Cucchi Aristide di Domenico e Illiprandi Maria nato il 4 febbraio 1909 a Milano. Operaio e autista, comunista. Abita con la famiglia nel quartiere popolare di Porta Ticinese in corso San Gottardo al n.40. La sua educazione scolastica non va oltre la quarta classe elementare. Non risulta che abbia assolto agli obblighi di leva, ma che quasi certamente sia stato riformato in quanto affetto da una pronunciata gibbosità. A causa, del suo difetto fisico e delle implicazioni psicologiche, che ne derivano, risulta che abbia svolto lavori in modo saltuario con frequenti momenti di disoccupazione: è stato comunque dipendente della Pirelli e ha lavorato come verniciatore e autista. Aristide frequenta ambienti di sinistra e, allo scoppio della guerra civile spagnola, cerca di recarsi in quel Paese per combattere il fascismo internazionale in prima persona: su indicazione del Partito Comunista d’Italia il 31 luglio 1937 approfitta per l’espatrio di una gita turistica diretta in Svizzera con passaporto collettivo. In territorio Elvetico si sgancia dal gruppo e raggiunta Parigi e trovato il contatto con le organizzazioni che arruolano i volontari per la Spagna repubblicana, con il loro intervento riesce a raggiungere il territorio iberico. Con una quarantina di volontari di diversi paesi, da Perpignano e da passa in Spagna sostando a Figueras per circa dieci giorni. In seguito raggiunge Albacete, sede del Comando delle Brigate Internazionali, nelle quali è inquadrato. Per l’addestramento è inviato a Pozo Rubio dove resta circa dieci giorni. Poi, con altri connazionali, è inviato a Madrigueras (Albacete) e inserito nella Brigata “Garibaldi”, che lo destina, in qualità di autista, all’autoparco della stessa unità. Con questa funzione resta per oltre un anno, nel corso del quale dimostra cura e attenzione per i veicoli che gli sono affidati. Per tutto il periodo di permanenza nell’esercito repubblicano spagnolo svolge solo la funzione assegnatagli senza mai combattere sui vari fronti. Nel periodo spagnolo, appoggiandosi al recapito postale francese di Bagnolet, (Seine), rue Pierre Courie al nome di Madame A. Martini, riesce a inviare i suoi risparmi, per un totale di 268 lire, ai genitori bisognosi, che risiedono a Milano nel nuovo domicilio di via Ruggero Bonghi n.12. Il denaro inviato non raggiunge i destinatari, poiché gli spioni fascisti intercettano il vaglia e l’assegno circolare impedendone l’incasso da parte dei genitori. Aristide resta comunque in Spagna fino alla caduta della Catalogna uscendo nei primi giorni di febbraio del 1939 con la “Retirada”. È internato nel Campo di St. Cyprien, ove resta qualche mese fino a quando viene trasferito a Gurs. Poco prima dell’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania nazista, il 5 giugno del 1940, viene nuovamente trasferito nel Campo di concentramento di Vernet d’Ariège, settore B, baracca 22: qui le condizioni di vita sono anche peggiori di quelle vissute nei due campi precedenti. Nel 1941 Aristide, sulla base degli accordi della Commissione Italiana Armistizio con la Francia (CIAF), chiede il rimpatrio, che si concretizza il 12 settembre 1941 con la sua consegna alle autorità di frontiera italiane di Mentone. Successivamente, dopo essere stato tradotto a Milano e rinchiuso nel carcere di San Vittore, l’otto ottobre subisce l’interrogatorio di rito. Sottoposto alla Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino di Polizia, il 7 novembre successivo gli vengono comminati cinque anni di confino da scontare nell’isola di Ventotene, in quanto combattente antifranchista di Spagna. Rimesso in libertà nella terza decade di agosto del 1943, raggiunge Milano il 10 settembre successivo. Svolge sicuramente attività partigiana, poiché il 15 giugno del 1944 è catturato e arrestato a Varese. Consegnato ai nazisti e trasferito a Milano è nuovamente rinchiuso nel carcere di San Vittore. Il 17 agosto 1944 è caricato sul convoglio speciale n.81 con altri compagni di sventura e nella stessa data raggiunge il campo di concentramento di transito di Bolzano. Il 7 settembre successivo viene deportato in Germania nel Campo di Flossenburg, immatricolato con il n.21612. Il 3 ottobre del 1944 passa al Campo di concentramento di Bergen-Belsen dove si spegne il 26 febbraio del 1945. Il Consiglio Regionale Lombardo, il 7 novembre del 1976, conferisce ad Aristide Cucchi la Medaglia d’Oro alla memoria, in occasione del 40° anniversario della Guerra Civile Spagnola.