Gualtieri Armando di Giuseppe e Tortoni Anna, nato il 15 giugno 1906 a Vernio (Firenze) in frazione Montepiano. Boscaiolo, comunista. Nel 1928, dopo alcuni periodi di emigrazione temporanea in Francia assieme al padre, si stabilisce definitivamente in quel paese con regolare passaporto. In Francia si iscrive al Partito Comunista Francese. Successivamente nel 1938 si porta in Spagna passando da Ajaccio, Marsiglia e raggiungendo Parigi. Da qui giunge a Mont Louis (Perpignano) e poi a Figueras, secondo la Missione Militare italiana il 25 maggio 1938 ed entra a far parte della 12. Brigata Garibaldi, nella Batteria anticarro dopo un corso di addestramento a Cambrè.. La sua presenza in Spagna è confermata dalla testimonianza resa da Ettore Storai il 28 aprile 1941, che afferma di averlo incontrato arruolato nelle milizie rosse. Partecipa all’ultima grande offensiva della Repubblica sull’Ebro nell’estate del 1938. Ferito al braccio destro con successiva anchilosi della Spagna durante un'incursione aerea sulla Sierra de Caballs , il 9 settembre 1938, dopo degenze a Villafranca ed ad Ulota viene ricoverato nella clinica militare di Moja (Catalogna) il 16 ottobre. Dopo il ritiro dei volontari internazionali deciso dal governo della Repubblica nel settembre 1938, tenta inutilmente di imbarcarsi per il Messico. Nel febbraio 1939 rientra in Francia dove viene internato a Gurs, Mont Louis, Argelès nell’aprile 1941 e infine al Vernet (sezione C, reduci di Spagna, baracca 7, matricola 1798). Vi rimane dal 29 aprile 1941 all’11 agosto 1942. In Italia viene iscritto nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. A causa delle terribili condizioni del campo chiede di essere rimpatriato alla Croce Rossa, richiesta reiterata dalla sorella Albina alla Commissione per l’Armistizio con la Francia (CIAF) il 20 maggio 1942. Viene pertanto viene consegnato dalla gendarmeria francese il 10 agosto del 1942 alle autorità italiane a Mentone. Deferito alla Commissione Provinciale il 27 ottobre 1942 viene assegnato a tre anni di confino a Ventotene che raggiunge dopo due mesi di ulteriore reclusione a Firenze. E’ rilasciato da Ventotene alla caduta del fascismo il 22 agosto 1943, Il 14 settembre è nuovamente arrestato come sovversivo e rinchiuso con altri nel carcere delle Murate a Firenze. Si tratta di comunisti e anarchici di vecchia data, reduci della Guerra di Spagna e dei campi di concentramento francesi. La sera del 1. dicembre i GAP fiorentini uccidono di fronte alla propria abitazione il tenente colonnello Gino Gobbi, comandante del distretto militare di Firenze e responsabile di soprusi e rappresaglie contro i disertori e i renitenti alla leva di Salò. La notte stessa si svolge un incontro indetto nel proprio ufficio dal capo della provincia Raffaele Manganiello al quale partecipano il generale Adami Rossi, il luogotenente generale della MVSN Marino, il generale dei Carabinieri Pietro Carlino, il capo della Federazione dei Fasci repubblicani l'avv. Gino Meschiari, il comandante militare provinciale colonnello Pellegrino, il questore Giuseppe Manna e Mario Carità. Viene deciso di prelevare dal carcere delle Murate un gruppo di 10 ostaggi politici da fucilare in rappresaglia dell'uccisione del Gobbi. Oltre alle 5 vittime poi effettivamente giustiziate erano stati inizialmente selezionati anche 5 esponenti di spicco del CTLN, arrestati qualche giorno prima al termine di una retata. Questi ultimi però vengono risparmiati su ordine del comando tedesco. All'alba del 2 dicembre 1943 Luigi Pugi, Armando Gualtieri, Orlando Storai, Oreste Ristori e Gino Manetti vengono condotti al poligono delle Cascine e fucilati da un plotone di esecuzione composto da militi della Polizia dell'Africa italiana su ordine di un fantomatico Organo Provinciale Superiore.