Camilla Francesco di Carlo e Bertone Giuseppina, nato a Niella Tanaro (Cuneo), in località Roà Sottana, comunista. Di professione contadino e allevatore. Non abbiamo informazioni relative al servizio militare ma sappiamo che era espatriato in Francia nella seconda metà degli anni ‘20, con modalità non note. Si stabilisce a Marsiglia (Bouches-du-Rhône) al numero 50 di Rue Libaudier, dove cerca e riesce a trovare lavoro nei cantieri navali del Porto Vecchio. Militante comunista iscritto al Partito comunista francese sin dal 1930 è attivo nei Gruppi di lingua italiana. Da alcuni accenni riportati in un documento della polizia pare abbia trovato occupazione come palombaro, specializzato nelle riparazioni sottomarine alle chiglie avariate delle imbarcazioni. Parte volontario per la Spagna repubblicana alla fine di novembre del 1936. Giunge a destinazione l’8 dicembre e ad Albacete (Murcia), principale base e sede del Comando e del Commissariato delle Brigate Internazionali, si arruola in un’unità non identificata (forse della 14, Brigata La Marseillaise in cui rimane fino all’estate del 1937. Non si sa quando e dove abbia combattuto in quei mesi cruciali. Il 12 settembre dello stesso anno, a seguito della riorganizzazione delle B.I. su base nazionale, viene segnalato in arrivo a Castelnau per esser inquadrato nel 3. Battaglione della 12. Brigata Internazionale Garibaldi. É probabile che abbia poi preso parte all’intero ciclo operativo della Brigata, dall’autunno del 1937 fino a quello dell’anno successivo quando, con la battaglia dell’Ebro ancora in corso, venne deciso il ritiro dai fronti e la smobilitazione dei volontari internazionali ancora presenti in Spagna. A metà febbraio del 1938 è impegnato nella breve e sfortunata offensiva in Extremadura, lanciata allo scopo di distrarre forze fasciste altrimenti destinate a sostenere una violenta offensiva in Aragona, considerata ormai imminente. Quando la brigata, momentaneamente a riposo dopo le fatiche in Extremadura viene richiamata in territorio aragonese con estrema urgenza, nel tentativo di contenere la attesa e violentissima pressione fascista nel settore di Caspe ed evitare un accerchiamento disastroso per l’esercito della Repubblica, Camilla è della partita e combatte dalla metà di marzo fin quasi a fine aprile del 1938. L’obiettivo è in parte raggiunto, ma l’esercito repubblicano e i volontari internazionali sono costretti ad una drammatica ritirata con gravi perdite verso il Basso corso dell’Ebro. I franchisti intanto sfondano lungo più di una direttrice ed arrivano a toccare il Mediterraneo il 15 aprile a Vinaroz (Levante), separando definitivamente la Catalogna dal restante territorio repubblicano. Nel luglio del 1938 Camilla e la sua unità sono sono schierati lungo la riva sinistra del fiume, in attesa dell’offensiva che verrà e della sanguinosissima e conclusiva battaglia dell’Ebro (luglio-ottobre del 1938). Con la decisione del governo repubblicano di smobilitare dai fronti i volontari internazionali, Camilla può lasciare la Spagna a fine ottobre del 1938 e riesce a far ritorno a Marsiglia grazie ad impeccabili documenti francesi di identità e di lavoro. L’inizio della 2. Guerra mondiale complica le cose per tutti ma soprattutto per molti stranieri diventati all’improvviso indesiderabili, perdendo tutti i benefici della naturalizzazione. Camilla, che é fra questi, vien arrestato verso la metà del 1940 insieme a decine di migliaia di altri emigranti stranieri, in parte destinati allo stato di apolidi. Viene richiuso nel marsigliese Fort de Saint-Pierre, mentre l’esercito francese sconfitto collassa, e la Francia è occupata ed in parte smembrata dai tedeschi e in minima parte dagli italiani. Dopo 11 mesi di detenzione Camilla viene preso in consegna dalla Gendarmerie di Vichy che ne decide il rimpatrio. Condotto, con i polsi ammanettati al valico di confine di Pont Saint-Louis (tra Mentone e Ventimiglia), è consegnato a Regi Carabinieri a loro volta intenzionati ad ammanettarlo. Qui avviene l’impensabile: approfittando della distrazione della coppia di Carabinieri. che tardano nel sostituire le manette Camilla riesce a darsi a breve e concitata fuga correndo a rotta di collo lungo un terreno scosceso e accidentato che scende ripido verso il mare sottostante. Mentre dall’alto i Carabinieri Reali sparano sul fuggiasco e cercano di organizzare un inseguimento, Camilla si lancia da considerevole altezza (una trentina di metri!) in poca acqua di scoglio. Benché l’impatto con l’acqua sia violento e gli provochi lesioni al costato (e dolori che lo tormenteranno per il resto della vita), riesce ad eludere le ricerche condotte in mare con barche e motoscafi. Nuotando sott’acqua ed emergendo di tanto in tanto giusto per respirare, Camilla riesce infine a dileguarsi ed a prendere terra nottetempo. Nascondendosi di giorno e muovendosi con prudenza solo la notte, in breve riesce a tornare clandestinamente al paese natio. Per più di un anno e mezzo vive in un casotto per gli attrezzi in mezzo ai boschi, grazie alla rete dei legami parentali ed al silenzio complice e solidale di tutto il paese. Lo stesso accade dopo l’8 settembre del 1943 e per tutti i lunghi mesi della Resistenza: l’esperto veterano di Spagna, benché malandato in salute, riesce ad eludere un paio di tentativi di cattura da parte di militi repubblichini di Salò e si rende utile al movimento partigiano collaborando con l’Intendenza di una unità garibaldina delle Langhe. Nel dopoguerra, novembre del 1946, sposa la compaesana Caterina Gianotti e riprende a vivere una vita normale. Molti anni dopo, ormai pensionato e vedovo, é ospite della locale casa di riposo. Francesco Camilla muore a 89 anni all’Ospedale genovese di Voltri, il 31 maggio del 1988, a seguito di una banale caduta dai gradini dell’autobus, durante una gita nel capoluogo ligure.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata al maggio 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 474 e 478), Archivio Centrale dello Stato – Ministero dell’Interno – Direzione Generale della P. S., A1, 1942 (busta 25), Archivo General Militar de Avila (E), Legajo n.276, Carpeta n.007, Armario n.005, Archivio del Comune di Niella Tanaro.