Guerrini Nunzio di Sebastiano e Pugnotti Elena, nato il 10 ottobre 1900 a Pioraco (Macerata). Operaio, comunista. Si trasferisce nel maggio 1914 con tutta la famiglia a Crusinallo (Novara), Avvicinatosi al comunismo ne diventa propagandista tra gli operai. Segnalato per questa sua attività all'Unione Industriali viene licenziato e rimane per due anni disoccupato. Si reca allora a Lonate Cappino (Tradate) ove si impiega presso una cartiera. Di nuovo licenziato ritorna ad Omegna, dove viene assunto come operaio nello stabilimento della fabbrica tessile Furter di Gravellona Toce. Nel luglio 1932 viene arrestato ad Omegna per propaganda comunista. Amnistiato nel mese di novembre, nel settembre 1933 emigra clandestinamente in Francia a Chambery (Savoia) e subito viene iscritto in Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Nel maggio 1934 a Chambery lavora come operaio agricolo presso una fattoria. Da lì il 12 aprile 1936, Guerrini scrive in una lettera inviata alla famiglia in Italia e sequestrata dalla polizia: “…come sarebbe meglio cercar oggi di conquistare una libertà combattendo se non per voi per i vostri figli che con una guerra più terribile rinsalda le catene di una schiavitù più terribile. Svegliatevi che è ora. E’ il grido che noi lanciamo agli italiani che sentono di aver un cuore e un'anima che pulsano. Il fascismo assassino sta disonorando l'Italia sui campi di battaglia abissini; massacrando donne e bambini specialmente, fate che termini questa guerra inutile, bisogna lottare per riprendere una libertà che ci è stata rubata, bisogna seguire l'esempio della libera Spagna. E’ per i nostri figli che noi lottiamo oggi, perché domani non debbono conoscere l'orrore di una dominazione fascista che infama il mondo Intero, e fino a che non sarà schiacciato da questa forza potente che è il Fronte Popolare, non cederemo di un millimetro. Chiunque verrà con noi sarà benvenuto, chiunque farà opera antifascista avrà compreso che la dignità di essere uomo non è poi una vana parola. Ci vuol del coraggio, d'accordo. Ma quanto si a [sic] il coraggio di dirsi uomini, bisogna anche conquistare il titolo di quest'ultima frase. Oggi gli uomini in Italia buona parte sono in galera, moltissimi in esilio, e altri sconosciuti lottano tutti i giorni per mantenersi tali ma quelli noi li conosciamo, fate che voi siate di quelli.” Privo di un lavoro e nell’impossibilità di trovarlo, il 31 ottobre 1936 si arruola per la Spagna nel Battaglione Garibaldi. Il 3 Novembre 1936 è promosso tenente e commissario politico della 3. compagnia, aiutante del comandante Domenico Brignoli. Secondo il commilitone Michele Brignoli è invece nella 4. Compagnia. La promozione a tenente è approvata all'unanimità dai suoi compagni: «per il comportamento valoroso, altruista ed esemplare tenuto nei combattimenti della Città Universitaria, in difesa del popolo di Madrid”. In terra iberica partecipa ai combattimenti di Cerro de los Angeles, Casa de Campo, Pozuelo, Boadilla, Majadahonda e Arganda. Ma la sua avventura e la sua vita terminano in una fredda domenica di metà marzo 1937, durante la presa del castello Palazzo Ibarra nella battaglia di Guadalajara. A seguito di un contrattacco i fascisti del CTV si rifugiano nel Castello di Ibarra, una villa fortificata. Il 14 marzo 1937 (altre fonti indicano il 13), circondati dai garibaldini, i militi del CTV espongono bandiera bianca e si raggruppano nel cortile della villa dicendo di volersi arrendere. Quando Guerrini si avvicina al gruppo per ricevere la resa, secondo la testimonianza di Giovanni Pesce, viene mortalmente colpito da una granata lanciata dal tenente del CTV Mario Mina, volontario fiumano e squadrista, che viene prontamente abbattuto. La notizia del decesso arriva tardi in Italia per cui a lungo proseguono le ricerche della polizia politica. La conferma del decesso di Nunzio alla famiglia è data dall’amico e compagno di fede Ezio Roccabruna in una lettera inviata a Maria Perini da Chambery il 10 febbraio 1938: “Con profondo dolore le debbo confermare la triste notizia. Suo povero marito non è più! Cadde colpito a morte il 13 [14] marzo 1937 sul fronte di Guadalajara, mentre con altri suoi compagni tentava di convincere un gruppo di fascisti alla resa. Uno di questi proditoriamente, lanciava una bomba che colpiva in pieno petto suo povero marito. Era partito per la Spagna il 31 ottobre 1936 spintovi dalle tristi condizioni economiche in cui versava. Venne incorporato nel battaglione Garibaldi composto in maggioranza da antifascisti italiani. Per le sue buone qualità, suo marito fu nominato aiutante di compagnia. Sperava di ritornare presto lei per sistemare la sua famiglia. Nelle lettere che mi inviava da laggiù mi parlava sovente di lei e dei suoi cari bambini, (come li amava! Prima di partire mi raccomandò caldamente di pensare a loro, di aiutarli; promisi. Col concorso dei miei amici che furono pure i suoi, manterrò la promessa. Scusi, cara Signora, se le espongo i fatti senza perifrasi, così, crudamente. Appena ricevetti la triste nuova, volevo informarla. Non lo feci per il timore che la polizia ne venisse a conoscenza e sequestrasse il denaro che le si inviava. Ora che la polizia è informata per evitare il sequestro del denaro sarebbe opportuno cambiare indirizzo. Ci faccia pervenire a volta di corriere l'indirizzo di una persona di sua fiducia alla quale invieremo il denaro. Il Comitato italiano d'aiuto del popolo spagnuolo ha stabilito di portare il sussidio mensile che le spetta da 300 franchi a 400, La questione della pensione sarà liquidata a guerra finita. Ciò vuol dire che se il Governo vince le sarà passata una pensione adeguata al bisogno della sua famiglia; se invece la vittoria sarà dei ribelli non so come sarà regolata la questione. Le accludo una fotografia che certamente gradirà. Alcuni amici ne hanno fatto fare qualche centinaio per onorare la sua memoria. Si faccia coraggio e stia sicura che i suoi bambini non saranno dimenticati. Riceva, cara Signora, i miei più cordiali saluti. Un amico di suo marito, P.S. Bruci la presente appena letta Ezio Roccabruna. La lettera viene comunque intercettata dalla polizia. La fotografia citata da Roccabruna, peraltro una copia era già pervenuta in via fiduciaria alla polizia politica almeno dall'estate precedente'", riuscirà a giungere nelle mani di Maria. L'immagine ricordo, che riporta la scritta: «Le Camarade Renzo est tombé en Espagne pour la liberté le 13 Mars 1937», è oggi conservata da Nunzia, una delle nipoti. Per la vedova e i figli gli anni Trenta e quelli della guerra furono parecchio difficili, Maria non si risposa, continua ad abitare nella medesima casa situata nei pressi del centro cittadino e tira avanti la famiglia con le proprie forze e morirà nel 1979. A Nunzio Guerrini nel dopoguerra è stata dedicata ad Omegna un via.

Annotazioni: Scheda biografica redatta sulla base delle informazioni raccolte da Roberto Lucioli per il volume Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939) [Ancona]: ANPI Marche/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, stampa 1992 e Filippo Colombara per il libro Contro lo stato presente delle cose, Tre storie di gente non comune (1921-1943), Edizioni ETS 2023