Grespi Bruno di Arturo e Corradini Ida nato il 5 giugno 1911 a Milano. Contabile, antifascista. La famiglia, di origine mantovana, si compone dei genitori e di cinque figli: tre maschi e due femmine, Bruno, Ennio, Enrico, Frine e Ivetta. Compie gli studi elementari, Bruno si propone di diventare ragioniere, ma non riesce a diplomarsi. Si impiega come contabile presso l’azienda dello zio materno, sita in Milano in corso Roma n°117, ora corso di porta Romana che commercia materiale elettrico. Alla visita di leva, sostenuta verosimilmente nel 1931 è riformato per problemi visivi legati alla sua forte miopia. La famiglia Grespi nella sua interezza si caratterizza per uno spiccato antifascismo: lo dimostrerà l’assegnazione al confino di polizia della sorella Frine per la durata di cinque anni, disposta dalla Commissione Provinciale competente, perché appartenente a organizzazione comunista nella quale si occupa del Soccorso Rosso. Il giorno 21 gennaio 1937 Bruno espatria con passaporto collettivo predisposto dalla Agenzia turistica Longoni, con destinazione Lugano, unitamente al fratello Ennio, al bellunese Ferruccio Rech, al mantovano Natale Visentini e al milanese Angelo Vigorelli, gli ultimi tre futuri combattenti antifranchisti di Spagna. L’intero gruppo fa perdere le tracce e, tranne Ennio che si ferma a Parigi, gli altri proseguono direttamente in territorio spagnolo, aiutati dai centri di arruolamento dei volontari antifranchisti. Il 6 febbraio successivo Bruno è in Spagna, arruolato nel Battaglione Garibaldi. Alla costituzione della XII Brigata Internazionale “Garibaldi” in un primo momento fa parte della Compagnia trasmissioni e successivamente, con il grado di tenente, diventa l’ufficiale pagatore del primo battaglione e in questa funzione resta fino all’ottobre. Nel giornale della Brigata Garibaldi “Il Garibaldino” numero 1 del primo maggio 1937 compare un suo ritratto umoristico scritto da Giovanni Battista Canepa: “[Valle pseudonimo di Grespi] le grand argentier de la Brigade". Cioè il contabile amministratore dei garibaldini. E’ popolare e corteggiato per la sua funzione. Chi tiene le chiavi del granaio (leggi: denaro) -dicono i liguri- è molto corteggiato. Valle riceve giornalmente la visita di decine e decine di garibaldini. E’ un asso della contabilità; è preciso quanto un innamorato che si reca all'appuntamento concessogli dalla sua bella. Occhialuto, calmo, berretto basco sul capo, Valle si occupa meticolosamente della contabilità della Brigata, anche quando scoppiano le cannonate, Tutto è perfezione, ai Battaglioni Garibaldi: ogni funzione ha il suo uomo; la contabilità ha Giordano Valle." Quando il maggiore Arturo Zanoni è nominato comandante della Brigata, seguendo rigorosamente le disposizioni dei comandi dell’esercito repubblicano, riorganizza la formazione. Bruno è sostituito nel suo incarico per la sua forte miopia ed è inviato alla base delle Brigate Internazionali ad Albacete e da qui a Barcellona per collaborare alla stampa di brigata con il nome di battaglia di “Giordano Valle”. Nel 1938 frequenta la scuola ufficiali di Pozo Rubio, ma si ammala di tifo e quando si riprende i sanitari ritengono opportuno sottoporlo a visite che certifichino la sua idoneità al servizio. Per i postumi della malattia e per le note carenze visive, alla metà del 1938 viene rinviato in Francia, utilizzando un convoglio sanitario. Raggiunta Parigi, Bruno trova ospitalità presso la sorella Ivetta e il cognato Ferdinando Biscaro, noto anarchico, nella loro abitazione sita in 14 Avenue Paul Appell nel XIV Arrondissement. Intanto in Italia la solerte polizia fascista provvede a inserire nel “Bollettino delle Ricerche Supplemento-Sovversivi” i dati identificative di Bruno Grespi, per il provvedimento di arresto, tramite il Questore di Milano, che ne dispone la pubblicazione in data 17 agosto 1938 con fotografia e il n°01263; contestualmente si ordina il controllo della corrispondenza dei conoscenti e famigliari. In data 6 aprile del 1940, Bruno si trova a Clermont Ferrand come attesta il locale Consolato italiano, cui si è rivolto per richiedere il rilascio di un regolare passaporto che naturalmente gli è negato: in questa circostanza è con lui madre Ida. Il 19 novembre del 1940 dalla località di Chantal scrive una lettera indirizzata ai genitori, abitanti in Milano in via Gozzadini al n°8: la lettera è intercettata dalla polizia postale fascista. In Chantal un Giudice locale dispone il provvedimento di domicilio coatto nei confronti di Bruno, che deve trasferirsi ad Aurillac. Si allontana da questa località prende contatto con formazioni partigiane francese, con le quali combatte e resta ferito in modo talmente grave che il 26 dicembre 1944 muore all’ospedale di Tulle. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Bruno Grespi la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.

Annotazioni: Scheda biografica compilata sulla base dei dai raccolti da Augusto Cantaluppi per il suo libro La Ringhera in Spagna, antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola (1926-1939)