Caffaro Chiaffredo di Giovanni Battista e Opinatre Adele Eurosia nato a Barge (Cuneo) il 20 dicembre 1890, anarchico. Di professione calzolaio. Mancano informazioni per sapere se e come l’anarchico bargese sia stato coinvolto nel primo conflitto mondiale. Le fonti poliziesche indicano che la guerra é da poco terminata quando Caffaro abbandona clandestinamente l’Italia nel 1920: è probabile che non si tratti di una prima volta, ma certamente non è l‘ultima. Inevitabilmente iscritto in Rubrica di frontiera per il provvedimento dell’arresto, Caffaro vive molti anni in Francia (località non nota), ma rientra in Italia verso la fine del decennio, Dopo un primo breve soggiorno in carcere per scontare l’ormai datato espatrio clandestino, vi fa ritorno poco dopo, all’inizio degli anni ’30. Viene infatti raggiunto da una denuncia per debiti, che gli vale la condanna ad una pena detentiva che deve scontare in un carcere alla Colonia agricola dell’isola di Capraia. nell’arcipelago toscano, Qui Caffaro vive e lavora fino all’estate del 1934 quando, approfitta di una licenza premio che consente il momentaneo ritorno a Barge sotto il quotidiano controllo della locale Stazione dei Regi Carabinieri. Il 2 agosto del 1934 elude la sorveglianza e si da alla latitanza varcando clandestinamente e definitivamente il confine con la Francia. Dalla Francia alla Spagna in quegli anni il passo è breve: nel 1935, infatti Caffaro é già segnalato alla polizia italiana a Barcellona quale frequentatore di locali malfamati. Si fa notare anche per un’altra ragione: dimostrando inguaribile ottimismo e caparbietà, dalla capitale catalana tenta più volte di entrare in possesso di una somma, dovutagli dall’amministrazione carceraria del Regno d’Italia. Si tratta di ben 195 lire e 95 centesimi, guadagnate col lavoro coatto della Capraia, che non ha avuto modo di incassare per non compromettere la fuga a lungo progettata. Celibe secondo lo Stato civile del Regno, Caffaro ha anche provveduto a metter su famiglia. Secondo gli sbirri del Regio consolato d’Italia a Barcelona, Caffaro avrebbe infatti lasciato la capitale catalana con la compagna (ed i due figli, forse gemelli, nati nel frattempo), per stabilirsi ad Agramunt, località della provincia di Lèrida, sempre in Catalogna. Nell’estate del 1936, con l’inizio della guerra civile, lascia la famiglia e nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT/FAI. Lascia infatti Barcellona con la Colonna Ascaso l’11 settembre 1936 per il fronte d’Aragona. Scorrendo un elenco di combattenti conservato all’ Archivo general de la guerra civil española di Salamanca, si può leggere questa breve nota: Caffaro Alfredo (sic). italiano affiliato al partito anarchico combattente. Dall’inizio del 1937 sappiamo, molto genericamente, che fa parte di una unità delle Brigate Internazionali, poi per lungo tempo se ne perdono le tracce. Le ritroveremo casualmente a inizio novembre del 1938, quando un altro documento (un foglio di smobilitazione emerso dagli Archives BDIC), testimonia di come abbia combattuto sui fronti del Levante, del Centro e del Sud nelle file della 129. Brigata Internazionale, per poi aggiungere che il 17 dello stesso mese, appena rientrato dal fronte dell’Extremadura era stato inviato, in attesa di ulteriori disposizioni, al campo di transito di Puebla Larga (Levante). Lo stesso documento testimonia infine che, su disposizione emanate dal Comando Militare di Valencia, Caffaro viene destinato all’inattività del campo di smobilitazione di Alcira, nel Levante. Nel compilare la rituale scheda di smobilitazione, Caffaro afferma di non poter ritornare in Italia (per ovvi motivi) e che, dovendo lasciare la Spagna, avrebbe gradito raggiungere l’ospitale Messico. La sua presenza in quel campo risulta ancora alla metà di gennaio del 1939, quando con ogni probabilità riesce ad imbarcarsi alla volta di Barcellona, a bordo di uno dei mercantili requisiti da Giuliano Pajetta (Giorgio Camen), inviato da Luigi Longo (Gallo) per radunare e portare in salvo quanti più possibile dei volontari internazionali della 129. Brigata, degli artiglieri delle batterie sparse sui fronti meridionali, del Levante e del Centro, del personale sanitario, politico e dei servizi ancora presenti in zona. Questa è l’ultima notizia certa di Caffaro. Nelle giornate convulse della caduta dell’ultimo fronte catalano, Caffaro svanisce nel nulla, come tanti altri suoi compagni, forse caduto nel corso della retirada, forse, al pari di tanti altri combattenti, nel tentativo di raggiungere la famiglia per cercare di trarla in salvo.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio del Comune di Barge (CN), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, Busta 928), Archivo General de la Guerra Civil española – Salamanca (Spagna), Archives BDCI - Nanterre