Guarneri Giuseppe di Vincenzo e Cremaschi Maria nato il primo gennaio 1913 a Milano. Contabile comunista dissidente. La famiglia abita a Milano in via Marcona n°103 e ha frequentato la scuola elementare. Nel gennaio del 1932 è prosciolto dall’accusa di furto per non aver commesso il fatto; il 29 novembre dello stesso anno è condannato per furto dal Pretore di Milano a un mese di reclusione. Il 9 aprile del 1934 è arruolato per il servizio di leva presso la Compagnia Distrettuale di Roma, ma il primo maggio dello stesso anno è trasferito, per punizione, al 30° Reggimento di Fanteria di stanza a Tortona: questa unità militare l’anno successivo parteciperà alla campagna di Etiopia. Il 22 aprile del 1935 Giuseppe rientra a Milano in convalescenza per sei mesi, ma il successivo 23 agosto è arrestato dalla Questura di Venezia per alcuni furti ai danni di commercianti locali. Il 27 agosto è tradotto a Tortona e rinchiuso nella prigione della caserma, a disposizione delle autorità giudiziarie. La notte del 3 settembre 1935, assieme al soldato Emilio Plano, segate le sbarre della prigione evade, si reca presso l’albergo S. Francesco trova e indossa abiti civili e continua la fuga. Il 5 successivo i due sono denunciati per diserzione e furto di abiti al Tribunale Militare di Torino dal Comando di reggimento di appartenenza. La fuga ha successo, riesce a espatriare clandestinamente in Francia, raggiunge Marsiglia e prende contatti con compagni del PSI ed esponenti della LIDU (lega Internazionale per i Diritti dell'Uomo": nell’occasione si iscrive alle due associazioni. Nei primi mesi del 1936, espulso dalla Francia passa in Spagna insieme a Guido Lionello, dapprima a Saragozza poi a Barcellona militante nelle fila del POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), un partito comunista antistalinista. Ai primi di maggio del 1936, insieme a Giuseppe Guarneri, denuncia sul giornale catalano "Ultima Hora" l’invasione fascista dell’Abissinia e le disastrose condizioni di vita del popolo italiano sotto il giogo di Mussolini. A Barcellona Giuseppe Guarneri e Guido stringe rapporti di collaborazione, nel giugno del 1936, con il trotskista marsigliese Robert de Fauconnet, giunto in Spagna dopo la sua diserzione dall’esercito francese. Nella capitale catalana è tra coloro che partecipano agli scontri successivi alla sollevazione dei faziosi; partecipa ai combattimenti di strada del 19-20 luglio, nel corso dei quali assieme ad altri tre miliziani del POUM, si reca in alle Ramblas, all’Hotel Falcòn di proprietà del fascista Francesco Durio. I quattro, assieme ad altri combattenti della stessa milizia, occupano l’albergo a mano armata e l'edificio diventerà il quartier generale del POUM a Barcellona. Oltre a “Pino” sono anche Virginia Gervasini, Rosa Winkler e un altro italiano forse Cristofano Salvini. Così il suo compagno di lotta Giuseppe Bodoni lo descrive: “Pino faceva una certa impressione. Aveva in testa un fazzolettone, teschio stampato, pistolone e pugnale, insomma era armato fino ai denti, credo partecipasse alla “bonifica” della città dagli ultimi sediziosi”. Da testimonianze sembra che fosse anche particolarmente solerte e brutale nell’effettuare queste operazioni. Parte per il fronte con le milizie del POUM raggiungendo a fine luglio Luciñena (Zaragoza) e il 4 agosto 1936 e combatte con la Colonna Lenin del Poum sul fronte di Huesca, nel gruppo mitraglieri e poi nel gruppo internazionale. Verso la fine dell’anno, insieme a Nicola Di Bartolomeo, Virginia Gervasini, Piero Milano e Guido Lionello, fonda un nuovo gruppo trotskista, "Il Soviet", che dichiara la propria adesione al “Movimento per la Quarta Internazionale” e pubblica un bollettino dattilografato in francese “Le Soviet” redatto da Virginia Gervasini. Dopo gli scontri che dal 3 al 7 maggio 1937 contrappongono a Barcellona il governo autonomo catalano agli anarchici alleati al POUM, si scatena la repressione sul POUM e sui trotskisti. Guarneri è quindi costretto nel dicembre del 1937 a lasciare la Spagna, ritornando in Francia a Marsiglia. Nel luglio del 1938 è segnalato dai fiduciari della polizia fascista ancora a Marsiglia, domiciliato in rue de l’Academie. L’ultima sua corrispondenza, inviata al padre Vincenzo è dell’agosto del 1943: dopo questa data non si hanno più notizie che lo riguardano. Nei documenti esaminati il cognome di “Pino” presenta due diverse trascrizioni: Guarneri e Guarnieri. Questo fatto ci fa pensare che Giuseppe possa essere caduto nell’agosto 1944 nei giorni dell’insurrezione di Parigi, poiché tra i deceduti figura il cognome Guarnieri. Secondo Fausto Bucci invece sopravvive alla guerra e diventa un critico d'arte.

Annotazioni: Scheda biografica compilata da Augusto Cantaluppi per il suo libro La Ringhera in Spagna, antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola (1926-1939) NOTA Alcune fonti danno come data di nascita il primo settembre 1913