Cabrelli Antonio di Pietro e Boggi Maria, nato il 7 maggio 1902 a Pontremoli (Massa). Rappresentante, comunista. Emigra una prima volta in Francia per ragioni di lavoro nel 1920, all'età di 18 anni, rientrando in Italia nel marzo 1922 a compiere il servizio militare. Congedato nell'aprile1923, fa ritorno in Francia, nel giugno dello stesso anno, esercitando a Parigi il mestiere di muratore. Dopo altra breve visita in Italia nel gennaio 1924, per la morte di sua madre, ed un’altra di appena 15 giorni nell'aprile 1926 si stabilisce a Montreuil-sous-Bois (Senne-Saint Denis) e non fa più ritorno in Italia. A Parigi è raggiunto dalla moglie Cabrelli Maria nell'agosto 1924. Ha due figli, nati in Francia, il primo nel 1927 ed il secondo nel 1932. Ha contatti con il sindacato CGT e nel 1930 si iscrive al Partito Comunista d’Italia dove la carriera di Cabrelli all'interno del partito sembra decollare, e viene mandato a Tunisi assieme a Giorgio Amendola e Velio Spano per controllare l'attività dei comunisti italiani in Tunisia e allargare il fronte antifascista, facendo leva sull'Unione Popolare Italiana (UPI) e sulla Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo (LIDU), ed entrando a far parte della redazione del giornale antifascista “L'Italiano di Tunisi”. Nel giugno 1936 è segnalato come funzionario della Federazione Nazionale dei Lavoratori Edili, addetto alla manodopera straniera, e guida alcuni scioperi a Grenoble e nella Valle del Rodano. Durante la guerra civile in Spagna svolge missioni anche per conto delle organizzazioni comuniste ed è incaricato di arruolare volontari per la guerra antifranchista e di accompagnarli in Spagna. In Italia viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. Alla fine della guerra di Spagna ripara in Tunisia dove viene arrestato nel luglio 1939 ed espulso in Francia. Nel settembre del 1939 viene internato al Vernet. Liberato nel giugno del 1940 dopo l’armistizio viene rimpatriato, arrestato ad Imperia e deferito alla Commissione Provinciale che lo assegna a 5 anni di confino alle Tremiti per 5 anni. Liberato il 22 agosto 1943 si unisce ai primi gruppi partigiani che si danno alla macchia nei primi mesi dell'occupazione tedesca, ma viene nuovamente arrestato il 25 gennaio 1944 a Borgotaro e recluso nelle carceri di Parma, dove ancora si trova il 31marzo 1944, «sospettato di partecipazione a bande di ribelli». Il 15 aprile viene proposto il suo trasferimento nel campo di concentramento di Scipione, nel comune di Salsomaggiore Terme. Il 13 maggio tuttavia, mentre si trova in viaggio verso le carceri di Apuania, un bombardamento nello scalo ferroviario di Avenza (oggi frazione di Carrara), consente a Cabrelli di eludere la sorveglianza della scorta e di fuggire, tornando sui monti. Entra allora col nome di battaglia di “Salvatore” nel Battaglione “Picelli” comandato da Dante Castellucci alias “Facio”, e inizia a muoversi per organizzare formazioni sotto il suo comando: prima la IV Brigata Garibaldi di La Spezia; poi la 1. Divisione Liguria di cui diventa commissario politico, e poi del Comando unico di La Spezia. E’ coinvolto nella vicenda per molti versi oscura che porta al processo ed alla fucilazione di Dante Castellucci da parte dei suoi partigiani. Alla fine della guerra sospettato di complotto in questa vicenda viene espulso definitivamente dal PCI nel 1945, passa al Partito Socialista italiano e viene eletto consigliere comunale a Pontremoli. Muore per le ferite riportate a seguito di un incidente d'auto, il 17 ottobre 1963.

Annotazioni: Scheda biografica integrata con informazioni tratte dal volume di Giuseppe Chiappini Antifascisti della Lunigiana nella guerra civile spagnola 1936-1939, Giuseppe Chiappini Editore, 2016