Cacciatori Ferdinando “Nando” di Carlo, nato il 12 maggio 1898 a Verona nel rione San Zeno. Piccolo commerciante, anarchico. Nono figlio di una famiglia povera, frequenta poco la scuola ed è costretto a impiegarsi nei piccoli mestieri rionali per guadagnare qualche spicciolo. Dopo la prima guerra mondiale viene arruolato al 47. Reggimento fanteria e subisce un processo dal tribunale militare per propaganda pacifista. Congedato e senza lavoro si trova in mezzo ai moti socialisti simpatizzando per il movimento anarchico. Una volta viene anche percosso dagli squadristi perché indossa un garofano rosso. Per tirare avanti si dedica ad un piccolo commercio di stoffe che gli consente di vivere modestamente. Non trovando un lavoro fisso, nel 1924 parte dall'Italia diretto in Belgio, ma anche lì conduce una vita di stenti, sempre nel piccolo commercio ambulante. Si unisce con Maria Perseghetti da cui nascerà una figlia, Svarì. Allo scoppio della guerra civile si porta in Spagna, insieme alla moglie, per aggregarsi alla Sezione italiana di Carlo Rosselli aggregata alla Colonna Ascaso della CNT. Si tratta di 124 uomini tra cui il pittore veronese Enrico Primi, che vengono addestrati da Camillo Berneri. Partecipa a vari combattimenti sul fronte di Aragona. Allo scioglimento del reparto per dissidi politici interni, Cacciatori nel luglio 1937 lascia la Spagna rientrando in Francia e poi a Bruxelles, dove continua a frequentare gli ambienti anarchici. Rientrato in Francia viene arrestato durante l’occupazione tedesca e rinchiuso nel carcere della Santè e poi deportato dai tedeschi in un campo di concentramento a Cracovia in Polonia. Da lì riesce ad evadere arrivando a Varsavia dove riesce a sopravvivere cibandosi di erbe e rifiuti. Nel 1942 parte a piedi e raggiunge la Francia ed il Belgio a Bruxelles. Nel dopoguerra rientra in Italia. Dove in assenza di un lavoro stabile gestisce un posteggio di biciclette. Quando finalmente gli viene assegnata una piccola pensione, viene colpito da malattia nel 1967 e costretto ad un ricovero dove rimane alcuni anni. Muore a Verona il 6 febbraio 1973. Al suo funerale l’ex tenente garibaldino in Spagna Giovanni Perotto lo celebrerà così:” E’ stata una fiammella che è servita ad indicare la strada della lotta con tanta abnegazione ed entusiasmo che meritava di esser seguita da tanti e tanti lavoratori”.