Isolica Amedeo Cesare Giuseppe di Cesare e Alberto Palmira, nato a Castelbianco (Savona) il 22 maggio 1911. Elettricista, comunista. Il padre muore lo stesso anno della sua nascita e nel 1922 Amedeo emigra nel 1922 con regolare passaporto per la Francia per raggiungere la madre a Marsiglia, iniziando a lavorare come elettricista. Non presta servizio militare in quanto residente all’estero. Non abbiamo informazioni precise sulla sua formazione politica, ma sappiamo che si trasferisce in Corsica, dove viene arrestato nel 1936 per attività politica, presumibilmente a favore del Partito Comunista. Dopo lo scoppio della guerra civile in Spagna, nell’ottobre del 1936 si imbarca da Ajaccio con altri volontari per Marsiglia da dove prosegue per Perpignano con 300 volontari in maggior parte francesi, per la Spagna repubblicana. Varcano la frontiera ed una colonna di automezzi giunti dalla Spagna li porta a Figueras e successivamente i volontari raggiugono in treno la base delle Brigate Internazionali di Albacete. Alla base Isolica lavora inizialmente come elettromeccanico in uno stabilimento di riparazioni di automezzi militari. Il 20 settembre 1937 viene inserito nel Bollettino delle ricerche con la schedina n. 0591 come “antifascista arruolato tra le file rosse spagnole” e nella Rubrica di Frontiera. Successivamente passa alla scuola sottufficiali di Pozorrubio ed infine nel marzo del 1938 si unisce alla Brigata Garibaldi. Appena giunto al fronte nel corso della ritirata di Caspe nella primavera del 1938, Isolica viene ferito al torace e ricoverato negli ospedali di Vich, Matarò (Catalogna) e Benicàssim (Valencia) dove rimane sino all’ottobre del 1938. . La sua presenza in Spagna viene confermata dall’ufficio controspionaggio del CTV, ma in realtà è una notizia superata in quanto Isolica dichiarato inabile al servizio è stato rimpatriato in Francia con un convoglio sanitario il 20 ottobre 1938. Nel settembre 1939 è arrestato Parigi ed internato nel campo di Gurs (Bassi Pirenei), sezione baracche E, dove rimane fino all’inizio della 2. Guerra mondiale. Essendosi rifiutato di partecipare alle opere di fortificazione nelle CTE (Compagnie di lavoro per Stranieri), come punizione il 19 maggio 1940 viene trasferito nel campo di Vernet d’Ariege. Nel novembre 1940, con la Francia occupata dai tedeschi ed in parte dagli italiani, la Commissione italiana per l’armistizio (CIAF) comunica al Ministero dell’interno la volontà espressa da Isolica (insieme a molti altri internati) di rientrare in Italia. Il Ministero chiede un parere alla Prefettura di Savona che risponde negativamente. Su pressione delle autorità francesi, l’anno successivo viene autorizzato il rimpatrio degli italiani ancora detenuti al Vernet. Isolica viene arrestato all’ingresso in Italia il 7 aprile 1941. Il 24 aprile 1941 la Commissione provinciale per il confino assegna ad Isolica 5 anni da scontare a Ventotene. Liberato dopo la caduta del fascismo del luglio 1943, Isolica si presenta alla Prefettura di Savona. Ritornato a Castelbianco partecipa alla Resistenza nella 6. Divisione d’assalto Garibaldi “Silvio Bonfante”, Distaccamento “Battaia”. Fa parte del CLN di Castelbianco come rappresentante del PCI e dopo la Liberazione si stabilisce ad Albenga dove muore nel 1988.