di Giacomo e Comotto Erminia, nasce a Brescia il 4 luglio del 1904. È segnalato come sovversivo "Incorreggibile sin da bambino - così si legge in un rapporto della polizia - abbandona per ben quattro volte la casa paterna". Nel 1923 è condannato ad un mese per porto abusivo di rivoltella. In questo periodo pare simpatizzi per il Partito socialista unitario mentre, di certo, "si accompagna a elementi ribelli". Fermato più volte per misure di pubblica sicurezza, nel 19243, espatria clandestinamente partendo da Torino. ove oramai risiede, e raggiunge la Francia. Si trasferisce prima a Nizza e dopo a Marsiglia. Ai primi di agosto, viene espulso in seguito ad una condanna a otto mesi per furto e a cinque anni d' interdizione di soggiorno. Raggiunge il Belgio, ma pochi giorni dopo viene notato nuovamente nell'Esagono in compagnia di Pietro Solero e Ambrogio Mittimo. Nella primavera del 1925, fa ritorno in Italia e viene consegnato alle autorità perché assolva agli obblighi di leva. Assegnato al 91. Reggimento fanteria, in luglio si allontana dalla unità, Il Tribunale militare emette a suo carico un mandato di cattura. Fuggito nel frattempo in Francia, il 5 Ottobre viene condannato per diserzione. Iscritto nella rubrica di frontiera. già nel gennaio del 1926 è a Parigi dove viene arrestato con altri due compagni di fede, perché sospettato di aver ucciso un ricevitore in occasione di una rapina. La polizia, durante un controllo nella sua abitazione, rinviene numerosi opuscoli e giornali libertari italiani. Caduta ogni accusa di una sua partecipazione al delitto, è inquisito per vagabondaggio e non ottemperanza al bando d'espulsione. Sempre a Parigi, nel luglio del 1927, viene condannato a tre anni di reclusione per reati comuni. Il Nostro fa oramai parte dell'ala estrema dell'individualismo anarchico, quello «illegalista» che "usa la rapina non solo come mezzo di finanziamento" per procurare fondi al movimento, "ma anche come metodo di lotta etico-politica"', Espulso nuovamente dalla Francia, è segnalato a Bruxelles verso la fine del 1927: qui risiederà per circa un anno e mezzo. Raggiunto da un foglio di via obbligatorio", decide di vivere in clandestinità. Verrà successivamente arrestato e imprigionato per contravvenzione al decreto d'espulsione, Condotto alla frontiera col Lussemburgo nel giugno del 1929, riesce ad eclissarsi e rientrare nella capitale belga. Verso la fine del 1930, fa amicizia con Angelo Sbardellotto e frequenta alcuni compagni di fede: Angelo Borrilli. Ernesto Gregori, Giovanni Dal Col, Francesco Macolino ed Enrico Zambonini. Quest'ultimo, come il Nostro, un refoulé in quanto "indesiderabile" e quindi soggetto alla richiesta di estradizione avanzata dalle autorità svizzere. Rientrato in Francia proveniente dalla Germania dove intanto si è trasferito, ricercato dalla polizia della Saar, nell'ottobre del 1931 Bruna è rinchiuso per due mesi nel carcere di Metz per infrazione al solito mandato di espulsione e perché gli è stata trovata addosso un' arma proibita Una volta libero, quasi sicuramente frequenta la cantina Mattabella, locale che la polizia italiana descrive come un '*famoso covo anarchico ove convergono i più temibili delinquenti al soldo del fuoruscitismo e della Ceka. Cacciato anche da lì, nel luglio del 1932 è segnalato a Dusseldorf, dove risiederà per qualche tempo così come Sbardellotto ospite di Dal Col, frequentando con assiduità gli ambienti libertari tedeschi. Come annota un funzionario del Ministero degli interni, egli svolge "all'estero notevole attività sovversiva". Ma anche la permanenza in Germania è di breve periodo: trovato in possesso di un passaporto non valido, viene arrestato dalla polizia di Colonia, processato e condannato. Espulso, raggiunge nuovamente Bruxelles ma, il 14 aprile del 1933, è arrestato con Carlo Mocenigo, alloggiati entrambi nella Casa dei tranvieri, perché sospettati di aver partecipato ad un furto. Il Nostro è messo a disposizione della polizia di Liegi che lo sta a sua volta ricercandolo. Ma anche questa volta, uscirà dal carcere per "non luogo a procedere". Allontanato dal Belgio, il 20 maggio è consegnato alle autorità svizzere che ne hanno chiesto l'estradizione perché sospettato di essere responsabile di una serie di reati compiuti a Zurigo, Basilea, San Gallo e Berna. Nel frattempo. è segnalato dalla polizia come appartenente a una banda di comunisti-anarchici denominata "'gli espropriatovi", avente come finalità "furti in grande stile per sussidiare il movimento" - come specifica una fonte fiduciaria e di aver forse fatto anche parte della cosiddetta "banda Pollastro". Nell 'agosto del 1934 è nuovamente in Germania, a Wiesbaden, il cui tribunale lo condannerà ad alcuni mesi di carcere per mendicità, per contravvenzione alla legge di soggiorno e per tentato furto. Il Nostro, soprannominato negli ambienti anarchici «il biondino», una volta scontata la pena, si trasferisce a Liegi e qui, nel maggio dell'anno successivo, trova ospitalità presso Mario Gianpaoli. Un informatore della polizia italiana descrive Bruna come "un tipo [...l molto quotato tra i compagni e di una grande attività criminale e politica. Ai primi di agosto del 1935 lo si nota a un comizio antifascista indetto per protestare contro la guerra d'Abissinia. A Bruxelles, dove risiede presso Marcel Camille Dieu ("Hem Day"), frequenta il correligionario Camillo Sarto. risiede la Maison des huit heures, noto luogo di ritrovo dei libertari. Nel febbraio del 1936, è segnalato prima a Tolosa e poi, nuovamente, nella capitale belga da dove, a poche settimane dallo scoppio della guerra civile, parte alla volta della Spagna arruolamdosi come mitragliere nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT, combattendo a Monte Pelato . Ad attenderlo nella capitale catalana c'è anche il fratello Guido. che nel 1934 era stato arrestato e trattenuto nel carcere cittadino per reati politici, e che, successivamente, sarà ferito in capitale belga. ospite di Marcello Bianconi. Un mese dopo parteciperà a Bruxelles una festa organizzata dagli anarchici per raccogliere fondi a favore dei bambini spagnoli. Nuovamente fermato e condannato a nove mesi di reclusione per ribellione alla forza pubblica e reiterato mancato rispetto dell'obbligo di lasciare il Paese. Una volta libero, ripara ad Amsterdam (Olanda) per rientrare illegalmente a Bruxelles nel gennaio del 1939. Qui costituito un gruppo formato da 20-25 libertari italiani - tra cui il Nostro allo scopo di dare impulso alla propaganda del movimento e prestare aiuto economico ai miliziani reduci dalla guerra di Spagna intenzionati a partire per l'America. Nell'ottobre è nuovamente condannato a due anni per porto d' armi e vagabondaggio; rinchiuso in un penitenziario, ne esce poco dopo a causa dei bombardamenti delle truppe tedesche che stanno occupando il Paese. Rilasciatogli un foglio di via dal Consolato italiano al quale ha presentato una richiesta di rimpatrio, il 6 giugno del 1940 parte alla volta del Brennero. Una volta giuntovi. è arrestato e quindi tradotto prima nelle carceri di Brescia e successivamente in quelle militari di Verona in attesa di giudizio per il vecchio reato di diserzione. Scarcerato. in un primo momento è assegnato al 32. Reggimento fanteria. ma con sentenza del 7 marzo del 1941, è condannato ad un anno e sei mesi di reclusione dal Tribunale militare. Viene tradotto prima nel carcere veronese, e quindi nel secondo reclusorio di Gaeta dal quale uscirà circa un anno dopo, per essere trasferito nelle prigioni di Brescia, Egli dovrebbe ultimare il servizio militare in zona di guerra, ma l'autorità giudiziaria decide altrimenti. Trattandosi di un "pericoloso sovversivo" e "non ritenendosi opportuno per i suoi pessimi precedenti penali che risponda alla chiamata alle armi", l'11 maggio la Commissione provinciale lo assegna per cinque anni al confino di polizia da trascorrere a Ventotene. Verrà liberato nell' agosto del 1943. Rientrato a Torino, si trasferisce ad Andorno Micca (VC), e nel 1948 sposa Luisa Martignano, la donna che lo aveva ospitato e nascosto durante la guerra. Dopo, di lui non si saprà più nulla.
Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Cucchini per il volume I soldati della buona ventura: militanti antifascisti bresciani nella guerra civile spagnola (1936-1939) 2. ed. riveduta e aggiornata. - Rudiano (Bs): GAM, 2011 [ISBN] 978-88-89044-56-8 sulla base delle seguenti fonti: ACS, Mi, DGPS, cpc, b. 856, 29380; ACS. Mi. DGPS. bpp, pacco 194, n, 58; AICVAS, La Spagna nel nostro cuore. p. 106; A. Dal Poni. S. Carolini, L\\\'Italia al confino. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, vol. l, Milano. La Pietra, 1983, p. 189; D. Morelli, Antifascisti bresciani nel Casellario politico centrale, cit., n. 22, 1991, ad nomen; A,a V.v. Antifascisti nel Casellario politico centrale, cit., n. 4, 1988, ad nomen; Archivio AICVAS, Milano. scheda ad nomen.
Commenti