Guerrieri Settimio di Antonio e Vagelli Pia, nato il 22 (o il 24 aprile) 1905 a Piombino (Livorno). Di famiglia poverissima, operaio da giovanissimo alle acciaierie ILVA. Propagandista anarchico si rende irreperibile nell’estate 1921 quando è sospettato di un agguato contro tre fascisti piombinesi. Licenziato dallo stabilimento siderurgico di Piombino, nel 1922 emigra a Torino dove è assunto alla FIAT ferriere dove lavora 8 anni. Nell’ambito del movimento anarchico è membro a Torino dei gruppi anarchici della "Barriera di Nizza" e della "Barriera di Milano". Nominato nel luglio 1930 coordinatore dei gruppi anarchici locali è indicato dalla polizia come uno degli anarchici più attivi nella zona di Torino, e sarebbe stato «tenuto in grande considerazione, specie dagli anarchici toscani residenti in questa città», dove si sarebbe dedicato ad organizzare espatri clandestini verso la Francia. Subisce numerosi licenziamenti e viene arrestato il 10 febbraio 1931 quale propagandista anarchico e per favoreggiamento degli espatri clandestini. Assegnato il 14 marzo a 5 anni di confino a Ponza per, ridotti a 3 in appello. Liberato nel novembre 1932 per amnistia del decennale del regime fascista. Si incontra al caffè Valentino di Torino nel 1936 con Antonio Calamassi ed organizza l'espatrio suo e di altri anarchici che arrivano clandestinamente il 9 settembre 1936 in Francia a Chambery in Savoia attraverso il passo di Val di Vanzo. Quindi con l'aiuto del Comitato antifascista locale raggiungono la Spagna, transitando per Marsiglia, sul piroscafo Ciutad de Barcelona. Qui si arruola nella Sezione italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. Combatte a Monte Pelato, Huesca ed Almudevar. Iscritto in Rubrica di frontiera e nel Bollettino delle Ricerche. Nell’aprile 1937 partecipa agli scontri di Carrascal de Huesca dove cade Antonio Cieri. Stabilitosi a Barcellona collabora con il periodico “Lotta di Classe” prima e dopo la morte di Camillo Berneri negli scontri del maggio 1937. Dopo la caduta di Barcellona, il 26 gennaio 1939, è costretto a spostarsi alla frontiera insieme alle colonne di profughi in fuga. Entrato in Francia il 7 febbraio 1939 è internato nel campo di Argeles-sur-Mer, dove aderisce al gruppo anarchico “Libertà o Morte”. Da lì viene trasferito al campo di Gurs e successivamente incorporato in una compagnia di lavoro per stranieri (CTE) adibita a lavori di fortificazione per l’esercito alla frontiera franco-belga. Al crollo del fronte passa in Belgio e si sposta ad Anversa, ma viene catturato dai tedeschi e riconsegnato ai francesi, quindi imprigionato a Saint Cyprien nel 1941. Evade nel 1943 e collabora coi partigiani nella regione di Parigi. Nel dopoguerra torna a Torino dove è riassunto dalla Fiat ed è nella lista libertaria della FIAT ferriere per il consiglio direttivo della FIOM. Rientra poi a Piombino dove muore il 22 gennaio 1975.

Annotazioni: Scheda biografica che include dati raccolti da Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti per la banca dati ISGREC sui volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/all_ita_details.asp?offset=180&id=2561 (URL consultata il 6 maggio 2021)