Borghi Pietro di Settimio (Settimo) e Burresi Assunta, nato il 20 dicembre 1898 a Poggibonsi (Siena). Falegname, ebanista, scultore, comunista. Decorato nella Prima guerra mondiale con la Croce di guerra. Nell'immediato dopoguerra è attivo antifascista, iscritto al PCd’I dal 1921. Sposato dal 26 aprile 1928 con Rigoletta Francioli e padre di un figlio. Responsabile del movimento comunista nella zona della Valdelsa dal 1931 e fino al suo arresto. Per sottrarsi al mandato di cattura emesso nel maggio 1932 dall’OVRA per organizzazione comunista, inizia la latitanza, nel corso della quale la sentenza istruttoria n.130 del 17/10/1932 lo dichiara colpevole di «Associazione e propaganda sovversiva». Il Tribunale Speciale (Reg. Gen. n.480/1932) che ratifica la sentenza, ne dichiara decaduti i capi d’accusa in parte per amnistia con R.D. 5 novembre 1932, n.1403, mentre lui è già espatriato clandestinamente in Francia il 20 ottobre 1932; e in parte per una nuova sentenza istruttoria, n.160 del 29 novembre 1932, che dichiara il non luogo a procedere per insufficienza di prove. Il mandato di cattura viene revocato. Intanto è iscritto in Rubrica di Frontiera. Dal Bollettino Ufficiale del 1934, sembra che nel 1933 si trovi a Nizza e poi a Antibes (Alpes Maritimes), dove è segretario del gruppo comunista. È iscritto alla CGT (Confédératin Générale du Travail) dal 1932 e all’UPT. In seguito lavora a Tolone (Var) in diversi cantieri e anche qui è segretario dei gruppi comunisti di lingua. Viene arrestato più volte, infine espulso nel 1934 e costretto a rifugiarsi in Svizzera (Losanna). Il 9 ottobre 1936 giunge in Spagna e si arruola nel battaglione Garibaldi, 2. Compagnia, con il grado di sergente. Combatte su tutti i fronti (risulta in licenza a Denia nel maggio 1937). È poi nella Brigata Garibaldi, Capo Sezione Mitraglie Antiaeree del 1. Battaglione. Partecipa ai combattimenti di Cerro Rojo, Casa e Campo, Pozuelo, Boadlla del Monte, Mirabueno, Majadahonda, Jarama, Guadalajara, Brunete, Fuentes de Ebro e all’offensiva finale sull’Ebro nell’estate 1938 fino al ritiro dei volontari dal fronte, e nelle operazioni abbatte due velivoli nemici. È ferito, decorato e elogiato dal generale Kléber nel luglio del 1937, quindi nominato tenente primo dicembre 1937. Nel numero 11 del giornale della Brigata Garibaldi “Il Garibaldino” dell’8 settembre 1937 Giacomo Calandrone pubblica un suo ritratto umoristico: “Dicono, ma chi ci crede? Che Morelli, Braccialarghe e Buleghin siano i tre guappi della Brigata, gli adoni delle formazioni garibaldine. Quello che è certo che oltre che Krimer, anche Borghi e uno dei più brutti della Garibaldi. Quando si incontra con Krimer, Borghi è tutto contento. Idem Krimer incontrandosi con lui. “Perche? "Perchè, vede qualcuno che e più brutto di lui” Si illudono, a vicenda. Ma infine la Brigata non e un'accademia di bei giovanotti, ma la selezione delle selezioni dell'antifascismo italiano. Borghi ha realizzato delle piccole coserelline, in combattimento. TI ha abbattuto due apparecchi fascisti, ti dirige con perizia la mitragliatrice anti-area del Primo Battaglione, ecc ecc... E’ un toscanaccio, uno del Paese dove il bel “si” suona. E lo storico della Brigata: colui che ha avuto cura di annotare gli avvenimenti più importanti le Battaglie delle nostre formazioni, i paesi dove siamo passati. Un combatiente, un antifascista esemplare. Un garibaldino. Nada mas.” è detto tutto...”. È membro del PCE dal 1938. Uscito dalla Spagna, rientra in Francia nel febbraio 1939. Secondo alcune fonti (come la scheda Marchetti che riporta i dati della scheda segnaletica del campo di Vernet), sarebbe rientrato in Francia il 28 agosto 1938, stabilendosi a Tolone fino al suo arresto, come comunista, il 20 ottobre 1939, nel Forte di Sainte Catherine di Tolone. Da qui, sarebbe seguito il suo internamento nel campo di Gurs. Poi rilasciato in data imprecisata, sarebbe rientrato a Tolone e poi di nuovo fermato il 28 maggio 1940 e trasferito nel campo di Vernet (cambusiere del settore B, anarchici ed estremisti, baracca 20). Altre fonti parlano di un rientro in Francia nel febbraio del 1939 e poi degli internamenti tra Saint Cyprien, Gurs e Vernet. Ad ogni modo, qui, chiede inutilmente di emigrare in Messico. Il 23 (o il 25) settembre 1941, malgrado il rifiuto espresso alla Commissione per il rimpatrio, è tradotto in Italia dal valico di Ponte Unione, alla frontiera di Mentone, dove è arrestato. La Commissione provinciale di Siena, con ordinanza del 22 novembre 1941, lo assegna al confino a Ventotene (dove è cambusiere) per 5 anni. È liberato il 20 agosto 1943. Da alcune fonti risulta partigiano nella Resistenza dal primo gennaio 1944 al 20 luglio 1944, col grado di gregario nella Brigata “Spartaco Lavagnini” e dopo l’08 settembre 1943 tra gli organizzatori delle formazioni partigiane in provincia di Livorno. Membro della Commissione federale di controllo del PCI e dell’esecutivo provinciale dell’ANPI, muore, già vedovo, a Poggibonsi (Siena) il 7 novembre 1977.

Annotazioni: Dai documenti dell\\\'OMS: Prefettura di Siena, 19 ottobre 1941 - Al Ministero dell’Interno - Direzione Generale della P.S. CPC - Roma contenuti nel fondo AICVAS (b.17; fasc.88) è tradotto nella questura di Siena da Mentone il 16 ottobre 1941 e si danno altre informazioni sulla sua latitanza dopo la fuga dalla Caserma dei CC.RR. di Poggibonsi. È lo stesso Borghi a raccontare di essere andato a Firenze presso un compagno di fede «Gaggioli o Caggioli». Portato poi dai compagni in una casa di campagna di cui ignora la collocazione, vi resta chiuso per 5 mesi e 10 giorni. Non remissivo né pentito è considerato quindi ancora pericolosissimo dall\\\'OVRA. Iscritto «alla categoria degli attentatori» per lui è richiesto il confino. Segue verbale della dichiarazione sulla latitanza dello stesso Borghi che riporta anche i modi di uscita dall’Italia: da Ventimiglia passa a Mentone e poi a Nizza al “soccorso rosso” francese cui chiede aiuto come rifugiato politico. Da qui va ad Antibes dove trova lavoro presso una fabbrica di mobili «gestita da certo Tyssier, un francese, comunista militante». Dopo un mese e mezzo, torna a Nizza dove sta per un mese e poi si trasferisce a Sanary (Var) vicino Tolone. Dal marzo al luglio 1933 resta qui poi è espulso dalla Francia perché sprovvisto di documenti d’identità . Si reca, sempre secondo il verbale, in una località  indicata come «Montone (Crag)» dove resta un anno e mezzo a lavorare presso «Lamy italiano naturalizzato francese di origine piemontese». Nell’inverno 1935 va invece a Tolone (Pont du Bois) e lavora presso una fabbrica di infissi gestita da un italiano. S’iscrive alla Camera del Lavoro di Tolone (CGT) nel 1936 e vi resta fino all’ottobre 1936 quando parte per combattere in Spagna. Il 26 agosto 1938 esce dalla Spagna e torna a Tolone dove vive in Rue Corneille n.5 presso un affittacamere. S’iscrive all’Associazione Franco-Italiana ex combattenti antifascisti. Rimane fino all’ottobre 1939 quanto viene arrestato e rinchiuso nel Forte di Sainte Catherine dove resta fino al maggio 1940. Da qui viene trasferito a Vernet.

Annotazioni: Compare una seconda data di nascita il 20/02/1898 nella fonte bibliografica: Antifascisti nel casellario politico centrale / [a cura di] Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti. V. 4: Boccalatte-Buzzoni / a cura di Simonetta Carolini ... [et al.] ; coordinatore Adriano Del Pont. - Roma : ANPPIA, stampa 1990. - 409 p. ; 24 cm. - (Quaderni dell'ANPPIA ; 4), p.133. Esiste una fonte archivistica da cui si dedurrebbe la sua implicazione nei fatti dell'impresa di Fiume (1919-1920): Fondazione Il Vittoriale degli Italiani. Fondo: Archivio generale fiumano. Sezione III: Legionari e legionarie. Fascicolo nominativo: Borghi Pietro. Copie del congedo fiumano e della dichiarazione integrativa; nota dell'Ufficio stralcio milizie fiumane. Legionari - Cartella 9/780 (da verificare: http://catalogo.archividelnovecento.it/scripts/GeaCGI.exe?REQSRV=REQPROFILE&REQCARDTYPE=28&ID=50817564&Field_S_ALLSTR=Borghi+Pietro) Risulta sposato dal 26 aprile 1928 con Rigoletta Francioli e padre di un figlio.

Revisore: Erica Grossi

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: àˆ inviato al confino a Ventotene dalla Commissione provinciale di Siena, con ordinanza del 22 novembre 1941.

Revisore: Erica Grossi

Annotazioni: Secondo il certificato anagrafico del comune di Poggibonsi (contenuto nel fondo AICVAS b.17 - fasc.88) alla data di morte il 07/11/1977 sarebbe già  vedovo.

Revisore: Erica Grossi