Dopo alcuni viaggi, nella notte tra il 25 e il 26 novembre 1936, è arrestato alla frontiera francese per possesso di alcuni ordigni che portava in valigia. Incarcerato a Perpignano e processato a Cèret (Pirenei Orientali), sconta alcuni giorni di carcere ed è espulso dal paese per attività antifascista. Tornato a Barcellona il 10 dicembre 1936, collabora attivamente come mitragliere con un reparto sovietico dell'aviazione spagnola, probabilmente il Gruppo 12 dotato di apparecchi Tupolev SB-2. Nel febbraio o marzo 1937 fa ritorno a Parigi, dove resta per alcuni mesi, riprendendo il lavoro per il Partito comunista. Nel 1937 è iscritto in Italia in Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto e a novembre è espulso dalla Francia e accompagnato al confine col Belgio. Si stabilisce a Bruxelles-Saint Gilles in Rue de l’Eglise 5, dove viene aiutato dai socialisti attraverso il Soccorso Matteotti. Lavora come scultore di statuette di gesso e divenuto segretario del Partito comunista italiano in Belgio, è attivo anche nell'UPI, l'Unione Popolare Italiana, di cui diviene segretario tra la fine del 1938 e l'inizio del 1939, e nella MOE, la Main d'oeuvre étrangère. Il 20 maggio 1939 sposa Virginia Mapelli, conosciuta quando risiedeva a Milano e sua compagna a Parigi. A seguito all’occupazione dal Belgio è arrestato dalle SS il 23 gennaio 1941. Rimane nella prigione di St. Gilles sei settimane, poi è tradotto in varie carceri: in Germania a Colonia, poi in Austria a Innsbruck, quindi in Italia, a Vipiteno. Qui è affidato alle autorità italiane, che il 16 marzo lo trasferiscono a Mantova. Il 9 aprile 1941 la Commissione provinciale di Mantova lo condanna a 5 anni di confino a Ventotene per attività antifascista all'estero. Il primo agosto 1941 nascono le sue due figlie gemelle Giuliana e Lucia. Liberato il 23 agosto 1943, rientra a Milano, dove organizza con altri reduci di Spagna i primi GAP (Gruppi di azione patriottica). Con il nome di battaglia “Bruno”, è responsabile politico del Comitato militare lombardo del Pci, con Egisto Rubini (“Rossi”) responsabile militare e Angelo Spada (“Mario Fiore”) a capo dell'apparato tecnico. Il Comitato ha il compito di organizzare nuclei di partigiani sulle montagne lombarde e una formazione di GAP a Milano. Dirige il 17. distaccamento GAP “Gramsci”, che raccoglie le squadre distribuite nelle diverse zone, poi, alla sua costituzione nel gennaio 1944, la 3. brigata GAP “Lombardia”. Dopo l'arrivo a Milano in ottobre di Vittorio Bardini (“Carlo Bianchi”), Roda diventa ispettore incaricato dei collegamenti coi GAP cittadini e coi distaccamenti di montagna. Di ritorno da un giro d'ispezione in Lombardia, il 18 febbraio 1944 è catturato dalla polizia fascista a Porta Romana con Vittorio Bardini per il tradimento del compagno Enrico Tenaglia (“Fabio”). Arrestato e torturato nella sede dell'UPI (Ufficio politico investigativo) in via Copernico e poi incarcerato a San Vittore, il 28 aprile viene trasferito a fine aprile nel campo di Fossoli e il 21 giugno deportato a Mauthausen (numero di matricola 76546-50, tr. 53). Trasferito nel sottocampo di San Valentin, vicino Linz, il 12 luglio, lavora in una fabbrica di carri armati. Liberato da un medico del campo al crollo delle truppe tedesche nella zona, il 23 aprile 1945 torna faticosamente a Milano. Dal 1. giugno 1945 al 1946 è segretario della Sezione mandamentale della zona Venezia del PCI di Milano, dal marzo 1947 al dicembre 1950 segretario della Federazione provinciale di Sondrio e dal gennaio 1951 al marzo 1954 membro della segreteria della Federazione di Mantova. Il 3 agosto 1949 muore tragicamente la moglie Virginia Mapelli cadendo dalla moto guidata da Roda. Lascia Sondrio e si trasferisce a Mantova come vice segretario provinciale. Il 12 ottobre 1952 sposa l'amica d'infanzia Matilde Boari. Abbandonata la vita politica per motivi di salute alla fine degli anni ’60, muore il 23 dicembre 1975 in ospedale a Mantova, colpito da ictus. È sepolto nel cimitero di Montanara. In occasione delle celebrazioni del quarantesimo anniversario della Guerra di Spagna, il 7 novembre 1976 gli viene conferita la medaglia d'oro del Consiglio regionale della Lombardia. Il Comune di Curtatone gli ha dedicato una via.

Annotazioni: Secondo le Schede Marchetti (Insmli, Fondo AICVAS, Busta 48, Fasc. 181 e Insmli, Fondo Archvio AICVAS, Busta 6, Fasc. 42) in Spagna combatte anche con la Squadriglia Malraux e viene arrestato dalle SS nel gennaio 1940 (e non 1941).

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

Revisore: Elena Scarfi

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