Boselli Guido, nato a Calendasco (Piacenza) il 12 ottobre 1907 da Cesare e Luigia Stragliati. Si trasferisce da bambino nel vicino comune di Rottofreno e poi a S. Antonio, alla periferia occidentale di Piacenza, considerata una roccaforte del movimento operaio e contadino e un attivo centro dell'antifascismo piacentino. Più tardi si trasferirà a Borgo Naviglio, nell' Oltretorrente di Parma. Secondo un'informativa della Pre fettura parmigiana, nonostante la giovane età collabora con gli Arditi del Popolo ed e «attivo in tutte le manifestazioni sovversive». Nel 1926 emigra in Francia con tutta la famiglia, stabilendosi nella zona di Chambéry. Risiede poi a Grenoble, dove si iscrive Partito comunista ed è attivo nel Soccorso Rosso internazionale. La polizia italiana ritiene che tutta la famiglia, Guido è il più giovane di sette figli, sia di sinistra e di forti idee contrarie al regime fascista. Nel corso del 1929 viene inserito nella Rubrica di Frontiera come elemento da perquisire e segnalare. Il 29 dicembre 1929 Boselli arrestato a Parigi in una circostanza tutto particolare. Allo stadio pari Buffalo si tiene una partita di calcio tra una squadra italiana e una locale a cui assistono migliaia di persone. All'entrata in campo della squadra italiana 200 comunisti francesi e italiani, secondo un'informativa dell'ambasciata, iniziano una manifestazione fischiando e gridando «Abbasso il fascismo! Viva i Soviets!» Segue l' Internazionale cantata in coro e poi Bandiera Rossa intonata dagli Italiani. La confusione venutasi a con la conseguente interruzione della partita, spinge la polizia transalpina a sgomberare le tribune occupate dai «perturbatori» che, una volta riuniti sulla pista intorno al campo, continuano cantare e lanciano foglietti di propaganda antifascista, La partita può riprendere solo quando molti dei manifestanti vengono espulsi dallo stadio anche se, in occasione del saluto fascista esibito dalla squadra italiana, parte un' altra bordata di fischi. La manifestazione antifascista continua nelle strade vicine per tutto il pomeriggio. Una parte dei manifestanti, in maggioranza francesi, si dirige verso la porta d’ Orleans, dove vengono dispersi, ma un piccolo gruppo riesce addirittura a giungere sul Grand Boulevard, dove però scattano diversi arresti. Tra i fermati c'è un solo italiano, Guido Boselli, che tra l'unico a rimanere in carcere per due giorni. Sebbene formalmente espulso dal d'Oltralpe nel 1932, secondo investigatori dell'Ovra a Parigi è muratore nella capitale francese e sarebbe responsabile dei giovani comunisti della regione parigina. Nel 1934 le autorità consolari perdono le sue tracce e nell'ottobre 1936 già in Spagna. La conferma della sua presenza si deve anche a un elenco redatto dalla divisione della polizia politica fascista sugli italiani militanti nella XII Garibaldi, in base al ritrovamento di un ruolino della brigata stessa. Viene identificato nonostante abbia assunto per precauzione il cognome falso Pietralunga. Nella brigata è sergente del reparto telefonisti, comandato da Achille Benecchi (Frise) di Parma. Ritornato in Francia, il 1° luglio 1939 Boselli chiede al consolato italiano di Parigi un nuovo passaporto. Gli viene intimato di lasciare la Francia entro la fine di giugno del 1940, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale lo coglie ancora in territorio francese e nel 1942 viene internato nel campo di concentramento di Rivieros.

Annotazioni: Scheda biografica tratta dal volume : Los italianos : antifascisti nella guerra civile spagnola / Franco Sprega, Ivano Tagliaferri ; presentazione di Gianluigi Boiardi. - Due Santi di Marino : Infinito, 2007. - 144 p. : ill., ritr. ; 21 cm.. - (Isaggi ; 8). - [ISBN] 978-88-89602-13-3.