Gunscher Rodolfo di Giovanni e Zupan Lucia nato il 29 dicembre 1902 a Trieste. Operaio meccanico, anarchico. Dopo aver cercato inutilmente lavoro a Vienna tra il 1919 e il 1920, ritorna nell’agitato ambiente del dopoguerra triestino nel quale gli scontri con le squadre fasciste sono assai frequenti. Si iscrive, per un breve periodo, al PCd’I, dal quale risulta espulso, già nel 1921, per “indisciplina” e aderisce al movimento anarchico, quasi contemporaneamente a Umberto Tommasini. Nel 1925, dopo un breve periodo di lavoro e di attività nell’USI a Milano, si propone di creare un gruppo specifico di propaganda e azione dal nome “Fiamme libere”, insieme a Ludovico Blokar che lo incoraggia nell’impresa. E’ uno dei maggiori attivisti anarco-sindacalisti della città, in contatto con il rivoluzionario pugliese Nicola Modugno. Nel 1926 è arrestato assieme ad un folto gruppo di antifascisti triestini, fra cui Umberto Tommasini, e condannato a cinque anni di confino, che sconta a Favignana, poi a Ustica e Lipari. Nel 1931, scontato il confino e rientrato a Trieste, espatria clandestinamente. Attraverso Jugoslavia e Austria si porta in Svizzera, dove svolge attività antifascista con le organizzazioni anarchiche e, fra l'altro, in contatto col repubblicano Pacciardi. Nell’ottobre del 1932 prepara un tranello nel quale cade un agente dell’OVRA (poi processato, condannato ed espulso) e riesce quindi a smontare una rete locale dello spionaggio fascista. Promuove inoltre manifestazioni contro un giornalista italiano inviato nel Canton Ticino per fare propaganda per il regime. Per quest’ultima iniziativa è ammonito dalla polizia svizzera e poco dopo è licenziato dalla ditta di autotrasporti turistici nel quale lavora come interprete dal tedesco. È quindi espulso dalla Svizzera, malgrado le vive proteste della comunità degli antifascisti italiani, insieme al repubblicano Randolfo Pacciardi: entrambi sono accusati di preparare a Ginevra un attentato contro il ministro degli Esteri Dino Grandi. Nel giugno del 1933 è a Parigi, poi è a Fontanay sur Bois. Nel 1935 è a Marsiglia, da dove fugge perché ricercato dalla polizia, che lo sospetta di preparare un attentato a Mussolini. Imbarcato nell’aprile dell1935 con la compagna Ida Caroni, originaria del Canton Ticino per Tunisi col falso nome di 'Bixio Sorbi', è espulso dalla Tunisia. È quindi in Belgio, poi di nuovo in Francia, nella regione parigina. Malgrado i seri problemi di salute, parte alla fine di luglio 1936 per la Spagna, passando, come molti altri libertari, per Perpignano e Port Bou ed è tra i primissimi volontari a raggiungere la Spagna repubblicana. Da Barcellona, si unisce alla Sezione Italiana Italiana, guidata da Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla colonna Ascaso della CNT-FAI, portandosi sul fronte di Huesca. Prende parte ai combattimenti di settembre al Monte Pelato, dove opera come mitragliere. Partecipa anche alla battaglia di Tardienta in novembre. Dopo lo scioglimento della Sezione Italiana a seguito della militarizzazione, è poi nel Vallès Orientale, comandante di tre Centurie. La sua malattia respiratoria si aggrava per la dura vita di trincea, per cui è ricoverato nel suo domicilio di Barcellona, dove muore di polmonite nel marzo del 1938.