Longo Luigi di Giuseppe e Gotta Lucia, nato a Fubine Monferrato (Alessandria) il 15 marzo del 1900, in Cascina Paradiso, comunista. Studente, pubblicista e rivoluzionario di professione. Nato in una famiglia di contadini piccoli proprietari terrieri, emigra con i familiari a Torino il 20 dicembre del 1907, dove i suoi gestiscono una rivendita di vini alla barriera Milano, non lontano dalla FIAT. Longo frequenta l’Istituto Tecnico e la facoltà di ingegneria del Politecnico, che deve lasciare nel 1922. Chiamato alle armi nell’ aprile del 1918, per alcuni mesi fa parte del 7. Reggimento Bersaglieri a Clusone. Poi va alla Scuola Militare di Parma e infine è incorporato al 20. Reggimento Fanteria a Cosenza. Congedato nel settembre del 1919, riprende gli studi e inizia a interessarsi a questioni politiche, alla lettura del quotidiano socialista L’Avanti e di altri testi marxisti scoperti durante il servizio militare. Prende contatto con l’organizzazione socialista torinese e nel gennaio del 1920 entra nella Gioventù Socialista e nel PSI, diventando in breve tempo segretario del Gruppo Studentesco di Torino. Nel settembre 1920, impiegato alla FIAT, partecipa all’occupazione delle fabbriche. In vista del Congresso di Livorno del 1921 partecipa alla costituzione d’una frazione comunista e con Umberto Terracini è Segretario del Comitato dirigente di Frazione per tutto il Piemonte. Delegato della sezione di Torino, pur essendo affascinato dalla personalità e dalle proposte di Antonio Gramsci, Longo aderisce con Giovanni Parodi e altri alla mozione astensionista di Amadeo Bordiga. Nel novembre del 1922 è delegato al IV Congresso del Comintern e viene nominato membro della commissione per la fusione della Gioventù Socialista e quella Comunista, dove è eletto membro del Comitato Centrale della riunita federazione Giovanile Comunista. Appena rientrato in Italia passa in clandestinità. Arrestato nel maggio del 1923 a Milano con tutta la direzione giovanile, è processato con l’accusa di attentato alla sicurezza dello Stato, ma viene rilasciato nel marzo del 1924 dopo dieci mesi di carcere (sarà poi prosciolto dalla Corte d’Appello di Milano il 5 giugno 1925). Riprende l’attività a Milano dirigendo “La Voce della Gioventù”, che sostituisce “L’Avanguardia” soppresso dalle autorità fasciste. Brutalmente percosso a Reggio Emilia da una squadra di picchiatori fascisti, all’inizio di ottobre del 1924, viene consegnato alla polizia che lo trattiene per una decina di giorni. Segretario nazionale di fatto della Federazione Giovanile Comunista d’Italia, è ancora vicino alle tesi di Bordiga, ma inizia progressivamente ad allontanarsene, non condividendo più posizioni sempre più radicali a parole, ma attendiste nei fatti. Nella primavera del 1925 rompe col bordighismo. Al III Congresso clandestino del Partito Comunista d’Italia a Lione nel gennaio del 1926. condivide le posizioni gramsciane contribuendo a spostare gran parte dei giovani delegati sulle posizioni della Internazionale Comunista. Espatria clandestinamente oltralpe dopo le leggi eccezionali del 1926 e raggiunge Mosca come rappresentante della Federazione Giovanile Comunista d’Italia e delegato al VI Congresso dell’Internazionale Comunista Rimane in URSS fino al marzo del 1927, poi torna in Francia per dirigere il Centro estero giovanile del Partito. Nel 1930 è uno dei fautori della svolta nella strategia del Partito in Italia, per il rafforzamento della azione antifascista, la organizzazione del lavoro clandestino ed entrista nel sindacato e nelle associazioni di massa del fascismo. Di fatto per alcuni anni é il responsabile dell’organizzazione del Partito. Nel 1932 ritorna in URSS, come rappresentante del Partito Comunista d’Italia e membro della Commissione Politica dell’Internazionale Comunista. Torna in Francia nel 1934, incaricato del lavoro politico nell’emigrazione italiana, sempre più consistente. Dopo la sollevazione militare dei generali fascisti accorre in Spagna nell’ agosto del 1936: partecipa alla organizzazione della Centuria “Gastone Sozzi” e segue il lavoro del 5. Regimiento, il cui Commissario politico è il comunista triestino Vittorio Vidali (Carlos Contreras). Tornato momentaneamente in Francia per la riunione del Comitato Centrale del Partito, rientra immediatamente in Spagna per organizzare l’arrivo dei primi gruppi di volontari delle Brigate Internazionali. E’ lui il primo volontario internazionale a giungere ad Albacete (Murcia), dove con l’aiuto dei compagni del 5. Reggimento riesce ad attrezzare locali per 500 i volontari in arrivo il giorno dopo. Insieme a Marty, Vidal e Nicoletti (Giuseppe Di Vittorio), cura per circa una settimana tutto il lavoro organizzativo delle Brigate Internazionali. Quando la 1. Brigata (che diverrà l’11.) può partire per il fronte di Madrid assediata, Longo rimane alcuni altri giorni ad Albacete lavorando alla formazione della 12. Brigata Internazionale. Infine, bene o male la Brigata parte per il fronte, carente di quadri e di servizi logistici. E’ dunque in una situazione di relativa disorganizzazione che l’unità, che comprende anche il Battaglione italiano Garibaldi, prende parte il 13 (14?) novembre all’attacco al Cerro de los Angeles (Cerro Rojo). Arrivate a Madrid il 17 (18?) le due Brigate partecipano a diverse operazioni a Casa de Campo e alla Ciudad Universitaria. A fine mese la 12. Brigata attacca occupando posizioni a Pozuelo de Alarcon. Il 30 di novembre (o il giorno successivo) Longo è ferito alla mano, al braccio e alla gamba da alcune schegge d’obice. Rimasto con la XII Brigata Internazionale fino alla sua nomina a Commissario Politico e Ispettore delle B.I. (25 dicembre 1936), è poi sul fronte di Cordoba, alla battaglia del Jarama (febbraio 1937) e in Extremadura (dov’è nominato Commissario di Divisione), ma è soprattutto a Guadalajara che saprà distinguersi nel marzo successivo: incaricato dal generale Miaja di curare la propaganda tra le Camicie Nere delle Divisioni inviate da Mussolini, lo fa con rara efficacia con altri compagni tra cui il giovanissimo Giuliano Pajetta. Ma è soprattutto a fianco del commissario politico Ilio Barontini nel comando del Battaglione Garibaldi (momentaneamente privo del Comandante Pacciardi, ferito lievemente alla guancia nel corso della battaglia del Jarama), che uscirà vittorioso dallo scontro coi fascisti italiani. E’ presente anche durante l’offensiva condotta dalla XII Brigata Internazionale Garibaldi in Aragona a giugno 1937, a Brunete a luglio 1937, ancora in Aragon, a Teruel e nella drammatica ritirata dal settore di Caspe verso il basso Ebro. Come Commissario generale delle Brigate Internazionali, partecipa alla conclusiva battaglia dell’Ebro nell’estate-autunno del 1938. Successivamente organizza il ritiro dei volontari internazionali nel febbraio 1939, quando passa in Francia con i superstiti delle Brigate e viene internato. Nel 1940 viene trasferito dal Vernet d’Ariège a Les Milles (Bouches-du-Rhône). Di qui, dopo un tentativo d’evasione vanificato, è prelevato per essere tradotto in Italia e assegnato al confino di Ventotene. Liberato nell’agosto 1943 dopo la caduta del regime, prende parte al tentativo di difendere Roma e subito dopo si trasferisce a Milano. Qui lavora alla costituzione dei Distaccamenti e delle Brigate d’Assalto Garibaldi. Comandante Generale delle formazioni garibaldine nella Resistenza e Vice-Comandante del CVL (Corpo Volontari della Libertà), conduce un’aspra battaglia contro le tendenze attendiste di certi settori dell’antifascismo, e al tempo stesso si batte per l’unità delle forze della Resistenza. Nelle giornate di fine aprile del 1945 dirige l’insurrezione di Milano e coordina, grazie alla organizzazione delle Garibaldi e del PCI, la definitiva Liberazione del paese. Decorato con la Bronze Star americana e con la Medaglia d’Oro al valor partigiano, riprende subito il suo posto nel gruppo dirigente comunista che lo nomina vice-segretario generale del Partito. Eletto all’Assemblea Costituente, sarà rieletto consecutivamente in tutte le successive tornate elettorali della repubblica nata dalla Resistenza. Dopo l’improvvisa morte di Togliatti (26 agosto 1964) gli succede alla Segreteria del PCI, che conserva fino al 1972, quando è nominato presidente del Partito. Muore a Roma il 16 ottobre del 1980.

Firma ed emanazione ordini di insurrezione nazionale (Milano) (dal 24 aprile 1945 fino al 25 aprile 1945)
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio AICVAS-Milano, Archivio del Comune di Fubine Monferrato (Alessandria), Archivio del Centro Studi “Piero Gobetti”-Torino (Video-intervista, Roma, novembre 1975), Archivio INSMLI-Milano (Fondo Aicvas, busta 35, fascicolo 142) , Archive BDIC-Nanterre (MFM 880/2, Brigades Internationales,Fonds 545, inventaires 1-61), Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza, Milano, Archivio Centrale dello Stato-Roma/Casellario Politico Centrale (busta 2869, con diverse fotografie fie segnaletiche). Archivio Centrale dello Stato-Roma (Confinati Politici), Archivio Centrale dello Stato-Roma (Polizia Politica), Archivio ISRAL-Alessandria (Fondo UPI). Tra i documenti in allegato è presente un trafiletto tratto da Le volontaire de la liberté contenente il testo del telegramma di cordoglio per la morte di Antonio Gramsci.