Andreoli Erminio (o secondo altra fonte Ermindo) di Pietro e Venturi Annunziata nato a Piteglio (Pistoia), il 9 dicembre 1902. Nel 1932 lascia l’Italia “disgustato dal fascismo”, espatria in Francia a Fenain (Nord). Di carattere indipendente, si lega immediatamente alla cellula comunista italiana del luogo, ove ritroviamo i nuclei familiari dei Nesti e dei Ferrari, emigrati da Piteglio con l’avvento del fascismo. e qui Andreoli diviene maestro ed istruttore militare del futuro partigiano Eusebio Ferrari. Allo scoppio della guerra civile in Spagna è tra gli organizzatori del soccorso ai repubblicani spagnoli: raccoglie insieme ai nostri emigranti denaro, vestiti, viveri, medicine da inviare ai combattenti. Poi nei primi giorni del 1937, parte. La sua frase di commiato dagli amici italiani: «[…] sono un volontario e donerò fino all’ultima goccia del mio sangue per salvare la libertà della Spagna, la libertà del mondo intero». All'inizio del 1937 si arruola nel battaglione polacco Dombrowski, poi nel battaglione Garibaldi. Ha il battesimo del fuoco nella neve di febbraio sul fronte di Jarama, a sud di Madrid. Passato nella XII Brigata internazionale, combatte nel luglio 1937 a Brunete, quindi a Villanueva del Pardillo contro i regolari marocchini di Franco, sotto il fuoco delle aviazioni italiana e tedesca. Per questa azione la dodicesima brigata fu felicitata dal generale spagnolo Rojo, capo di stato maggiore dell’esercito repubblicano. In data 31 maggio 1938 risulta sergente della 35. Divisione e subisce in seguito l'amputazione della gamba per ferite riportate in combattimento. Dopo il ritiro dei volontari internazionali deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, l’1 gennaio 1939 risulta nel campo di smobilitazione di Torellò. Rientra in Francia all'inizio del 1939, dove viene festeggiato dai compagni e dagli amici, ma nella nuova Francia di Daladier rimane un personaggio scomodo. Per lui sarà difficile il rientro nella vita normale e difficile ritrovare un lavoro senza la carta di identità rifiutatagli dalle autorità governative. Ai datori di lavoro che domandano dove avesse lavorato nell’ultimo anno lui risponde «[…] Nelle Brigate Internazionali, sul fronte di Brunete». Dopo l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi partecipa alla Resistenza francese come appoggio alle azioni partigiane di Eusebio Ferrari che però cade ad Anzain il 18 febbraio 1942. Per ordine del Partito Comunista non partecipa ad alcuna azione bellica e rimane così sconosciuto alla Polizia francese. Il suo domicilio diventa rifugio di partigiani e sede di organizzazione di attentati. Nessuna ulteriore notizia.

Annotazioni: Enrico Bettazzi nel suo lavoro sugli Antifascisti Pistoiesi cita il volontario con il nome di Ermindo, arrivando a ipotizzare che esista un secondo volontario di nome Erminio. L\\\'assoluta mancanza di ulteriori riscontri su un volontario quasi omonimo, fa pensare che al di là delle contraddizioni evidenziate da Bettazzi nei documenti AICVAS, si tratti dello stesso volontario e come tale è stata aggiornata la scheda biografica.