Calderara Giovanni di Antonio e Massera Zeffirina, nato a Cossogno (Novara oggi Verbania) il 15 settembre 1897, socialista, comunista e poi anarchico, Di professione muratore e cementista, alfabetizzato. Inviato in guerra diciannovenne il 27 settembre 1916 è al fronte dal marzo 1917, dapprima con il 229. reggimento di fanteria. Viene poi trasferito all’ artiglieria da campagna (36. reggimento, 119, batteria da montagna). Congedato il 12 gennaio del 1920, dopo qualche mese, il 2 di maggio, sposa una compaesana, Caterina Calderara. Antifascista dichiarato, diventa oggetto di persecuzioni fasciste per eludere le quali decide l’espatrio in Francia (modalità non note) intorno alla metà del 1922. Vive con moglie a Ploeumeur (Morbihan), prima di stabilirsi a Reims (Marne), dove si iscrive alla Cgt (Confédération générale du travail). Espulso dalla Francia nel 1925 a causa dell’attività sindacale, si rifugia a Quaregnon (Belgio), dove si fa notare per l’intensa attività politica. Qui entra in relazione con comunisti belgi ed italiani ed è diffusore dell’organo bordighista Prometeo. Mentre in Italia viene iscritto nella Rubrica di frontiera per il provvedimento dell’arresto, nel corso del 1927 viene espulso anche dal Belgio (presumibilmente perché privo di documenti validi). Trova riparo momentaneo in Lussemburgo, dove partecipa attivamente alla campagna di sostegno a Sacco e Vanzetti. Nuovamente espulso, ritorna ancora a Quaregnon. All’inizio del 1933 subisce un duro colpo perchè il 19 gennaio del 1933 muore la moglie. L’anno successivo lascia il PCI per avvicinarsi agli anarchici. È ancora espulso dal Belgio nel 1936, per la partecipazione ad uno sciopero, ma riesce a vivere clandestinamente a Bruxelles fino all’estate, quando parte volontario per la Spagna repubblicana. E’ miliziano sul fronte di Aragon, arruolato nella sezione italiana della Colonna Ascaso (Gruppo Rosselli o Gruppo italiano). Nel febbraio del 1937 fruisce di una breve licenza a Barcellona; a marzo é di ritorno sul fronte aragonese, prima nel Batallòn de la Muerte e poi nella 153. Brigata Mista del nuovo esercito repubblicano. Vi rimarrà fino al 1° agosto del 1937. In quella data lascia il fronte e si trasferisce a Barcellona, a lavorare per la produzione bellica. Milita nella CNT (Confederación nacional del trabajo) anarcosindacalista. Nel medesimo periodo in Italia viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche - Supplemento sovversivi (schedina n. 0414 del marzo 1937). Torna al fronte nella primavera del 1938 (non sappiamo in quale reparto, forse un’unità delle Brigate Internazionali), ed é erroneamente ritenuto caduto in combattimento tra marzo e aprile, in occasione della difficile ritirata repubblicana dai fronti di Aragona. Calderara in realtà viene soltanto ferito, quando era schierato sul fronte di Zaragoza attaccato nel corso della generale, violentissima offensiva fascista. Dato per disperso, riesce in qualche modo a ritornare nelle linee repubblicane. Non sappiamo se abbia partecipato alla battaglia dell’Ebro né quando sia stato smobilitato. Segnalato a Barcelona nel novembre del 1938, lascia la Spagna nel corso della retirada (nella prima decade del febbraio del ‘39 e viene internato nel campo di Argelès-sur-Mer (Pirenei Orientali). Qui, prima di essere trasferito nel Campo di Gurs (Basses Pyrénées), fa parte del collettivo anarchico denominato Libertà o morte. Evaso dal campo si porta a Bruxelles. Nel 1940 a guerra mondiale iniziata, rientra in Francia e si arruola nella 253. CTE (Compagnies de travailleurs etrangers), incaricata dei lavori di consolidamento delle fortificazioni ai confini francesi Poco dopo nel giugno 1940 arrivano la disfatta dell’esercito francese e l’occupazione nazista della Francia. Caduto in mani germaniche è deportato in Germania nello Stalag XII D di Trier e poi il 25 gennaio 1941 nel campo di concentramento di Mauthausen. Riesce a sopravvivere ed a ritornare in Francia. Nel novembre 1941 chiede al Consolato di Amiens il rilascio del passaporto ma gli è negato. Alla fine della guerra si stabilisce a Paris al 34 di rue Clair. Muore a Parigi in data non nota.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata al aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas, Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 945, fascicolo 110800, Archivio ISR.AL (fondo UPI, busta 17, fascicolo 50), Archivio del Comune di Cossogno (VCO), Archivio di Stato di Novara (Ruoli matricolari, volume 172, matricola 1250), Sans patrie ni frontière” – Dictionnaire International des militants anarchistes. / Archives de la FAI – IISG, Amsterdam. La scheda incorpora le informazioni fornite da Giovannoi Artero basate sulle seguenti voci bibliografiche : Archivio Centrale dello, Casellario Politico Centrale INSMLI, Fondo: Archivio AICVAS Busta 3, Fasc. 16,Centro Gobetti Antifascisti piemontesi e valdostani in guerra di Spagna 1975