Builla Emmanuel Paul di Jean Baptiste e Ferragatti Ferdinande, nato il 2 settembre 1894 a Champdepraz (Aosta) (1). Contadino (nell’emigrazione sarà anche operaio, minatore e carbonaio), antifascista (2). Soldato nel 68 Reggimento di Fanteria, ha combattuto nella prima Guerra mondiale nel corso della quale, il 30 ottobre 1917, è stato fatto prigioniero. Rimpatriato dopo l’armistizio. Espatria legalmente in Francia nel 1920 e si stabilisce a Chambéry (Savoie) prima di trasferirsi successivamente a Parigi. Qui nel 1932 sposa una cittadina austriaca, probabilmente fuoriuscita, da cui non tarda però a separarsi. In Italia intanto, per motivi non noti ma probabilmente ascrivibili alla sua attività antifascista, viene iscritto in Rubrica di Frontiera (3). Parte volontario per la Spagna repubblicana giungendo il primo di novembre del 1937. Da Albacete (Murcia) sede dei Comandi e base logistico-organizzativa delle Brigate Internazionali, è destinato ad Almansa (Murcia), sede dell’Artiglieria Internazionale: entrato a far parte del 4. Gruppo Artiglieria Internazionale, 34. Batteria (comandata dal volontario sardo Dino Giacobbe), combatte su diversi fronti. Nel tardo autunno del 1937, nel consueto controllo della corrispondenza, i censori del regime fascista intercettano una lettera proveniente dalla Francia: in essa Ernest Buillas (fratello di Emmanuel e militante socialista espatriato nel 1919) informa la sorella Serafine coniugata Priot (negoziante residente a Verres, anche lei di simpatie socialiste) della partenza di Emmanuel per la Spagna. Intanto l’unità dell’artigliere valdostano è impegnata nel settore di Caspe (Aragon): rimasta tagliata fuori nella primavera del 1938 dalla violentissima offensiva fascista sul fronte aragonese (che taglia in due il territorio repubblicano ed arriva al Mediterraneo nella zona di Vià±aroz), deve rimanere nel Pais Valencià¡ anche dopo il ritiro dai fronti dei combattenti delle Brigate Internazionali (a fine ottobre del 1938). Buillas, smobilitato in arrivo dal fronte del Levante, viene accantonato nel campo di Puebla Larga (Valencia). Il complesso incarico di rintracciare, raggruppare ed organizzare per la partenza i volontari internazionali ancora sparsi sui fronti del Sud, del Centro e del Levante, è affidato da Luigi Longo [Gallo] a Giuliano Pajetta [Giorgio Camen]. Questi, raggiunta perigliosamente in aereo Valencia, si mette alacremente all’opera: entro metà gennaio del 1939, individua e raggruppa buona parte dei volontari e ne organizza nottetempo la partenza via mare a bordo di un paio di mercantili all’uopo requisiti, che arrivano indenni a Barcelona. Fra i veterani c’è anche Buillas che può così tornare in Francia nel corso della retirada. Nel frattempo (non sappiamo se prima della partenza per la Spagna o dopo il suo ritorno) Buillas si era nuovamente sposato con Suzanne Reymond (data e località non note). Sfuggito all’internamento, viene arrestato nella prima metà del 1943 e consegnato alle truppe di occupazione italiane che lo rinchiudono nel carcere di Breil-sur-Roya (Alpes Maritimes), deliziosa cittadina che era sede del Tribunale Militare della 4. Armata italiana di occupazione. Rispedito in Italia per essere avviato al confino, riesce a ritornare in libertà dopo il 25 luglio e la caduta del ventennale regime fascista. Rientrato al paese, viene registrato in Comune come ’operaio immigrato dalla Francia il 16 settembre del 1943’. È accertata, sebbene con pochissimi particolari, la sua partecipazione alla Resistenza in Valle d’Aosta (o quantomeno la sua collaborazione, col nome di battaglia ’Granchio’). Non sono invece noti il periodo di partigianato e la formazione di riferimento; si sa però che a guerra finita non gli venne riconosciuta la qualifica di partigiano combattente. Nel dopoguerra ritorna nuovamente oltralpe per stabilirsi in Savoia a Chambèry al Faubourg Marché dove esercita il mestiere di carbonaio . Divorziato da Suzanne Reymond, muore a Chambéry il 21 febbraio del 1949. Nel corso del 1951 viene cancellato dall’anagrafe di Champdepraz per ’definitiva emigrazione in Francia’.
(1) Un documento spagnolo lo dice nato a Monjovert; su una breve scheda biografica, conservata nell’Archivio dell’Istituto Regionale Parri di Bologna,troviamo invece la fascistissima località di Mongiove; infine, la schedatura ANPPIA dei perseguitati politici italiani antifascisti recita ’nato a Mont Jovet’. In realtà la soppressione di molti comuni italiani, decisa dal regime fascista con il r. d. 15 marzo 1928, n.667, aveva previsto l’accorpamento, durato fino al 1946, dei Comuni di Champdepraz e di Emarise nell’unico Comune di Montjovet.
(2) Se una fonte lo considera socialista, la già citata scheda bolognese che attinge ai Bollettini dei Ricercati lo vuole comunista, mentre i Quaderni ANPPIA lo segnalano come repubblicano.
(3) Sulle pareti dei posti di frontiera fan bella mostra di sé grandi tabelloni su cui compaiono le fotografie dei ricercati, spesso volti noti alle cronache. La Rubrica di Frontiera era, dopo l’Unità del paese nel 1861, l’equivalente di quei tabelloni. Chi scrive ha avuto modo di esaminarne una, fortunosamente scampata ai fuochi pre-Liberazione, quelli accesi per ’distruggere le prove’: un semplice brogliaccio cartonato (in uso ai CCRR), probabilmente distribuito in ogni porto, aeroporto e posto di frontiera, commissariato di PS e stazione contenente centinaia di fotografie dei sovversivi (o presunti tali). Si può ragionevolmente supporre che i brogliacci fossero accompagnati da note esplicative, indicanti per ognuno dei sovversivi ritratti il provvedimento da assumere nel caso di fermo: ammonizione, arresto, perquisizione ecc.