Bruschi Angiolo, nato il 3 agosto 1900 a Livorno da Ettore e Camici Romilda. Comunista. Nel 1915 si trasferisce con la famiglia a Vezzano Ligure (secondo altra fonte a Vado Ligure) dove frequenta un gruppo anarchico. Nel 1919 partecipa alle proteste contro il caro prezzi costringendo gli esercenti a sconti fino all’80%. Denunciato per saccheggio e poi amnistiato. Segue un periodo in cui il Bruschi si dedica alla pittura e nel 1921 aderisce al Partito Comunista d’Italia. Il 3 novembre 1922 è prosciolto dal tribunale di Genova per insufficienza di prove dall’accusa di resistenza alla forza pubblica. Espatriato nel 1923 (secondo altra fonte nel 1925) in Francia a La Seyne-sur-Mer (Var), lascia il PCd’I e passa nelle file anarchiche abbonandosi alla rivista "Pensiero e volontà”, la rivista che Errico Malatesta pubblica a Roma. Il 29 giugno 1925 riceve un decreto di espulsione per aver protestato il 22 maggio 1925 contro i fascisti che celebravano a Parigi il decimo anniversario dell'intervento italiano. Rifugiatosi a Parigi è arrestato il 24 maggio 1926 e scortato alla frontiera. Dopo una breve permanenza in Lussemburgo, torna in Francia e viene arrestato per violazione del decreto di espulsione e accompagnato alla frontiera belga il 29 giugno 1928. Stabilitosi a Bruxelles, lavora per le “Editions franco-belges” di Alfredi Pieraccini e nella zona mineraria di Mons. Il 10 giugno del 1931 partecipa a una manifestazione indetta dal Comité pour le droit d’asile contro l’esecuzione in Italia di Michele Schirru e viene condannato a 8 giorni di carcere per porto abusivo di arma da fuoco. Di nuovo arrestato a Bruxelles il 23 gennaio 1932 gli vengono trovati documenti che lo collegano a pericolosi anarchici. poi nel gennaio 1932 è espulso. Entrato in Lussemburgo torna a Bruxelles dopo pochi giorni. Nuovamente espulso va in Lussemburgo da dove viene espulso in Francia. In quell’epoca pare si sia recato a Barcellona, assieme a Pietro Bruzzi e Luigi Damiani, dove avrebbero fatto parte di un gruppo chiamato Ufficio libertario di corrispondenza, diretto dall’anarchico spagnolo Rafael Martínez. Rientrato In Belgio viene arrestato per mancata esecuzione del decreto di espulsione e accompagnato alla frontiera francese. In Francia viene aiutato da Amleto Astolfi, uno degli anarchici condannati per la strage del Diana a Milano. Arrestato a Parigi nell’estate del 1935 per inosservanza del decreto di espulsione. Liberato dopo due mesi di carcere partecipa con Camillo Berneri al convegno anarchico di Sartrouville. Iscritto in Rubrica di frontiera e nel Bollettino delle ricerche. Parte per la Spagna il 31 luglio 1936 (arriva il 19 agosto 1936) e si arruola nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. In Spagna stringe amicizia con Luigi Ballarin, probabilmente già conosciuto in Lussemburgo. Partecipa agli scontri a Monte Pelato, Tardienta e Almudevar, come addetto alle salmerie. Nel 1937 fa la spola fra la Spagna e la Francia, occupandosi dell’arruolamento dei volontari nelle colonne libertarie, poi rientrato in Spagna partecipa allo scontro a Carrascal de Huesca in Aragona. Nel maggio 1937 partecipa a Barcellona agli scontri che dal 3 al 7 contrappongono il governo autonomo catalano (Generalitat) agli anarchici alleati al POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), piccolo partito comunista antistalinista e che si concludono con la vittoria del governo. A questo punto, ma il fatto non è del tutto certo, passa nella 12. Brigata Garibaldi. Ferito nel 1938 in combattimento, viene ricoverato all'ospedale catalano di Vic. Dopo la caduta di Barcellona il 26 gennaio 1939 si mette in marcia verso i Pirenei con le colonne di profughi, varcando la frontiera il 7 febbraio. Rientrato in Francia è internato in Francia ad Argelès, dove fa parte del gruppo anarchico "Libertà o morte". Evaso dal campo è arrestato e condannato a 4 mesi e 15 giorni di carcere a Fresnes (Seine) per infrazione del decreto di espulsione del 1928. Rilasciato il 6 settembre 1939, all’inizio del 1941 viene fermato durante un rastrellamento e, essendo il suo nome segnalato nella lista dei sospetti della Sureté nationale, il 20 febbraio è internato nella caserma des Tourelles di boulevard Mortier. Nel gennaio 1942 è inviato ai lavori agricoli forzati a Boulzicourt, un villaggio delle Ardenne. Durante una licenza in cui rientra a Parigi, nel giugno 1944 aderisce al Comitato italiano di liberazione nazionale di Vincennes-Saint Mandé. Alla Liberazione ritorna a Parigi dove aderisce al movimento antifascista Italia libera. Quando nel febbraio 1948 il suo amico Luigi Ballarin muore, gli promette di farsi carico della sua famiglia e l’anno dopo diviene il compagno di Elisa Ballarin, con la quale vivrà 37 anni prendendosi cura dei suoi figli e nipoti come fossero suoi. Muore a Parigi l'8 agosto 1986.

Annotazioni: Scheda biografica integrata con informazioni di Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti per la banca dati ISGREC sui volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/all_ita_details.asp?offset=60&id=2439 (URL consultata il 2 maggio 2021) e del Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani https://www.bfscollezionidigitali.org/collezioni/6-dizionario-biografico-online-degli-anarchici-italiani